Milano

Gestivano mendicanti a Milano, condannati madre e figlio Rom

Almeno trenta le persone e coinvolte nel racket dell'elemosina

Gestivano mendicanti a Milano, condannati madre e figlio Rom

Un racket dell'elemosina, le cui vittime costrette a chiederla erano mendicanti spesso con handicap fisici e mentali, era stato messo in piedi da una famiglia di origini rom a Milano: oggi madre e figlio sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e 4 anni e due mesi per il reato di estorsione continuata. La sentenza e' stata pronunciata dalla corte d'Assise di Milano nei confronti di Chemal Regep, detto Toto, il figlio, e della madre Giumazie Regep, detta Jumazi. Le accuse inizialmente mosse dal pm Piero Basilone, che ha coordinato le indagini, erano anche di riduzione in schiavitu', ma il capo di imputazione e' stato riformulato in estorsione continuata. Secondo l'accusa inoltre la tratta dei mendicanti veniva organizzata dalla Romania, dove venivano reclutati per strada, verso l'Italia. Una volta fatti arrivare a Milano poi venivano suddivisi in quattro zone della citta': Piazzale Nigra, viale Marche, piazzale Maciachini e via Ripamonti, portati con dei mezzi nei luoghi dove avrebbero fatto accattonaggio e alla sera riportati in una specie di accampamento-rifugio di fortuna, alla periferia della citta', dove veniva sequestrato loro tutto quanto avevano racimolato e dato in cambio qualcosa da mangiare. Almeno trenta le persone e coinvolte nel racket, alcune delle quali gia' condannate nell'indagine complessiva, iniziata nel 2010 grazie alle dichiarazioni di una vittima.







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