Milano

Gender, sì a mozione Lega: "Ritirare dalle scuole i libri che promuovono la teoria"

Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato la mozione della Lega Nord che chiede di ritirare dalle scuole i libri e il materiale informativo che promuovono la teoria del gender. In merito è intervenuto in aula il vice capogruppo in consiglio regionale del Carroccio, Jari Colla. "Il centrosinistra, messo in difficoltà dalle proteste di tante famiglie, è arrivato ad affermare che le teorie gender nella scuola italiana non esistono e non sono mai esistite. Purtroppo, nonostante le minacce di denunce fatte dal ministro Giannini, la questione è reale. Ed è altrettanto vero che le normative contenute nella “buona scuola”, come del resto ha certificato anche la senatrice PD Valeria Fedeli, non fanno altro che aprire la strada all’ingresso ufficiale dell’ideologia gender nelle scuole italiane. Noi però non rinunciamo a dare battaglia su questi temi, che non possono esser e monopolio di fanatici, dove l’imperativo è fare tabula rasa delle differenze fra uomo e donna per sacrificarle sull’altare di un non ben precisato individuo nuovo, dall’identità fluida, mutevole e interscambiabile tra oltre 50 generi differenti. Il tutto, naturalmente, sulla pelle dei bambini costretti a subire ideologiche convinzioni degli adulti". “Abbiamo chiesto alla Giunta Regionale – proseguono il consigliere Colla e il capogruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo – di agire sulle autorità scolastiche affinché vengano ritirati dalle scuole i libri e il materiale informativo che promuovono la teoria del gender; inoltre che sia rispettato il ruolo dei genitori nell’educazione dei figli, così come previsto dalla Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, anche attraverso il loro coinvolgimento nelle strategie e nei programmi educativi delle scuole lombarde.” “Rivendichiamo il fatto – conclude Massimiliano Romeo - che il diritto di educare i figli alla sessualità spetti ai genitori e non alla scuola.”

IL PD: "MOZIONE INUTILE, ILLOGICA E DANNOSA"/ “Una mozione inutile, illogica e dannosa, basata su una premessa falsa”. Così la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi, del Pd, bolla la mozione della Lega in Regione. “La teoria gender non esiste – ha aggiunto - esistono studi di genere che sono tutt’altra cosa. Non c’è alcuna normativa approvata in Parlamento che introduce nella scuola questa fantomatica teoria, c’è solo la promozione della parità tra i generi, la lotta alla discriminazione e agli stereotipi che anche nell’Aula consiliare si sentono enunciare troppo spesso”. Al termine dell’interve to Valmaggi ha donato al capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e al presentatore della mozione Jari Colla il libro illustrato di Francesca Pardi “Piccolo uovo”, uno dei testi incriminati, e la circolare del ministro Giannini con cui si precisa che non c’è nella riforma della scuola alcuna introduzione della teoria gender. “Glielo regalo – ha spiegato l’esponente del Pd - e decideranno loro se leggerlo. Lo faccio per ribadire che non c’è nessuna normativa che impone di leggerlo, mentre c’è qualcuno che vuole mettere al bando libri sgraditi”.

NCD: "GENDER, ALLARME DA NON SOTTOVALUTARE"/ “L’allarme che proviene, anche dal mondo scientifico, circa le conseguenze sulla diffusione della teoria del gender e su taluni corsi di educazione all’affettività non va sottovalutato. A queste teorie si affianca l’accanimento nei confronti della positività della famiglia naturale, un soggetto educativo insostituibile, anche e soprattutto in ambito scolastico. Lo riconosce la Costituzione e un corposo pacchetto di norme che assegna alle scuole il dovere non solo di informare le famiglie circa i contenuti del piano dell’offerta formativa, ma di coinvolgerle in una azione di programmazione del percorso scolastico e addirittura di vigilanza sul contenuto dei libri di testo. La politica deve usare ogni strumento per tutelare e valorizzare questo soggetto”.  Lo ha detto Luca Del Gobbo, capogruppo del Nuovo Centrodestra in Regione Lombardia.  “Gli emendamenti che chiediamo al testo della mozione – ha precisato Del Gobbo – riguardano, in particolare, la parte dispositiva: Regione Lombardia deve interloquire con il ministero dell’Istruzione, non può farlo direttamente con le scuole, soprattutto se si chiede l’intervento delle autorità scolastiche per il ritiro dei libri che promuovono la teoria Gender”. Poi si chiede di aggiungere il riferimento alla circolare con cui il Miur, il 6 luglio scorso, “ha precisato il dovere delle scuole di informare e coinvolgere la famiglia nel ruolo educativo che le è riconosciuto da tempo nella normativa”.  “Credo – conclude Del Gobbo – che la politica non debba rischiare richiami etico-morali impropri, ma certamente non può esimersi dalla responsabilità di richi amare le autorità preposte affinché si vigili sul pieno rispetto delle norme costituzionali a tutela della famiglia naturale, senza la quale qualunque società non è più tale".

FI: "SENTIAMO IL COMPITO DI TUTELARE I NOSTRI RAGAZZI"/ «Il vero rispetto per la persona si realizza pienamente soltanto quando sono chiare le differenze che la natura umana riesce a contemplare. Altrimenti in gioco c'è soltanto una forma di propaganda strumentale e di bassa lega». Così il presidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio regionale della Lombardia Claudio Pedrazzini. «Mettere in dubbio i riferimenti fondamentali della nostra cultura legata ai valori della famiglia tradizionale, per integrarla o peggio sostituirla con teorie alternative, per quanto possano essere comunque meritevoli di attenzione come tutto ciò che esiste, ci fa correre il rischio di creare confusione e uscire dal seminato - sottolinea Pedrazzini -. Sentiamo il compito di tutelare i nostri ragazzi, soprattutto i più giovani, c he sono i più indifesi. Comportarsi diversamente significa arrendersi a ogni deriva possibile. Rispetto di tutti, ma priorità e supremazia alla famiglia naturale». «Occorre fare molta attenzione, la famiglia non è un valore negoziabile - conclude il Presidente azzurro -. Non possiamo in alcun modo rinunciare alla nostra identità, nel pieno rispetto per ogni persona e contribuendo a garantire che ognuno possa far valere i propri diritti».

M5S: "PERDITA DI TEMPO IN AULA: TEORIA INESISTENTE"/Il M5S Lombardia ha votato contro la mozione della Lega Nord sulle teorie del gender. Paola Macchi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia, dichiara: “In Consiglio regionale la Lega Nord sta perdendo tempo a spese dei lombardi. Si insiste nel parlare di una teoria inesistente: non ha teorici di riferimento né un supporto bibliografico utile se non scritto da coloro che la contestano. La teoria gender è un’enorme montatura utile a fare terrorismo psicologico che confonde elementi come il rapporto tra sessi, la pianificazione familiare, l’educazione sessuale a scuole e le nuove famiglie lgbt che meritano diritti. E’ un minestrone assurdo e se vogliamo davvero proteggere i nostri figli dovremmo proteggerli dalle panzane dei politici e dalle falsificazioni del dibattito pubblico. L’educazione sessuale e l’educazione all’accettazione di ogni diversità a scuola oltre che utile è fondamentale per costruire una convivenza civile”. Iolanda Nanni, consigliere M5S Lombardia, ha chiesto il voto segreto e attaccato duramente la maggioranza: “Sono indignata, invece di parlare di case popolari, di sfrattati, di trasporti pubblici allo sfascio e di trasparenza noi siamo qui a parlare di cazzate. Siete degli agenti di disinformazione di massa. Il vostro delirio ideologico, la vostra bieca propaganda fondata sulla paura, è solo ostacolo alle politiche di parità di genere e vi serve per continuare a discriminare chi ha un orientamento diverso dal vostro".

MARONI PRESIDENTE: "NON EDUCAZIONE MA VIOLENZA PSICOLOGICA"/ «Le pratiche di insegnamento gender vengono proposte talvolta con stratagemmi ipocriti, inserite nei programmi contro il bullismo o contro le discriminazioni di genere, accostate in maniera del tutto impropria alla cosiddetta “educazione sessuale”. Se pensiamo che applicando la teoria gender addirittura i bambini da 0 a 4 anni dovrebbero prendere dimestichezza con i problemi legati all’identità di genere, si comprende bene come si tratti non di educazione, ma di vera e propria violenza psicologica»: con queste parole la consigliere Carolina Toia ha annunciato in Consiglio regionale il voto favorevole del Gruppo “Maroni presidente” alla mozione della Lega Nord sull’educazione sessuale e il contrasto alla diffusione della teoria gender nelle scuole lombarde. «Ciò di cui stiamo parlando è l’educazione dei più piccoli, fin dalla nascita, rispetto alla percezione d i se stessi, del proprio corpo, del proprio ruolo sociale e dei propri comportamenti affettivi – ha puntualizzato Carolina Toia –. Una sfera, come si può facilmente intuire, davvero troppo delicata per essere sottratta alle cure esclusive della famiglia, indipendentemente da quali scelte questa intenda compiere nell’educazione dei figli. Non è una questione, insomma, che possa essere appannaggio di istituzioni pubbliche come l’Unione europea, il ministero o la scuola stessa». «Insegnare a un bambino piccolo o piccolissimo che il suo vero sé, la sua ragione e quindi la sua vera identità sono qualcosa di sconnesso dalle caratteristiche del proprio corpo è qualcosa di disumano, una congettura partorita dalla politica che deve essere fermata al più presto. Insegnare a un bambino che egli non è quel che crede di essere, ma che può essere qualsiasi cosa in ogni momento, cambiando genere a piacimento, significa voler dare vita a una società di persone disturbate. Abbiamo già visto come proprio dalla scuola siano stati in passato imposti ai cittadini modelli e pratiche sociali che poi hanno scritto le più cupe pagine della storia occidentale – conclude la consigliere della Lista Maroni –. Che la scuola torni ad insegnare le tabelline e l’italiano (di cui abbiamo parecchia nostalgia), anziché occuparsi dei legittimi orientamenti sessuali della gente".







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