Alla ri-scoperta del ponte che spacca in due Porta Genova. I Hate
Torniamo a parlare dell'assurdo caso del ponte di via Tortona chiuso da mesi, vera e propria metafora dell'Italia dei nostri tempi
In occasione del ponte di Ognissanti torniamo a parlare del ponte di via Tortona.
Gia', perché il quartiere più alla moda della città più alla moda d'Italia, il biglietto da visita della città di Expo a decine di migliaia di turisti e' al momento isolato dal resto della città e dalla metropolitana per via di un ponte chiuso.
Qui della cosa ce ne siamo accorti settimane fa. Come dite? Come mai ad I Hate Milano e ad Affaritaliani.it ce ne siamo accorti un mese prima e in via Solferino solo ieri? Semplice: noi utilizziamo una tecnologia di ultima generazione detta "trovare le notizie'", il quale - con l'ausilio di un software chiamato "ascoltare le persone'" - permette di riferire ai lettori non le chiacchiere dell'editorialista di turno sui massimi sistemi ma quello che succede a Milano e che influenza per davvero la vita dei cittadini.
E l'assurdo caso del ponte di via Tortona, la vita dei cittadini la influenza eccome, visto che li obbliga a un tortuoso giro di 20-30 minuti a piedi per raggiungere la metropolitana, con conseguente ripercussioni economiche per le numerose attività commerciali della zona. Ma, a pensarci bene, il ponte di via Tortona trascende la nostra città e diventa una metafora dei nostri tempi, o per meglio dire, dell'Italia dei nostri tempi. In questa storia infatti c'e' dentro tutto:
- ci sono le infrastrutture italiane che vengono a pezzi. Il ponte doveva stare chiuso una settimana, poi si sono accorti che stava cedendo e che una tragedia - come quella che abbiamo visto al tg in questi giorni - sarebbe potuta accadere da un momento all'altro.
- c'e' la mancanza di una politica di lungo respiro sulle grandi opere: e' dal 1991 che si parla di chiudere la stazione di Porta Genova e destinare la zona ad altro uso, ma la politica non si e' mai messa d'accordo su cosa.
- c'e' la retorica "dell'uomo solo al Comando" che vien giu' come un soufflé: Peppino Sala, il supereroe capace di costruire cento padiglioni con un solo schioccare delle dita, nelle vesti di Sindaco, in due mesi, non e' riuscito a trovare nessuna soluzione. E questo non per colpa sua, ma perché in questo Paese - come sempre - o si hanno i poteri straordinari assegnati davanti alle numerose "emergenze" o se si resta nell'ordinario e' impossibile anche spostare un vaso di fiori in tempi rapidi.
- c'e' la grande stampa che se ne frega, tutta presa a raccontare un Paese virtuale, ad andare in TV a mostrare il faccione parlando di Donald Trump salvo poi scoprire le cose accadute sotto casa quando sono note a tutti, anche alle pantegane del Naviglio.
- ci sono i cittadini che segnalano, discutono, organizzano petizioni, protestano....e tutto resta come prima.
Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo - e cercheremo sempre - di fare il nostro lavoro al meglio: e diciamo che via Tortona isolata per via di un ponte da due mesi, senza che nessuno sappia se e quando riaprirà, e' una barzelletta che non fa ridere, e che anzi fa venire i brividi come la peggiore delle notti di Halloween.