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Governo, Buffagni (M5S): "Rimpasto? Il discorso non mi entusiasma"
Stefano Buffagni

Governo, Buffagni (M5S): "Rimpasto? Il discorso non mi entusiasma"

Il rimpasto di governo? "Oggi si parla di futuro, perche' tornare al passato. Non mi entusiasma il discorso, non mi sembra la priorita' del paese". A dirlo e' il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, nel corso del suo intervento a 'Direzione Nord - What comes next'. "C'e' sfida del Recovery, di far ripartire l'economia del paese, non mi appassionano altri temi", ha aggiunto Buffagni. "Se qualcosa non va - ha concluso il viceministro - si sistema, ma non e' una questione che se si cambia il nome, si risolvono i problemi".

L'incontro con Buffagni a Direzione Nord - What comes next

“Recovery Plan, Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, Superbonus, digitalizzazione sono le priorità alle quali stiamo lavorando- ha detto Buffagni-. Alle aziende servono programmazione e prospettive future, dobbiamo essere un punto di riferimento per garantire le risorse. Il sistema economico e finanziario si è già rimesso in moto. 74 miliardi per la transizione ecologica devono essere sostenute da un coordinamento per non disperdere risorse e distribuirle in maniera equa al Nord e al Centro-Sud”. Stefano Buffagni, Vice Ministro Sviluppo Economico, ha aperto così il dibattito sul tema “Ora e sempre resilienza. Discorsi senza integralismi su green, mobilità e futuro” organizzato presso il Palazzo delle Stelline nell’ambito dell’evento di Direzione Nord “What comes next. Spunti di futuro dalla trincea”, ideato da Esclusiva Srl, Inrete Srl, organizzato dall’Associazione Amici delle Stelline e da Fondazione The Bridge. Sulle questioni di politica interna, sulla possibilità che il Governo possa entrare in crisi e sul ruolo di Matteo Renzi Buffagni è chiaro: “Renzi deve esistere dal suo punto di vista, ha bisogno di un po' di visibilità e giustamente quando lui spara, voi giornalisti lo rincorrete. Lui fa la sua partita, a me interessano gli italiani e le imprese, dobbiamo tutelare i posti di lavoro perché prima o poi la cassa finisce. Questa è la priorità. In questo momento vorrei discutere di come far ripartire l'economia di come far ripartire il Paese. La priorità è lavoro e sicurezza per gli italiani, il resto è tutto secondario".

All’incontro, oltre al Vice Ministro, hanno preso parte Marco Alverà, Amministratore Delegato Snam; Andrea Gibelli, Presidente FNM; Marco Patuano, Presidente A2A; Massimo Mondazzi, Direttore Generale Energy Evolution ENI; Alberto Dell’Acqua, Presidente Italgas.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di proporre degli spunti di riflessione su quello che verrà dopo, riuscire ad immaginare un Paese che al netto dei problemi provocati dalla pandemia, dovrà e deve già da subito ripartire.

“Siamo convinti che bisogna investire nelle infrastrutture-ha spiegato Marco Alverà-, la vera sfida, per far crescere sia l'offerta che la domanda, facendo avanzare la tecnologia per abbattere i costi. Abbiamo già fatto un esperimento, riuscito, per cui una miscela di metano e idrogeno ha sostituito il solo metano nel trasporto di alcuni oleodotti, senza modificare nulla. Il futuro è green e gli investimenti in questo settore sono vincenti in tutti gli ambiti, per ogni euro investito si creano 3 euro di PIL, oltre a costituire un ecosistema più pulito e resiliente. Ci aspettiamo grande impulso dal prossimo Cop 21 e dal G20 per realizzare quelle opere che sono necessarie per la decarbonizzazione”.              

“Ci vuole grande pragmatismo- ha detto Patuano- bisogna trasformare le fonti di energia in fonti rinnovabili, pulite, ma abbiamo bisogno di una grande riforma in termini di semplificazione delle procedure burocratiche.” E a proposito del progetto di Scalo Milano di Porta Romana: “Un progetto che nasce pre Covid, ma ad oggi ci chiediamo se questo spazio ‘aggiuntivo’ in un'epoca in cui lo smart working impera abbia senso. Noi puntiamo con fiducia nel progetto perché confido nella dimensione sociale del lavorare insieme sia importante”.

“Il trasporto pubblico è particolarmente esposto alle critiche - ha aggiunto Gibelli- perché non segue domanda e offerta ma subisce scelte che vengono dall’esterno. Durante il lockdown di marzo il settore ha subito una diminuzione del 90% di passeggeri, a fronte di un servizio che non si è mai fermato, determinando una perdita di 2 miliardi”.

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