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Milano
Galleria, accordo con Prada: niente bando, canone da 2,2 milioni all'anno
Prada in Galleria a Milano

Galleria, accordo con Prada: canone da 2,2 milioni all'anno

(IMPRESE-LAVORO.COM) La Giunta ha approvato le linee di indirizzo per il rinnovo della concessione del negozio Prada in Galleria Vittorio Emanuele II. Non ci sarà bando di gara perché in questo caso sussistono i requisiti di interesse pubblico al rinnovo del contratto d’affitto: il negozio infatti è presente nelle stesse vetrine dal 1948 e possiede un dimostrato valore storico e identitario.

“L’insegna Prada è presente in Galleria fin dagli anni Venti – spiega l’assessore al Demanio Roberto Tasca – ed era quindi necessario rinnovare la concessione perché si tratta di un negozio che fa parte del patrimonio storico e culturale del “Salotto” dei milanesi. Il nuovo contratto d’affitto sarà economicamente più vantaggioso per il Comune a conferma che il percorso verso la valorizzazione economica del patrimonio immobiliare pubblico è irreversibile e produce ottimi risultati per sostenere un bilancio falcidiato dalle decisioni del governo”.

Il nuovo canone d’affitto del negozio Prada - uno spazio su tre livelli per 1.594 mq con vetrine che affacciano sull’Ottagono - sarà di 2,2 milioni di euro all’anno rispetto agli attuali 520mila euro. Il contratto avrà durata 12 anni e il valore del nuovo canone non è stato calcolato sulla base delle stime fornite dall’Agenzia delle Entrate (1.760,19 euro a mq) ma in seguito ad un accordo tra Comune e società Fratelli Prada, che allinea il nuovo canone a quanto corrisposto (1.849,00 euro a mq) per l’altro negozio in affitto in Galleria alla società Prada, aggiudicato nel 2013 dopo una gara al massimo rialzo.

Il negozio Prada in Galleria ha un comprovato valore storico e culturale. Requisito che risponde al principio di interesse pubblico imperativo, previsto dalla giurisprudenza, come deroga alla regola dell’evidenza pubblica.

Il marchio Prada è presente in Galleria dagli anni Venti e nell’attuale negozio sono stati mantenuti arredi e decori dell’epoca, tutelati dalla Soprintendenza, che grazie all’accordo passeranno di proprietà al Comune di Milano.

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