Milano

Funerali di Diana, la nonna: "Non ti abbiamo abbandonata, tua madre una pazza"

I funerali della bambina di 18 mesi lasciata morire di stenti dalla madre. Il messaggio di Delpini: "Condividiamo lo sconcerto e l'orrore"

Palloncini bianchi e striscioni per l'ultimo saluto a Diana

Un mazzetto di palloncini bianchi, alcuni a forma di cuore, ondeggiano all'entrata della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, a San Giuliano Milanese, dove si sono svolti i funerali di Diana Pifferi, la bimba morta di stenti a 18 mesi dopo essere stata lasciata in casa sola per sei giorni. Un lungo applauso ha accompagnato la piccola bara bianca al suo ingresso nella chiesa piena. Alcune mamme del quartiere Ponte Lambro, alla periferia di Milano, dove abitava la bambina, accompagnano la lenta marcia che percorre il carro funebre, come in un breve corteo. Tra le mani tengono uno striscione in rosa: 'Volero' sulle ali del mondo nel cielo infinito. Restero' per sempre bambina, piccola Diana'. Ad incorniciarlo, c'e' la foto con cui le cronache l'hanno conosciuta: abitino da principessa, un grande fiocco rosa in testa, attorno a lei un tappeto di palloncini.

La nonna di Diana: "Non ti abbiamo mai abbandonata, tua madre è una pazza"

"Diana non ti abbiamo mai abbandonata, mai. Siamo sempre stati vicini a te e tua mamma. E' lei che e' una pazza. Ciao Diana". Lo ha detto la nonna della bambina, Maria Assandri, con voce rotta vicino al feretro della nipote all'uscita della chiesa di San Giuliano Milanese dove si sono celebrati i funerali.

I funerali di Diana: "Insieme a te è volato in cielo un pezzo del nostro cuore"

'Insieme a te e' volato in cielo anche un pezzo del nostro cuore' dicono le magliette che indossano le donne. Sull'auto, con il feretro, ci sono la nonna e la zia di Diana, che la salutano tra strazianti singhiozzi prima di entrare. Seduti ai primi banchi, in fascia tricolore, siedono i sindaci di Milano, di San Giuliano e San Donato Milanese. In chiesa ci sono molte famiglie con bambini nei propri passeggini, tutti visibilmente commossi.

Diana, l'amico di famiglia: "Nessuno sconto di pena"

"Noi chiediamo che la giustizia faccia il suo percorso ma lo faccia senza sconti di pena". Lo ha detto in chiesa Angelo, un amico di famiglia, parlando a nome della nonna, la zia e i cugini della piccola Diana, la bambina morta di stenti dopo essere stata abbandonata dalla madre per 6 giorni in casa. Parole che hanno suscitato un fragoroso applauso dei partecipanti alla funerale della bambina.

Sala: "Importante che tutti segnalino i disagi"

"Credo che sia molto importante che tutti segnalino i disagi. Non e' questione di essere delatori ma di dare segnali, cosi' il lavoro e' facilitato" per le istituzioni. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al termine dei funerali di Diana Pifferi, nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, a San Giuliano Milanese. "Assolutamente" anche le istituzioni sono responsabili, ha aggiunto, ma "non e' facile individuare i segni prima: le comunita' sono fatte di grandi citta' ma anche di singoli quartieri. In questo periodo storico veramente tremendo ci deve essere responsabilita' all'interno delle famiglie, nella comunita' istituzioni e nella chiesa". Per il sindaco "deve prevalere l'umanita' altrimenti sara' veramente difficile ricomporre tutte queste ferite che si stanno evidenziando nella nostra societa'". La vicenda di Diana, ha detto Sala, e' "una tragedia che lascia allibiti. La cerimonia e' stata molto emozionante e i pensieri vanno alla povera bambina. Anche da credente, quale sono, non e' facile credere nella vita eterna. Ma sarebbe importante sapere che c'e' un futuro anche per lei, e giustizia". Il sindaco ha spiegato che intende contribuire ai funerali: "Tra me e il sindaco di San Giuliano ce ne faremo carico senza problemi".

Bimba morta di stenti, il messaggio di Delpini: "Condividiamo lo sconcerto e l'orrore"

 "Noi non riusciamo a comprendere come sia potuto succedere l'abbandono di una bambina fino all'esito tragico della morte di stenti. Condividiamo lo sconcerto e l'orrore. Noi non riusciamo a rimediare alla morte di Diana, che come tutti e' entrata nella vita come si entra in una promessa di accoglienza e di amore. Noi non riusciamo a rimuovere un vago senso di colpa perche' la nostra citta' dovrebbe essere diversa, abitare in citta' dovrebbe significare far parte di una comunita' e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell'attenzione reciproca e nell'operosa solidarieta'. Riconosciamo la nostra impotenza, percio' preghiamo. Preghiamo perche' Diana abbia presso Dio quella pienezza di vita e di gioia che le e' stata negata sulla terra. Preghiamo perche' il dramma incomprensibile risvegli a compassione e a sapienza la mamma Alessia. Preghiamo perche' lo Spirito di Dio ci aiuti a essere protagonisti di una storia di fraternita'". E' il messaggio che l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha inviato in occasione dei funerali della piccola Diana Pifferi, la bambina morta di stenti dopo essere stata abbandonata in casa dalla madre, alla chiesa Santi Pietro e Paolo di San Giuliano Milanese.

La piccola Diana è morta di stenti: due biberon per una settimana

Il corpo della piccola è stato restituito ai familiari - la nonna e le zie - dopo l'autopsia eseguita martedì mattina all'istituto di medicina legale. Dai primi esiti pare che la bimba sia morta di stenti, dopo 5 giorni che era sola, con 2 biberon di latte e 4 d'acqua per alimentarsi nel periodo in cui la mamma non era presente.

 

Anticipati a domani gli accertamenti sul biberon di Diana

Nel frattempo si apprende che sono stati anticipati a domani, sabato 30 luglio, gli accertamenti tecnici irripetibili sul biberon e il suo beccuccio, sulla boccetta di En e altro materiale disposti dal pm Francesco De Tommasi che indaga sulla morte della piccola.  Inquirenti e investigatori, che stanno ricostruendo quanto e' accaduto nei minimi dettagli e stanno scavando nella vita di Alessia Pifferi anche per rintracciare il padre biologico della piccina, intendono tra l'altro verificare se la bimba sia stata stordita con l'En, un potente ansiolitici lasciato in casa da un uomo con cui la madre aveva avuto qualche incontro, come riferise Ansa.







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