I Hate Milano

Coronavirus, il nostro 11 settembre. Ora abbiamo solo bisogno di silenzio

Fate un passo indietro tutti - giornalisti, opinionisti, politici, sindaci - che con la vostra faciloneria ci avete condotto ballando dentro il precipizio

"Accoronati", la  nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza

Circa vent’anni fa, quelli della mia generazione videro le Torri Gemelle di New York abbattute da due aerei, e immediatamente capirono che il mondo non sarebbe stato più lo stesso.

Quello che succede in queste ore è un altro 11 settembre, ancora più drammatico perchè non circoscritto nel luogo (l’epidemia è ovunque) e nemmeno nel tempo (nessuno sa quanto durerà).

Sono cresciuto con il ricordo  dell’eroismo dei pompieri americani nelle due torri, che continuavano a salire per aiutare le persone scappare, autocondannandosi alla fine. 

Oggi rivedo quello stesso eroismo nei medici, negli infermieri e in tutto il personale ospedaliero che da giorni combatte una guerra di trincea come nemmeno negli improvvisati ambulatori della Prima Guerra Mondiale.

Oggi il Direttore del Corriere della Sera scrive che “ognuno deve fare la sua parte”: probabilmente ignora che medici e infermieri la loro parte la stanno facendo da due settimane, anche nei giorni in cui lui scriveva che “si doveva ripartire”, il Sindaco faceva l’aperitivo con il conduttore TV e il Segretario ora ammalato, e la scienziata con il libro in uscita diceva che era solo un raffreddore. 

Quindi direttore, per favore sia gentile. Per una volta tanto, faccia un passo indietro. Fate un passo indietro tutti, giornalisti, opinionisti, politici, sindaci, conduttori tv, uomini e donne di esperienza di ogni tipo, che con la vostra ignoranza,  faciloneria di gregge, ci avete condotto ballando dentro il precipizio. 

Tacete.

L’unica cosa di cui il Paese ha bisogno in questi giorni è il silenzio, per non disturbare ulteriormente chi, senza chiedere niente in cambio, sta rischiando la vita. 

Eroi anonimi il cui sacrificio di questi giorni non verra’ dimenticato, allo stesso modo in cui nessuno ha dimenticato quello dei pompieri newyorkesi l’11 settembre.