I Hate Milano
Coronavirus, dall’Europa soldi alla mafia? Per primo lo disse Grillo
Un giornale tedesco scrive quello che il leader del partito politico che ha nominato il premier ha detto alla stessa Europa pochi anni fa
Coronavirus, dall’Europa soldi alla mafia? Per primo lo disse Grillo
"Accoronati", la nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza
Un giornale tedesco scrive che l’Europa non deve versare fondi all’Italia perché in Italia i fondi finiscono alla mafia.
Ovvero: un giornale tedesco scrive, alla lettera, quello che il leader del partito politico che ha nominato l’attuale Presidente del Consiglio è andato a dire alla stessa Europa pochi anni fa.
E allora, oggi, che cosa c’è da stupirsi, esattamente?
Non basta: detto Presidente del Consiglio di mestiere non ha mai fatto il politico in vita sua, nemmeno in un consiglio di zona del paesello d’origine, ed è stato catapultato nel ruolo più importante di tutti meno di due anni fa non perché fosse bravo, non perché qualcuno credesse in lui ma perché chi lo proponeva – Di Maio – pensava fosse inesperto al punto da poterlo controllare a suo piacimento.
E quando è stato riconfermato dopo la caduta del Governo, non è stato riconfermato perché qualcuno della nuova maggioranza pensava avesse operato per il meglio ma solo ed esclusivamente perché detta nuova maggioranza non si è formata attorno a una comunanza di idee o alla condivisione di stessa visione politica ma solo ed esclusivamente per il terrore che al Governo salisse un altro, e in quel momento “l’Avvocato del Popolo” (come si è definito ai tempi, con una certa autoironia) era l’unica opzione.
Dulcis in fundo, “l’Avvocato del Popolo” invece di affidarsi a qualcuno di comprovata esperienza ha pensato bene di scegliersi come stratega Casalino Rocco, di professione ex concorrente del Grande Fratello 1, noto per aver detto che i poveri puzzano e che per depilarsi le gambe bisogna partire dai polpacci, la cui unica preoccupazione, dall’inizio dell’emergenza ad oggi, è stata quella di aumentare i like su Facebook e curare i rapporti con i giornalisti per evitare che nell’opinione pubblica potesse prendere quota l’idea di un Governo gestito da Mario Draghi.
Di cosa c’è da stupirsi, dunque, se i leader europei hanno preso “l’Avvocato del Popolo” e il suo stratega e li hanno portati a spasso per tre settimane, come Ronaldo il Fenomeno con la difesa del Piacenza in una partita di vent’anni fa?
Le crisi, quelle vere, sono così: rivelano le cose per quello che sono, senza pudori né vergogne.
Noi abbiamo passato gli ultimi dieci anni a scherzare col fuoco e a premiare l’eversioncina dei paraculi, ovvero un’eversione codarda che invece di prendersi la responsabilità – almeno – di scelte di rottura non ha fatto altro che piazzare la pagliuzza vicino al fuoco in modo da attirare l’attenzione degli stolti, sperando che la stalla non prendesse a fuoco.
Purtroppo, a causa di un virus, è divampato un incendio mostruoso, il cui conto sarà pagato in parte da noi e per il resto dai nostri figli.
C’è poco di che stupirsi: anzi, riflettendo bene ex-post su questo gruppo di analfabeti funzionali trasformati in classe dirigente, c’è da rallegrarsi che non sia accaduto prima.
E ore torniamo pure su Instagram, a scompisciarci dalle risate con “le bimbe di Conte”. Sia mai che qualcuno, in Italia, inizi a prendere le cose sul serio.