Milano
Governo, altro che modello Milano: addio Quartapelle e Fiano. Mauri c'è
Nomine di sottosegretari e viceministri: per il Pd, caduti i nomi di Fiano e Quartapelle, Milano rappresentata solo da Mauri e Malpezzi. Altro che modello...
di Fabio Massa
"Altro che modello Milano": puntata 600 stagione 50. Sotto la Madonnina siamo avanti, talmente avanti che proprio non ci vedono. Beppe Sala, il sindaco della città più avanzata d'Italia (nel senso che avanza, ovvero che non c'è mai dove conta), con chi interloquirà del governo? Non si sa. Del resto, ce lo si aspettava fin da ieri sera, quando Piero Fassino, sul palco della Festa dell'Unità ha dichiarato: "Io sono sicuro che si riequilibrerà a Nord con sottosegretari e viceministri". Un po' una riedizione del "Grillo fatti un partito e prendi i voti". E infatti nel giro di una manciata di ore, sono caduti i nomi di Lele Fiano agli interni e di Lia Quartapelle agli Esteri. Due che ci capiscono, in questi settori. E che verrebbero da quel mondo produttivo che andrebbe rappresentato. Nisba. Ci sono però Simona Malpezzi e Matteo Mauri, almeno. Poteva andare peggio: toccato il fondo si poteva scavare. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, rimane solo Stefano Buffagni. Ce lo vediamo, infatti, Vito Crimi che discute con Attilio Fontana di sicurezza. Eppure è dato in quota "Lombardia" da Luigi Di Maio, Vito Crimi. Amen, è andata così. A Milano, in fondo, ce ne possiamo fregare. Almeno fin quando nella prossima finanziaria non toccheranno la fiscalità locale, i conti dei Comuni. E allora hai voglia a urlare nel deserto. Se ne ricava però una lezione. Se nella migrazione interna, Milano è una meta appetibile per chiunque in Italia, per la politica si suggerisce ai tanti virgulti di trasferirsi in altre parti dove crescere più rigogliosi.
fabio.massa@affaritaliani.it