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Milano
Gori a un passo dalla candidatura. Alfieri chiede mandato ampio
Giorgio Gori

Non sarà oggi il giorno dell'investitura ufficiale di Giorgio Gori a candidato del Partito democratico per le Regionali del 2018. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano, infatti, il sindaco di Bergamo non sarà neppure presente alla Festa metropolitana presso l'ex scalo Farini. Nondimeno, la giornata di oggi prevede ulteriori passi avanti verso quella che pare la rotta intrapresa dai democratici per sfidare Roberto Maroni. Il segretario regionale Alessandro Alfieri ha infatti annunciato l'intenzione di chiedere in assemblea regionale un "mandato chiaro per costruire un centrosinistra largo, aperto a movimenti civici perche' qui in Lombardia c'e' il turno unico e permettere a Maroni di vincere di nuovo sarebbe drammatico per tutti".

Parole pronunciate alla presentazione dell'area politica legata ad Andrea Orlando  in Lombardia, cui era presente anche lo stesso Gori. Che, a proposito della sua sempre più probabile investitura ha commentato: "Ad Andrea Orlando dico che questa cosa nasce nel clima che c'e' in Lombardia e non e' un'eccezione: nelle amministrazioni che governiamo le conflittualita' di cui si legge sui giornali sono lontane e c'e' uno spirito prevalente a costruire. Sono settimane di studio e di incontri, per entrare nei problemi di scala regionale che richiedono una conoscenza approfondita da parte mia".

Nel corso dell'incontro, un messaggio chiaro di convergenza sul sindaco bergamasco, e' arrivato dal consigliere regionale di area orlandiana, Enrico Brambilla: "Un candidato c'e' e questo candidato e' Giorgio Gori". Alfieri ha aggiunto: "Qui in Lombardia Orlando sa di poter contare su una classe dirigente che sa quanto costi essere divisi. Non vogliamo arrivare in ritardo e non vogliamo commettere gli errori delle divisioni: l'unita' di intenti ha fatto grande questo partito".

Gori: "Referendum, non possiamo regalare la vittoria del sì a chi fa propaganda"

Spazio anche per una riflessione sul referendum regionale, ed in particolare sull'appello per il sì da parte di otto sindaci del Pd, guidati da Gori, che ha spiegato: "Se i sondaggi dicono che il 48% andra' a votare non possiamo tirarci fuori e regalare la vittoria del si' a chi stravolge i quesiti con la pura propaganda. Se vinceremo le elezioni tratteremo con lo Stato centrale come Maroni non ha fatto questi anni. Sul tema vero del referendum che e' l'autonomia rafforzata per le regioni virtuose che hanno i conti in ordine siamo d'accordo, perche' fa parte della politica del centrosinistra fin dalla prima riforma della Costituzione. Sui giornali pero' si parla di tutt'altro, cioe' che si trattengono risorse del residuo fiscale - differenza tra quanto i lombardi danno allo Stato centrale e quanto ricevono - ma questo tema non c'entra niente, non e' scritto da nessuna parte ed e' pura propaganda: non a caso Maroni si e' fatto eleggere con questa bufala". E di bufala parla ancora relativamente alla "prospettiva di fare della Lombardia una regione a statuto speciale": "Noi siamo contro le regioni a statuto speciale".

fabio.massa@affaritaliani.it

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giorgio gorifesta metropolitana pd farinialessandro alfierielezioni regionali lombardia 2018

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