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Fridays For Future, si torna in piazza per l'ambiente e contro il Black Friday
#fridaysforfuture a Milano

Fridays For Future, si torna in piazza per l'ambiente e contro il Black Friday

Venerdì 29 novembre in tutto il mondo i giovani tornano a ribellarsi contro l’inquinamento che continua a causare il cambiamento climatico, con cortei e manifestazioni imponenti. Dopo il grande sciopero globale del 27 settembre, abbiamo assistito a nuove catastrofi causate dal cambiamento climatico. Gli incendi in Australia hanno proseguito la devastazione delle foresti del pianeta, mentre nel nostro Paese le alluvioni hanno messo in pericolo e causato morti dal Nord al Sud. L’immagine di San Marco a Venezia sommersa da un’alta marea straordinaria è il simbolo drammatico di un mondo devastato dall’inquinamento prodotto dal nostro sistema economico. 

Il comunicato dei promotori

"Abbiamo scelto di scioperare nel Black Friday - spiegano i promotori - perché è il momento principale della deriva consumista e irresponsabile della nostra società. Continuiamo a produrre e consumare merci spesso inutili, dai prezzi bassissimi a causa dello sfruttamento sconsiderato di risorse naturali e lavoratori. Nella giornata dei consumi inutili vogliamo manifestare per rivendicare un mondo fondato sull’economia circolare, sulla crescita del benessere piuttosto che sull’aumento inutile delle merci e dei rifiuti prodotti. Questo sistema governato dal principio del profitto privato deve essere superato: prima la tutela dell’ambiente e del nostro futuro!

Scenderemo in piazza a pochi giorni dalla COP25 di Madrid che si terrà dal 2 al 13 dicembre, in cui i capi di stato e di governo del mondo si riuniranno per presentare i programmi nazionali di contrasto al cambiamento climatico. I governi hanno previsto piccoli provvedimenti insufficienti a fermare il cambiamento climatico, mentre alcuni tra i principali produttori di CO2 a livello mondiale come gli Stati Uniti di Trump continuano a negare la crisi climatica in corso. Manca un serio piano di investimento degli Stati per mettere in comune finanziamenti, conoscenza, strategie per riconvertire l’economia nel più breve tempo possibile. L’Unione Europea è tra i principali produttori di CO2, ma si presenterà con un obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 che è insufficiente per rispettare le prescrizioni della comunità scientifica internazionale.

Il Governo italiano dal canto suo ha presentato un cosiddetto “Green New Deal”, che per la scarsità di investimenti e di coraggio nel riformare l’economia appare piuttosto un “Green New Fake”. I sussidi ambientalmente dannosi, che secondo il Ministero dell’Ambiente ammontano a 19 miliardi l’anno e incentivano il consumo di idrocarburi, vengono solo minimamente ridotti nonostante le raccomandazioni del G7 per la loro cancellazione totale. Le stesse timide misure previste dalla bozza di Legge di Stabilità vengono già ritrattate dagli annunci dei Ministri, come nel caso del taglio degli incentivi per le auto aziendali inquinanti.

Il Ministro dell'Istruzione Fioramonti ha giustamente invitato le scuole a giustificare l'assenza del 27 settembre, ma per coerenza dovrebbe annullare tutte le collaborazioni tra MIUR e aziende inquinanti come ENI, ENEL, Mc Donald's, spesso coinvolte nell'alternanza scuola-lavoro e nei tirocini curriculari.

La partenza della manifestazione per il clima del Global Strike del 29 novembre sarà alle ore 9.30 in L.go Cairoli, i partecipanti saranno dotati di cartelli di cartone riciclato con messaggi a favore del clima. Saranno in piazza migliaia di studenti, insieme ai lavoratori. Vogliamo un’altro futuro possibile, non ci fermeremo". 

Protesta contro Amazon: "Rispetti i propri lavoratori"

Dallo sciopero per il clima alla protesta contro Amazon. I manifestanti di Friday for Future a Milano hanno legato i due momenti, complice la scadenza del 'Black Friday', unendo i temi ambientali con la contestazione al consumismo. Una sintesi esemplificata in uno degli striscioni retti dai giovani, 'Block Friday', in un corteo a cui si sono uniti anche esponenti del movimento delle sardine. Bersaglio della protesta e' quindi diventata Amazon, con dei finti scatoloni portati su due riscio' e scaricati davanti al punto vendita aperto in pieno centro, in piazza San Babila, chiedendo che la multinazionale paghi le tasse e rispetti i propri lavoratori.

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