I Hate Milano

25 aprile, ci riscopriamo esattamente per quello che siamo: divisi su tutto

Nella fossa in cui siamo precipitati siamo riusciti a riaccendere persino la divisione tra nord e sud

25 aprile, ci riscopriamo esattamente per quello che siamo: divisi su tutto

"Accoronati", la  nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza


Non bastava la tradizionale bagarre sul 25 aprile, specchio di un Paese che a 75 anni di distanza non ha ancora raggiunto una versione condivisa della propria Storia, con tutte le drammatiche conseguenze del caso.
Nella fossa in cui siamo precipitati, siamo riusciti a riaccendere persino la divisione tra nord e sud, tra meridionali terroni e nordisti polentoni, roba che si credeva relegata nei meandri dei profili Instagram per gli analfabeti più funzionali.
Così, ci lamentiamo che in Europa non ci aiutano e non ci regalano qualche vagonata di miliardi, il paradosso è che il leader nazionale del fronte anti-europeo, quello che blatera di anni bianchi fiscali e roba simile - evidentemente convinto che “fare opposizione” significhi proporre una serie di proposte irrealizzabili – è alla guida del partito che per primo ha contribuito a spaccare il Paese come nessun altro, trasformando in carne elettorale la retorica anti-meridionale, diventata ormai parte integrante del nostro DNA.
E’ facile, infatti, scagliarsi ora contro Feltri, diventato ormai niente di più che una macchietta di professione col preciso intento di farsi insultare sui social. Più difficile ricordarsi di quando, nel novembre 2018, dopo la proposta di Di Maio sulle chiusure domenicali dei negozi, il sindaco di Milano gli rispose “le faccia ad Avellino e non ci rompa le palle!”, frase il cui sottotesto avrebbe fatto la felicità di Umberto Bossi in canottiera nel 1992, e che invece di essere censurata fu accolta da grida di tripudio che inneggiavano al “Sindaco imbruttito”.
I momenti di difficolta, come già detto in passato, ben lungi da migliorare le persone ne rivelano il carattere. In questo 25 aprile di tragedia ci riscopriamo esattamente per quello che siamo: divisi su tutto e felici di esserlo. E poi cantiamo Fratelli d’Italia dal balcone.