Milano

Genovese: negli ultimi anni dichiarava come un dipendente

Oltre alle violenze anche dichiarazioni al fisco sospette: lo stile di vita dell'imprenditore era nettamente superiore al reddito dichiarato

Genovese: negli ultimi anni dichiarava come un dipendente

Una dichiarazione dei redditi da dipendente d'alto livello di un'azienda, benestante certo ma non milionario, quella di Alberto Genovese negli ultimi anni. Ma lo stile di vita era nettamente superiore alle dichiarazioni al fisco, al punto che il suo reddito ufficiale gli sarebbe bastato appena per una delle mega-feste alla Terrazza Sentimento, per cui arrivava a spendere anche 150 mila euro. Su queste circostanze si sta concentrando il lavoro dei magistrati di Milano - secondo quanto si apprende - che indagano sulla parte fiscale dell'imprenditore: un ramo dell'inchiesta su Genovese affidato al pm Paolo Filippini. 

L'indagine corre parallela a quella - condotta dalla pm Rosaria Stagnaro e dall'aggiunto Maria Letizia Mannella - per cui il 43enne e' in carcere da novembre, quando e' stato fermato per violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e droga, dopo la denuncia della prima vittima seviziata per 20 ore il 10 ottobre. Sono altre 5, nel frattempo, le ragazze che l'hanno denunciato, raccontando di essere state stordite con la droga e poi stuprate. L'aspetto imprenditoriale di Genovese e' interessante per gli inquirenti anche per capire i suoi comportamenti dopo la vendita della fortunata start-up per 100 milioni. Cio' su cui la procura vuol veder chiaro e' se dopo la maxi-operazione commerciale l'imprenditore di origini napoletane abbia deciso di smettere di lavorare, avendo solo ruoli di rappresentanza, per vivere di rendita, e per dedicarsi a una vita sfrenata all'insegna del lusso e degli eccessi. Oppure se abbia reinvestito offshore il patrimonio continuando a guadagnare, tramite un flusso di denaro costante. L'ipotesi investigativa in questo caso punta a verificare se abbia continuato a fare l'imprenditore, schermando la vera titolarita' delle sue societa' al fisco, ma di fatto continuando a lavorare e guadagnare. Gli accertamenti su una trentina di rapporti bancari sono in mano alla guardia di finanza sotto il coordinamento della procura. 








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