Milano
Guidesi: "Dall'Europa serve un cambio di passo per evitare il suicidio economico"
Settore chimico, automotive, siderurgia, l'assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia reduce da una missione istituzionale a Bruxelles, contro i pericoli della iper-regolamentazione. L'intervista
Guidesi: "Dall'Europa serve un cambio di passo per evitare il suicidio economico"
"Siamo al bivio: l'Europa deve cambiare per evitare un suicidio economico, non c'è più tempo". L'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi, è appena tornato da una nuova missione istituzionale a Bruxelles, dove ha partecipato da presidente all'assemblea annuale delle regioni europee della chimica. Il leghista, che ha fatto il punto anche sull'automotive, punta il dito sull'iper-regolamentazione dell'Unione europea e chiede un cambio di passo, anche per il settore della siderurgia. L'intervista.
Assessore, cosa vi aspettate per il comparto della chimica?
Innanzitutto, di essere ascoltati dalla nuova Commissione Europea per poter lavorare ad un piano industriale europeo della chimica, per noi prioritario, che preveda semplificazione dal punto di vista regolatorio cosi da valorizzare l'innovazione. È fondamentale fare chimica in Europa, cosa che oggi, con l'impostazione attuale, non è così scontata: continuando così c'è il rischio concreto di perdere il settore con conseguenze sul manifatturiero devastanti. Questo non possiamo permettercelo.
Cosa intende per 'iper-regolamentazione' Ue?
L'iper-regolamentazione limita la capacità di innovazione tecnologica perché omologa o rende incomprensibili le strade da intraprendere per raggiungere gli obiettivi. Per noi la soluzione è semplificare dando la possibilità di utilizzare tutte le proposte tecnologiche; in questo modo si raggiungerebbero gli obiettivi ambientali, che noi condividiamo, garantendo al settore, o meglio a tutti i settori, la possibilità di continuare ad essere competitivi.
Cosa si aspetta dalla nuova commissione europea?
Attendiamo riscontri concreti perché è fondamentale che la nuova Commissione corregga gli errori della precedente. Non solo è fondamentale ma è urgente, c’è poco tempo per fare i cambiamenti necessari che consentirebbero all'Europa di poter continuare ad avere produttori sul territorio garantendo competitività e sviluppo. Mi aspetto cambiamenti immediati e realistici con semplificazione, 'neutralità tecnologica', interventi sui costi energetici e sostegno agli investimenti. O si cambia o la deindustrializzazione sancirà la fine della competitività europea con drammatiche conseguenze sociali ed economiche, raggiungendo gli obiettivi ambientali solo attraverso la desertificazione industriale.
Sulle auto qualcosa si muove, complice anche la svolta richiesta dal Ppe.
Noi, come alleanza delle regioni europee dell'automotive, 36 regioni, abbiamo presentato le proposte per cambiare, le stesse che la Lombardia presentò tre anni fa. Ora, davanti alle annunciate chiusure di stabilimenti, speriamo qualcosa si muova e cambi. Anche la 'nuova' posizione del Ppe sul settore, pur tardiva, è un segnale positivo e ci aspettiamo anche che i costruttori chiedano gli stessi cambiamenti che chiediamo noi dimostrando di voler continuare a produrre in Europa. L’automotive è purtroppo l'esempio dei rischi che il nostro continente sta correndo.
Da gennaio entrerà in carica nel ruolo di presidente dell'assemblea delle regioni automotive. Quale sarà la prima mossa che farà?
Chiedere udienza alla Commissione europea e alla presidente Von der Leyen di essere presente al tavolo di lavoro sul settore Automotive che lei stessa ha annunciato istituire.
Il nucleare di nuova generazione è fondamentale per arrivare all'autonomia energetica della Lombardia? Le aziende del territorio sono pronte a ospitare i mini reattori?
È semplice: noi siamo la prima Regione manifatturiera d'Europa e per continuare ad esserlo oltre a ciò che abbiamo detto prima rispetto ai cambiamenti dell’Europa dobbiamo renderci autonomi dal punto di vista energetico. Andremo avanti e continueremo a sostenere il percorso delle rinnovabili ma oggi l’unica possibilità per arrivare ad un'autonomia energetica è quella del nucleare; per questo motivo accoglieremmo con estremo favore i nuovi mini reattori modulabili da inserire in contesti produttivi.