I Hate Milano
Coronavirus, i cinesi hanno falsato i dati. Il prezzo che paghiamo al regime
Abbiamo goduto dei benefici della dittatura cinese, che ha anteposto il profitto alla vita umana: adesso scontiamo l’immane prezzo da pagare
Coronavirus, i cinesi hanno falsato i dati. Il prezzo che paghiamo al regime
"Accoronati", la nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza
Ore 18 di ieri, va in scena il solito macabro appuntamento con “L’Enamorto”, la disumana roulette dove le vite umane sono numeri un tanto al kilo, tipo tonni al mercato del pesce, e si esulta se – per puro caso – la pesca è inferiore al giorno prima.
Dopo alcuni giorni a sorbirci il solito codazzo di cosiddetti esperti fare scientificissimi ragionamenti sul picco “forse alle spalle”, sul “trend positivo”, sulla “chiara inversione di tendenza nel numero dei contagi”, (giusto per citare quello che una nota virologa andata ospite dappertutto molteplici volte, probabilmente anche nel tinello di casa vostra, aveva dichiarato ieri l’altro) spunta la notizia che i contagi sono aumentati.
Panico! Sciagura! L’apocalisse è alle porte!
Domanda: perché ieri e l’altro ieri eravamo forse messi meglio?
Ovviamente no. Ovviamente, ieri, l’altro ieri e l’altro ieri ancora si erano fatti meno tamponi e quindi il numero dei contagi risultava più basso.
Una fatto scontato, insomma, immediato per chiunque abbia almeno la terza media: eppure per diversi giorni abbiamo sentito virologi e virologhe – ormai diventati una specie di categoria a parte di cabarettisti - investirci con un fiume di parole senza un barlume di valenza scientifica, proprio come fanno dall’inizio dell’emergenza. Perché la situazione, purtroppo, è sempre la stessa.
Del virus non si sa nulla, perché proviene da un Paese, la Cina, che purtroppo per i suoi abitanti è una delle dittature più spietate della Storia, tanto da riservare all’uomo che per primo lanciò l’allarme sull’epidemia non un monumento ma una reprimenda ufficiale (e chissà cos’altro).
Mentre virologi-infettifologi-epidemiologi nostrani affollavano i palinsesti TV a infondere speranza basate sul nulla, il Guardian pubblicava un’inchiesta che spiegava come ci sono serissimi problemi per pensare che i numeri cinesi siano totalmente falsi, e che i tremila morti dichiarati siano maggiori di decine e decine di migliaia.
Insomma: per decenni abbiamo fatto finta di niente, chiudendo gli occhi davanti a un regime senza scrupoli, che acconsente che i propri cittadini vengano sfruttati come ai tempi dei Faraoni per produrre oggetti di consumo. E lo abbiamo fatto convintamente, felici di poter godere dell’ultimo gingillo tecnologico prodotto con il sangue dei lavoratori.
Ora, purtroppo, ci tocca pagare il conto.
Abbiamo goduto dei benefici della dittatura cinese, che ha anteposto il profitto alla vita umana; e adesso scontiamo l’immane prezzo da pagare sotto forma di una totale bolla di ignoranza su quelli che sono le reali dimensioni del fenomeno, chiaramente occultate dal regime. Certo, i giornali devono andare in stampa, le trasmissioni devono andare in onda, ed è normale che finiscano a chiamare i cosiddetti “esperti”.
Ma loro, i cosiddetti “esperti”, ce l’hanno una coscienza? Non farebbero bene, per una volta, a dire “chiedo scusa, ma non ne ho la più pallida idea”?
Per dirla con Nanni Moretti: la dignità, dov’è la dignità?
P.S. A proposito di dignità, oggi chiudiamo con un pensiero per Guido Bertolaso. L’ex “Uomo della Provvidenza” che con questa tragedia non aveva nulla a che fare: era in Africa (tra l’altro – per spietato contrappasso della Storia – il continente oggi più sicuro del mondo) a farsi gli affari suoi, quando è stato chiamato per dare una mano in una situazione disperata. Si è messo a disposizione, per giunta a titolo gratuito e chiarendo che finito il suo lavoro non avrebbe voluto alcun ruolo (a differenza di chi gli è stato preferito come “supercommissario” a Roma), e poi si è ammalato tanto da venire ricoverato al San Raffaele.
Marco Travaglio – lo stesso che una volta disse che le Camere del Parlamento italiano dovevano essere “sciolte nell’acido” - ha commentato la vicenda con quella che secondo lui è una spiritosaggine, dicendo che più che creare nuovi posti letto Bertolaso ne ha occupato uno.
Servirebbe una reazione chiara da parte di tutte le persone per bene: ma forse, dando un occhio alle vendite del Fatto, la reazione migliore la stanno già fornendo i suoi lettori.