Milano

Gli omicidi a Milano non sono un problema: la politica tenga conto di altro

di Fabio Massa

La narrazione sull'omicidio del medico in zona stazione Centrale enfatizza i toni di una Milano città violenta... che in realtà non esiste in questi termini

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Non mi sono mai piaciuti gli eccessi giornalistici. Quando cioè si storce una notizia che ha una sua solidità: la notizia dovrebbe essere un fatto, e un fatto è un fatto, lo puoi interpretare ma nulla più. La notizia in questione, brillantemente anticipata dal Corriere della Sera, è quella dell'omicidio in centro di un medico. Una cosa brutta, efferata, sulla quale adesso si è aperta una inchiesta e un piccolo giallo sul movente. Ci sono però due cose che mi infastidiscono particolarmente in questa narrazione. La prima è che viene raccontata con tanto clamore perché è avvenuta in centro, e perché la vittima è un italiano. Non ci giriamo intorno, fosse successo a Rozzano, e i protagonisti fossero stati stranieri ce ne saremmo occupati con così grande rilievo? No. E' un fatto. Qualche tempo fa un uomo ha provato a dare fuoco alla moglie e ai figli, proprio a Rozzano. Si è conquistato un trafiletto. Qui invece le prime pagine. La seconda cosa che mi infastidisce è la narrazione di Milano città violenta. Questa cosa mi rende furibondo. Perché è una narrazione falsa. Milano è una metropoli, una piccola metropoli, rispetto a New York o Berlino, beninteso. Eppure se guardiamo i dati Istat, tra le prime 20 città d'Italia non c'è Milano, per numero di omicidi/abitante. Vibo Valentia è a 3,2 omicidi per 100mila abitanti, Napoli al 2,5. L'unica lombarda è Como, con 1,4 omicidi su 100mila abitanti. Peraltro l'Italia è in fondo anche alle liste europee sugli omicidi: solo il Lussemburgo ha una media inferiore alla nostra. Prima di noi Regno Unito, Svezia, Germania, Francia e tutti gli altri. Ora, che cosa ne discende da questo? Ne discende che Milano non è una città dove gli omicidi sono frequenti, che la Lombardia non è una regione dove si rischia di venire uccisi e che pure l'Italia non è un Paese nel quale la vita è in pericolo. Dunque, i politici ne tengano conto, visto che l'anno prossimo ci sono le elezioni. Uno può narrare quanto vuole, ma alla fine i cittadini sanno qual è la verità. I milanesi sono preoccupati per il loro lavoro, per la loro occupazione, per il loro reddito, per le loro tasse, per i loro figli, per i propri polmoni. Non di venire assassinati in centro.







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