Milano
Guidesi alla guida dell’Alleanza delle Regioni Europee dell’Automotive

Il documento dell'Alleanza delle Regioni Europee dell'Automotive presieduta da Guidesi: "I regolamenti tentano conto delle misure per la competitività"
Guidesi alla guida dell’Alleanza delle Regioni Europee dell’Automotive
(IMPRESE-LAVORO.COM) - Pamplona (Sp) – La partita dell’automotive si gioca a livello europeo. E la Lombardia è scesa in campo per vincere. "I regolamenti europei devono tenere conto dell'impatto esercitato sull'economia regionale dalle misure volte a mantenere e rafforzare la competitività dell'intera catena dell'industria automotive europea". È uno dei punti chiave del paragrafo fatto inserire da Guido Guidesi (che presiede l’Alleanza), per conto di Regione Lombardia, nel documento ufficiale di 16 articoli approvato da tutte le 34 Regioni coinvolte con la seconda conferenza annuale dell'Alleanza delle Regioni Europee dell'Automotive tenutasi a Pamplona. E’ stato raccomandato inoltre di "tenere conto delle varie soluzioni tecnologiche (per esempio l'elettrificazione, le tecnologie dell'idrogeno e i combustibili alternativi) che possono anch'esse svolgere un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione".
Le nove Regioni italiane nell'Alleanza
Le Regioni italiane appartenenti all'Alleanza sono 9: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria; a queste si aggiungono altre 25 regioni europee dei principali Paesi del continente, Germania, Spagna e Francia; territori che, insieme, alimentano un Prodotto Interno Lordo pari a 5.000 miliardi di euro, il 34% del Pil europeo, oltre a rappresentare complessivamente 134 milioni di cittadini europei, corrispondenti al 31% della popolazione di tutti i Paesi della Comunità Europea; inoltre, il Pil totale delle regioni dell'Alleanza è superiore dell'8,7% rispetto alla media europea. L'Alleanza delle Regioni dell'automotive è una rete politica di Regioni impegnate a realizzare la transizione dell'industria automobilistica e del relativo indotto in Europa.
Guidesi: "I lombardi hanno la capacità di innovare"
"I lombardi - ha ribadito Guidesi - hanno la capacità di innovare, non serve infatti che l'Europa ci imponga quale tipo di automobile utilizzare. Possiamo raggiungere gli stessi obiettivi in tema di sostenibilità ambientale imposti dalla Commissione Europea in modi diversi con pluralità di trazione. Una tesi che possiamo riassumere in 'neutralità tecnologica' o, meglio ancora, 'non solo l'elettrico', che resta comunque un'alternativa". "Siamo stati i primi a lanciare l'allarme - ha proseguito Guidesi - iniziando nel marzo del 2022 un percorso di difesa dell'automotive, che negli ultimi mesi si è fatto forte anche di uno studio che dimostra le potenzialità dei carburanti rinnovabili". Lo studio presentato pubblicamente lo scorso 20 luglio e il giorno successivo, poi inviato al Governo, è stato preparato, su richiesta di Regione Lombardia, dal Cluster Lombardo della Mobilità, che comprende la filiera del settore, dalle università, dai centri di ricerca e dalle associazioni di categoria. Il focus del lavoro l'analisi di diverse fonti energetiche, mettendo a confronto la pluralità di soluzioni disponibili nel breve, medio e lungo periodo, considerando l'intero ciclo di vita del veicolo e del carburante/vettore energetico impiegato.
Guidesi: "La nostra battaglia a difesa di una filiera da 15mila lavoratori"
"La nostra - ha aggiunto Guidesi - è una battaglia volta a difendere una filiera di circa 15.000 lavoratori solo nella nostra regione e 70.000 in tutto il Paese. Fermare la produzione del motore endotermico avrebbe effetti irreparabili sulle nostre filiere produttive con l'inevitabile perdita di competitività del settore produttivo europeo a vantaggio principalmente della Cina". "Grazie al lavoro fatto in Lombardia, nel 2026 saremo in grado di dimostrare il raggiungimento degli obiettivi ambientali di mobilità continuando a utilizzare i motori endotermici; la scienza, la ricerca e l'innovazione vinceranno sull'ideologia e sull'irrazionalità; questo accadrà ovviamente se saremo lasciati liberi di agire, senza il cambio degli obiettivi, ma in piena neutralità tecnologica".