Milano

La Gintoneria raccontata da chi ci è stato: “Kitsch, escort e droga. Il peggio della Milano da bere”

Burini e sciabole, escort e cocaina. Il resoconto ad Affaritaliani.it dei clienti della Gintoneria: “È come la vedi sui social di Lacerenza. Ma non diversa da tanti altri posti”.

di Stefano Marrone

La Gintoneria raccontata da chi ci è stato: “Kitsch, escort e droga. Il peggio della Milano da bere”

Quindi, che posto è questa benedetta Gintoneria? Affaritaliani.it ha parlato con alcuni degli avventori del locale di Davide Lacerenza, finito nell’occhio del ciclone per l’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato il gestore (insieme con la ex compagna Stefania Nobile) agli arresti domiciliari. La risposta è unanime: “Come appare sui social". Escort e droga alla luce del sole in un locale 'più kitsch che chic', dove l'unico vero deterrente sono i costi esorbitanti”. 

Il resoconto dei clienti della Gintoneria

Fabrizio, nome di fantasia - come tutti quelli che qui seguiranno - di un broker milanese che ad Affaritaliani.it ha confessato di essere stato alla Gintoneria con alcuni "clienti importanti per definire una trattativa di spessore. È il classico night club, dove appena entri le ragazze ti si avvicinano per proporsi. Anzi, direi che tutte le donne presenti erano lì esclusivamente per quello". 

Escort a 5 stelle

Posto croccante però inaccessibile: escort e cocaina a go-go, ma a che prezzi... Di fatto, ci si va per quello”, dichiara Ahmed, un 29enne italiano di origine marocchina. Il ragazzo di giorno fa il magazziniere, di sera l’appassionato di bella vita, al punto da essersi più volte intrattenuto nel locale di Lacerenza. Senza però rientrare nel target dei clienti esclusivi che hanno usufruito anche dei servizi di Stefania Nobile e Davide Ariganello, il "rider" a domicilio di prostitute e droga. “Costava troppo. Le ragazze avevano tariffe da 5 stelle su EscortAdvisor (ndr: a partire da 500 euro per un rapporto completo), e questo per restare molto bassi”. 

Il peggio della Milano da Bere

Una cafonata”. Alberto, arzillo imprenditore che si avvicina ai 60 anni, riprende una celebre battuta dei cinepanettoni per descrivere la sua unica comparsata alla Gintoneria. “Ha preso solo il peggio della Milano da bere degli anni Ottanta: bauscia, cafoni e cocainomani. Locale kitsch, altro che chic. Bottiglie di valore che vengono devastate per sciabolare, figli di papà che pensano che tutto sia consentito e mozzarellari arricchiti che si credono i padroni del mondo. Dopo un’ora sono fuggito via”.

I costi proibitivi di un gin tonic alla Gintoneria

A far scappare Kevin, parrucchiere poco più che ventenne, sono invece stati i costi proibitivi del locale. “Un gin tonic dozzinale a più di venti euro è una follia. Sono andato al locale in prima serata, prima delle 10, anche per evitare il caos di sciabolatori e gente pippata, ma sono scappato dopo un quarto d’ora”. 

Droga a fiumi, come in altri locali 

Il giro di droga è un’altra caratteristica che ha reso celebre il locale. “Non che sia diverso da altri posti pettinati di Milano”, dichiara Salvatore, assicuratore 35enne e habitué dei locali mondani della città. “Lo scenario è sempre lo stesso, solo che alla Gintoneria si fa senza imboscarsi in bagno. Ti giri e vedi le classiche facce di gente che è lì apposta per vendere. Basta un cenno e sei servito”. 

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO







A2A