Giorno della Memoria, Segre a San Vittore: agente Schivo scelse di essere uomo - Affaritaliani.it

Milano

Giorno della Memoria, Segre a San Vittore: agente Schivo scelse di essere uomo

Liliana Segre a San Vittore fu rinchiusa a 13 anni insieme al padre per poi essere deportata ad Auschwitz. E' tornata in quei corridoi per ricordare Schivo

Giorno della Memoria, Segre a San Vittore: agente Schivo scelse di essere uomo

La senatrice a vita Liliana Segre ha ricordato l'agente di custodia Andrea Schivo che "scelse di essere uomo" a differenza di molti italiani "che si girarono dall'altra parte". L'agente morì nel lager di Flossenburg perche' aiuto' i detenuti ebrei reclusi nel carcere di San Vittore a Milano prima di essere deportati. Proprio nella casa circondariale del capoluogo lombardo la Segre rimase alcuni mesi prima di essere portata ad Auschwitz. "Gli unici che dimostrarono umanita' furono i detenuti comuni - ha raccontato la senatrice - poi passarono altri due anni prima di rivedere degli uomini. Fino ad allora vidi solo mostri". Davanti a San Vittore e' stata posta una pietra d'inciampo in memoria di Schivo che fu ucciso il 29 gennaio del 1945.

"Andrea Schivo è un eroe perché, con amore e con coraggio, ha dato la vita per aiutare chi in quel momento veniva ingiustamente incarcerato, deportato e ucciso", ha detto l'assessore alle Politiche sociali, abitative e Disabilità, Stefano Bolognini, in occasione della posa della pietra d'inciampo in memoria dell'agente di polizia penitenziaria, avvenuta stamane alla 'Rotonda' del carcere di San Vittore, nell'ambito delle commemorazioni per la 20° Giornata della Memoria. "La cerimonia di oggi - ha aggiunto Bolognini - assume un significato e un'importanza particolari, perché ci porta a riflettere sulla memoria e l'indifferenza in una città che in quegli anni fu spettatrice passiva delle barbarie della Shoah e dei crimini commessi". "È anche un invito a riflettere - ha proseguito l'assessore - sui valori della libertà, della vita e della giustizia, ed è un'occasione per onorare i 'Giusti tra le nazioni'. Tutto coloro che hanno offerto la vita per alleviare le sofferenze altrui e impedire l'ingiustizia". "La nostra società - ha concluso Bolognini - per mantenere viva la Memoria deve trovare anche oggi il coraggio di rispondere, senza se e senza ma, ad ogni forma di violenza e di razzismo. Non possiamo voltarci dall'altra parte". 








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