Milano

"Grande Brera", i tempi si allungano. Bradburne: "Non si può rischiare"

Si allungano i tempi per la realizzazione di "Grande Brera". Il direttore Bradburne: "Non ci sono le condizioni per ospitare i quadri"

"Grande Brera", i tempi si allungano. Bradburne: "Non si può rischiare"

Sembrano allungarsi i tempi per la realizzazione della 'Grande Brera', il progetto che prevede il recupero di Palazzo Citterio, vicino all'attuale sede della Pinacoteca e dell'Accademia, dove dovrebbero trovare posto le collezioni del Novecento, esposizioni temporanee, sale per conferenze e proiezioni, book shop e caffetteria. Oltre a un giardino con sculture, da congiungere con lo spazio verde dell'Orto Botanico. Riaperto e ristrutturato lo scorso anno dovrebbe vedere in tempi non lunghi i primi traslochi di opere ma "fino ad ora - spiega il direttore generale di Brera James Bradburne a margine della presentazione del libro 'una meraviglia chiamata Brera' ad opera dell'Associazione Amici di Brera - non ci sono le condizioni per ospitare quadri". Ad impedirlo il microclima non adatto. "Non possiamo certo rischiare di compromettere delle opere preziose - spiega - che rischierebbero di rimanere danneggiate". Brera quindi lo ha preso "in consegna provvisoria. Ma e' come quando si ordina su Amazon. Per ora abbiamo ricevuto la scatola ma aspettiamo che l'ordine sia completato". Per questo, conclude Bradburne "non faccio piu' promesse sui tempi. Stiamo andando avanti ma non posso dire quando si finira'. Non voglio piu' deludere me e la citta' con promesse che non so se posso mantenere".

Bradburne mostra ottimismo sulla nomina, ed eventualmente anche sulla conferma, di dirigenti stranieri a capo dei principali musei italiani: "per ora i segnali che vengono dal governo sono positivi", dice. Nel settembre scorso, in un'intervista, era stato il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli ad ipotizzare un possibile cambio di rotta rispetto a quanto fatto nel 2015 dal suo predecessore, Dario Franceschini che ne aveva nominati ben 7: "basta direttori stranieri" aveva detto. "Sugli stranieri non c'e' nessun ostacolo - insiste Bradburne il cui mandato scadra' tra meno di un anno - le critiche sulle nazionalita' non sembrano piu' cosi' insistenti. Quello che conta e' la competenza. Per quanto mi riguarda leggo con attenzione cosa dichiara il ministro ma non ho parlato direttamente con lui. Quando sara' il momento... vedremo. Fino ad allora continuero' a fare il mio lavoro". Le nomine del 2015 provocarono piu' di qualche critica nei settori dell'opposizione tra cui anche da M5s e Lega, oltre ad una serie di ricorsi, tanto che sulla questione si e' dovuto esprimere due volte il Tar del Lazio e ci sono volute 3 sentenze del Consiglio di Stato per confermarle. E il nuovo bando per il rinnovo di 6 cariche tra cui quella per Pompei e la Reggia di Caserta, chiuso da poco, pare abbia visto solo un 4,3% di domande arrivare dall'estero "ma non so se questo e' legato a possibili difficolta' - aggiunge il direttore di Brera - forse piu' semplicemente il posto non e' stato considerato appetibile dagli stranieri". Bradburne sottolinea intanto la sua soddisfazione per i risultati conseguiti con visitatori della Pinacoteca in crescita costante ma soprattutto perche' nella sale "tornano i milanesi. Le famiglie e anche le iniziative rivolte agli anziani e nei week end stanno dando un riscontro positivo. Arrivano piu' nonni coi nipoti e questo conta ancora piu' dei numeri".








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