Gli avvocati milanesi: "Basta ai processi con la gabbia: imputati umiliati"
Il consiglio dell'ordine degli avvocati di Milano all'unanimità chiede al governo di eliminare le gabbie per gli imputati
Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano ha approvato all’unanimità una delibera per chiedere al governo «di sostenere e finanziare la sostituzione delle attuali “gabbie” per gli imputati in custodia cautelare in ogni modo possibile offerto dalle nuove tecnologie, in grado di evitare strutture umilianti e di garantire i medesimi standard di sicurezza, a tutela della dignità delle parti nel processo». Già la prossima settimana il presidente Remo Danovi trasmetterà personalmente la sollecitazione degli avvocati al ministro della Giustizia Andrea Orlando, in occasione dell’incontro sulla “situazione degli uffici giudiziari di Milano”, convocato dal ministro a Roma il 28 settembre con i capi degli uffici giudiziari e il presidente dell’Ordine degli avvocati.
"Il giusto processo non può essere celebrato con una delle parti ingabbiata", recita la nota del'ordine. Che prosegue: "La delibera milanese arriva nel giorno del gemellaggio con l’Ordine degli avvocati di Digione e del convegno congiunto sulle Indagini difensive in Italia e in Francia, e fa seguito alle critiche sulla struttura delle aule penali, rilanciate la scorsa settimana - nell’Aula Magna del Palazzo di giustizia - dall’ex procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e dall’ex presidente del tribunale, Livia Pomodoro, in occasione della presentazione del libro dell’avvocato Ennio Amodio sull’Estetica del processo, al quale hanno partecipato anche gli attuali capi degli uffici, Roberto Bichi e Francesco Greco. L’accordo con Digione - sottoscritto con il presidente dell’Ordre des Avocats au Barreau, Maitre David Fouchard - prevede tra l’altro la reciproca ospitalità di giovani avvocati per svolgere attività di formazione, stage e pratica forense riconosciuta ai fini dell’abilitazione professionale nei rispettivi paesi".