Milano

Fridays for Future in piazza per il clima. Distanziati e con mascherina

Gli attivisti manifestano in tutta Italia. A Milano flsh mob in Duomo rispettando le regole anti-Covid. Parallelamente gli antagonisti occupano la sede di CdP

Fridays for Future in piazza per il clima. Distanziati e con mascherina

A Milano tornano i ragazzi delle manifestazioni 'Friday for future' per il clima. In Piazza Duomo gli studenti sono un centinaio o poco più, distanziati e tutti con mascherine. "Rise up for climate justice", "climate justice now", sono le scritte sui pochi manifesti posti ai piedi del monumento a Vittorio Emanuele II.

FFF torna nuovamente in piazza in tutta Italia per lo Sciopero Nazionale per il Clima. Gli attivisti hanno lavoratp per settimane alle misure di sicurezza per evitare contagi da coronavirus: ai manifestanti è stata provata la febbre, hanno mascherine e gel disinfettante presso i nostri risciò del movimento. Il distanziamento sociale sarà alla base di tutte le azioni della giornata.

“Fridays For Future ha affermato dall’inizio della pandemia che bisogna trattare ogni emergenza come un’emergenza” spiega Martina Comparelli, una delle portavoce del movimento a livello milanese. “Ora lo dimostreremo, protestando contro la crisi climatica nel rispetto delle misure anti-contagio”. La richiesta principale è di utilizzare la grande opportunità del Recovery Fund per la riconversione ecologica, a partire dalla transizione energetica. L’attuale piano, infatti, prevede che gran parte dei fondi siano destinati a sviluppare progetti incompatibili con la crisi climatica - metanodotti, impianti di biomassa e opere di urbanizzazione intensiva - che andranno ad aggravare ulteriormente la situazione climatica. Inoltre, Fridays For Future chiede a tutti i media di dire la verità sul cambiamento del clima. “Abbiamo bisogno di una copertura adeguata e costante alla crisi climatica, fornendo un’informazione veritiera e complementare all’istruzione fornita a scuola.” continua Miriam, l’altra portavoce di Milano. “Solo così i cittadini potranno comprendere la gravità di questa emergenza e chiedere alla politica di agire subito per prevenire la catastrofe”. 

I centri sociali occupano la sede di Cassa Depositi e Prestiti

Al termine del corteo assieme ai ragazzi dei Fridays for Future, i giovani dei centri sociali milanesi sono andati ad occupare la sede di Cassa Depositi e Prestiti di via San Marco per denunciare il "ruolo del tutto inaccettabile" nella gestione dei soldi che arriveranno grazie al Recovery Fund dato che intende finanziare i progetti di societa' come Eni e Snam che "sono inutili e controproducenti per affrontare la crisi climatica".

Alcune sigle tra le quali Rete degli Studenti, Lume, MilanoinMovimento, Lambretta e Zam hanno partecipato alla protesta, definendosi "attivisti e attiviste per la giustizia climatica", stendendo uno striscione con la slogan 'Recovery fund for climate justice' utilizzato anche nei cortei dei Friday for Futures. "La Cdp - denunciano - e' un vero e proprio forziere per loro Stato italiano capace di indirizzare enormi finanziamenti al fossile invece che alla riconversione" e "tra i colossi del fossile che stanno presentando progetti per il Recovery ci sono Eni e Snam, societa' di cui Cassa Depositi e Prestiti e' il primo azionista e dovra' sponsorizzarne i piani. I progetti di queste societa' sono inutili e controproducenti per affrontare la crisi climatica e il duplice interesse di Cdp, la stesura dei progetti italiani e il profitto di queste multinazionali, e' un cortocircuito letale per la nostra sopravvivenza". "L'unica spinta - concludono - in grado di far cambiare la rotta viene da noi, attiviste e attivisti che vivono sulla propria pelle la crisi climatica, economica ed occupazionale. Le soluzioni concrete e dirette per ottenere giustizia climatica non sono basate sull'inquinare meglio, ma sul non inquinare".

 







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