Milano

Guerra cancellò parti del rapporto Oms: rogatoria internazionale, il testo

Piano pandemico, funzionaria Oms: possibile disappunto governo

Piano pandemico: tutte le accuse a Guerra in rogatoria a Oms: il testo

Bugie sul piano pandemico e sul rapporto preparato nella sede di Venezia dell'Oms relativo alla gestione italiana della pandemia. E' questo l'ambito in cui i magistrati di Bergamo indagano Ranieri Guerra, il numero due dell'organizzazione mondiale della sanita' ed ex direttore generale della prevenzione al Ministero della Salute, accusato di avere raccontato "falsita'" quando venne sentito come testimone il 5 novembre dello scorso anno. 

Piano pandemico: funzionaria Oms, possibile disappunto governo

In uno scambio di mail agli atti dell'indagine della Procura di Bergamo letto dall'AGI la responsabile delle relazioni esterne dell'Oms, Cristiana Salvi, scrive di un possibile "disappunto del governo" qualora l'esecutivo non fosse stato informato della pubblicazione del rapporto sulla gestione della pandemia in Italia pubblicato e poi sparito nel giro di 24 ore dal sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'. 

"Credo che prima di far uscire un rapporto cosi' articolato sull'esperienza in Italia - queste le parole rivolte dalla donna al direttore aggiunto Ranieri Guerra e all'allora funzionario dell'Oms Francesco Zambon - non possiamo non condividerlo col ministero: non si tratta di una panoramica sul rapporto Oms ma sull'operato del governo, dunque riguarda il governo da vicino. Potremo sollevare il disappunto del governo altrimenti". "Francesco - scrive Salvi rivolgendosi a Zambon - il rapporto e' estremamente dettagliato e ricco. Io penso che abbia un notevole potenziale ma conoscendo il campo di azione vedo questo rapporto come una vera e propria bomba mediatica. Ranieri e io abbiamo cercato di arginare le critiche che questo rapporto denuda completamente. Il mio suggerimento e' di rivedere il tono e mitigare le parti piu' problematiche". 

La mail risale alla sera dell'11 maggio, due giorni prima della repentina pubblicazione del report, poi 'sparito', sul sito dell'Oms. In precedenza, si erano scambiati delle valutazioni Zambon e Guerra. Quest'ultimo fa presente al ricercatore che "siamo in una fase estremamente delicata, dobbiamo pesare le parole in maniera molto cauta, soprattutto se rimangono scritte e se lo sono su un documento ufficiale dell'Oms. In piu' come sai - aggiunge - sto per iniziare col ministro il percorso di riconferma parlamentare (e finanziaria del centro di Venezia e non vorrei dover subire ritardi o contrattacchi da parte di chi non ci vuole bene. Vedrai inseriti commenti in giallo nelle varie pagine". 

Covid: Procura Bergamo, indagine a tutto campo

E' una affermazione falsa, secondo i pm, quella "di avere lasciato tra le varie comunicazioni al ministro, prima di concludere il mio incarico di direttore generale (nel 2017, ndr), una comunicazione scritta con la quale evidenziavo che avevamo avuto conoscenza da Oms che sarebbero cambiate le classificazioni delle varie fasi di una pandemia. Cambiando la classificazione delle fasi ad opera dell'Oms vi era chiaramente necessita' di adeguare il piano del 2006 al mutato quadro complessivo". Invece, sostengono i pm, "la classificazione delle fasi era stata modificata dalle linee guida del 2013, poi confermate nel 2017". Sul piano pandemico nazionale, Maria Cristina Rota afferma che quello italiano era del 2006: "Nel 2012 l'Ue e l'anno successivo l'Oms hanno invitato i singoli Stati ad aggiornarlo alla luce delle nuove linee guida emanate - ricapitola in un'intervista a un settimanale - l'Italia non l'ha fatto. Questo, pero', non vuol dire che non fosse valido. Quello che avra' rilevanza per l'indagine e' accertare se l'attuazione di quel piano, cosi' com'era, era sufficiente a ridurre il numero dei morti". Quanto all'Oms, la pm lamenta la 'mancata collaborazione'. "L'Oms non ha consentito al personale convocato di essere ascoltato dalla Procura di Bergamo come persone informate sui fatti affermando di godere dello status d'immunita' diplomatica, ne' ha mai trasmesso le informazioni da noi richieste. Chiederemo una rogatoria sperando in una maggiore collaborazione da un organismo che tutti sappiamo essere neutrale fino a prova contraria". Riguardo all'indagine, infine, "abbiamo chiesto la proroga di altri sei mesi al gip per poter andare avanti. Ricostruire tutto quello che e' successo a 360 gradi non e' semplice anche perche' la mole di materiale, dai documenti acquisiti alle audizioni di persone informate sui fatti, e' davvero enorme". La Procura ha tra l'altro incaricato il virologo Andrea Crisanti di una consulenza, incaricandolo di stendere una relazione, che sara' pronta tra maggio e giugno, per far luce sulla correlazione tra contagi e decessi nella bergamasca alla luce della mancata attuazione della zona rossa inizialmente prevista a marzo, ma mai attuata. 








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