Milano

Hacking team, il software rubato finito ai terroristi

Potrebbe essere finita in mano a terroristi sauditi la tecnologia di Hacking Team, la societa' che vende servizi di sorveglianza a governi di tutto il mondo e che e' stata vittima di un violento attacco informatico 5 luglio scorso. E' questa l'ipotesi alla base del decreto di perquisizione con il quale la polizia postale di Milano e e quella di Torino si sono presentate nelle sede della socita' Mala srl, creata da due dipendenti fuoriusciti da Hacking Team Moustapha Maanna e Guido Landi. I due sono indagati dalla procura di Milano per accesso abuso informatico e rivelazioni di sistema industriale. Stando alle indagini del pm Alessandro Gobbis, i due avrebbero 'tradito' Hacking Team vendendone i segreti. Ipotesi sostenuta anche dall'ad della societa', David Vincenzetti. Accertamenti bancari hanno fatto emergere un bonifico di circa 300mila euro nel novembre 2014 da un conto riconducibile a una societa' saudita alla Mala srl. La causale ufficiale sarebbe stata quella di un servizio di formazione professionale che, tuttavia, stando agli accertamenti degli degli inquirenti nono sarebbe mai stato effetuato. Il sospetto e' che la tecnologia di Hacking Team 'rubata' dai due dipendenti infedeli che poi hanno fondato la societa' Mala srl, sarebbe finita in mano a integralisti interessati a sfruttarne le enormi potenzialita'.

DIPENDENTI "INFEDELI" - Maanna e Landi avevano dato le dimissioni da Ht nel maggio scorso e si erano 'messi in proprio' creando la societa' Mala con sede a Torino in via Guglielmo Marconi dove stamani si e' presentata la polizia postale. L'ipotesi della Procura di Milano e' che i dipendenti 'infedeli', una volta lasciata Ht, avrebbero venduto prodotti riconducibili al codice sorgente Galileo 'rubato' ad Ht a clienti che la societa' milanese non riteneva 'graditi' in quanto inseriti in ambienti vicini all'integralismo. I due, si legge sempre nel decreto, sono accusati di essersi "introdotti abusivamente in un sistema informatico di interesse pubblico per estrarre dati e informazioni tecniche in modo da cagionare il danneggiamento o l'interruzione parziale del funzionamento" e di "aver utilizzato o comunque rivelato a terzi il codice sorgente rcs Galileo ovvero parti del predetto codice nonche' altri dati di pertinenza di Ht".

SOFTWARE IN MANO AD INTEGRALISTI ISLAMICI - La Procura sta conducendo accertamenti, attraverso una rogatoria, sulla societa' Saudy Technology Development Investment ritenuta probabile mediatrice per conto di un altro committente da individuare. Lo spyware finito nelle mani della societa' saudita, secondo gli inquirenti, sarebbe servito per "neutralizzare" o "riprodurre" il software di spionaggio che potrebbe essere finito anche in ambienti di integralismo islamico. "Non risulta verosimile - scrive il pm Alessandro Gobbis - che la somma versata a Mala sia stata corrisposta per la formazione professionale apparendo piu' probabile l'ipotesi della fornitura di servizi informatici". Oltre a Maanna e Landi, sono indagate altre tre persone ritenute estranee al 'capitolo' saudita. Mostapha Maanna e Guido Landi erano stati interrogati quest'estate, su loro richiesta, dal pm Gobbis.

"QUESTE ACCUSE SONO BUFALE" - "Siamo tranquilli e certi che le indagini dimostreranno che le accuse che ci vengono mosse sono bufale diffuse da Hacking Team". Cosi' l'avvocato Sandro Clementi, legale di Mostapha Maanna e Guido Landi, commenta le perquisizioni a carico dei suoi assistiti, ex dipendenti della societa' milanese che vende servizi di sicurezza in tutto il mondo ed e' stata vittima di un violento attacco informatico l'estate scorsa. "Nel decreto di perquizisione - prosegue - non c'e' nessun riferimento al fatto che la societa' Mala srl (creata da Maanna e Landi) possa aver venduto servizi informatici agli arabi, poi finiti in mano ai terroristi. Quella del terrorismo puo' essere un'ipotesi investigativa ma non e' stata messa nero su bianco. Negli interrogatori di luglio, chiesti da noi, abbiamo spiegato i rapporti commerciali della societa' Mala giustificati da contratti. Non abbiamo nulla da nascondere, siamo contenti che le indagini vadano avanti. Verra' dimostrata la nostra estraneita'".

VERSAMENTO DA 300MILA EURO CON CAUSALE "SIMULATA" - Il versamento di 300mila euro alla Mala srl di Torino da parte della societa' saudita Saudi Technology Development and Investement, risale al 20 novembre 2014 e riportava come causale "simulata", secondo gli inquirenti, il pagamento di prestazioni di formazione professionale. Le perquisizioni locali e personali della polizia postale sono state finalizzate alla ricerca di materiale cartaceo e informatico relativo alla presunta vendita dello spyware. La societa' saudita, come si evince da fonti aperte, si occupa di "promozione della tecnologia e trasferimento delle conoscenze in Arabia Saudita". Gli inquirenti stanno tra l'altro cercando di capire la natura di questa societa' e se ha legami anche governativi.

"UN DISEGNO PERICOLOSO" - Nella querela presentata nel maggio scorso alla Procura di Milano, l'a.d. di Hacking Team David Vincenzetti definiva "pericoloso" il "disegno" di Mostapha Maanna e Guido Landi, con particolare riferimento alla "possibile creazione di un antidoto al software Rcs e la possibile vendita dello stesso tramite Mala srl a Paesi ostili e a enti non governativi". E' anche per verificare questa ipotesi che stamane il pm di Milano Alessandro Gobbis ha mandato la Polizia Postale a Torino a perquisire la sede di Mala srl, la societa'  creata dai due presunti dipendenti 'infedeli', il commerciale libanese Maanna e lo sviluppatore Landi, che potrebbe avere venduto il codice sorgente di Hacking Team a una societa' saudita privata vicina al governo del Paese arabo. Societa' che potrebbe essere stata un'intermediaria per ambienti militari, governativi oppure per gruppi integralisti islamici, ipotesi tutte circolate stamane in ambienti giudiziari. Gli inquirenti dovranno cercare di capire per quale ragione Landi e Maanna abbiano venduto il codice Rcs a questa societa' saudita.







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