I Hate Milano
Coronavirus, l'unità che non c'è e Padre Travaglio che elogia Berlusconi
Credevamo che la classe politica avrebbe almeno provato a mettere un freno a questa totale mancanza di strategia. Ma non è così
Coronavirus, l'unità che non c'è e Padre Travaglio che elogia Berlusconi
"Accoronati", la nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza
Forse, tra qualche anno, su Contecasalino faranno un film, perché la storia di questo duo è una storia che nessuno sceneggiatore avrebbe mai potuto immaginare. Nessuno avrebbe potuto immaginare che un giorno, durante una pandemia e la crisi economica peggiore di sempre, saremmo stati guidati da un oscuro avvocato con l’abitudine a gonfiare il curriculum e da un ex concorrente del Grande Fratello, passato dal litigare con Tina Cipollari a Buona Domenica a rappresentare il Paese nei vertici internazionali più determinanti della nostra Storia.
Ma oggi, purtroppo, la storia è ancora cronaca, e racconta di uno scenario ogni giorno più buio, da cui risulta sempre più difficile immaginare una via di fuga.
Credevamo che grazie a un ritrovato spirito di responsabilità la classe politica avrebbe almeno provato a mettere un freno a questa totale mancanza di strategia e di orizzonte. Con decine di aziende sul punto di fallire, e molti negozi e locali – soprattutto a Milano – che ogni giorno annunciano sui social la loro chiusura definitiva, credevamo che persino la classe politica italiana, da sempre nota per l’incapacità genetica a guardare oltre il proprio naso, avrebbe saputo trovare un po’ di coesione per permettere al Paese di non affondare.
Poi abbiamo letto di Berlusconi nei panni di Scilipoti pronto ad offrire il proprio sostegno incondizionato alla Pochette allo Sbando, in un matrimonio contro natura officiato da Padre Travaglio, lo stesso che fino all’altro ieri e per vent’anni considerava lo stesso Berlusconi niente di più che un mafioso (non in senso culturale o metaforico, ma proprio nel senso letterale del termine).
Nessun Governo di unità, nessun patto che unisca i partiti di tutto l’arco costituzionale per affrontare una ricostruzione assai più dura di quella che un’altra classe politica, di ben altro lignaggio, dovette affrontare nel 1945.
“L’Italia è moribonda? Spartiamoci il cadavere” è il ragionamento senza scrupoli, mentre i pochi giornali liberi riportano quotidianamente le grida di aiuto disperate di lavoratori di ogni estrazione sociale. Prova ne sia che la più dura requisitoria contro il Governo, un atto d’accusa come in TV non si erano ancora visti, non lo ha fatto un Salvini ormai in declino ma Renzo Rosso, patron della Diesel e imprenditore illuminato storicamente vicino alla sinistra.
Quello che il Premier Per Caso e il suo sodale non capiscono, dopo due mesi passati a decidere di non decidere per non perdere consenso e a circondarsi di fantasmi, esperti del menga e inutili task force (tra l’altro gestite in remoto, visto che il Padre della Patria Colao ha rivelato di non essersi mosso da Londra) solo per avere vicino qualcuno cui dare la colpa (leggetevi come il New York Times fa a pezzi la pochette: e meno male che all’estero lo ammiravano!) è che alla fine i capri espiatori saranno loro.
Quando il caldo o la Divina Provvidenza faranno uscire l’emergenza sanitaria dall’agenda e ci si renderà materialmente conto dei danni economici prodotti, quando la gente uscirà di casa e non troverà i bar, i ristoranti, i negozi dove era solita andare, allora altro che le pernacchie virtuali: un’ondata di rabbia si abbatterà su chi ha passato settimane decisive a chiedere “atti d’amore” invece che a studiare misure concrete, e ha ragione da vendere una persona seria come Stefano Folli, che su Repubblica si augura che le cose non sfuggano di mano. A quel punto, la classe politica oggi inattiva avrà gioco facile ad offrire a un Paese inferocito e impoverito fino all’inverosimile lo scalpo di Contecasalino, che saranno messi alla porta a tempo di record.
Bettino Craxi diceva che chi conosce la Storia è più preparato per affrontare i problemi dell’oggi. Se Contecasalino avessero avuto un’idea, anche vaga, della nostra storia politica sarebbero stati a conoscenza di un’altra frase di Craxi, quella sulle volpi che prima o poi finiscono in pellicceria.
Esattamente quanto accadrà a loro: ma sarà una ben magra consolazione.
P.S. Riguardo alla clamorosa opera di manipolazione di cui parlavamo ieri, quella relativa al supposto “documento riservato” del comitato tecnico-scientifico secondo cui riaprendo in Italia avremmo avuto 150 mila persone in terapia intensiva, pubblicata ad arte dalla stessa giornalista che da due mesi ha accesso a tutte “le anticipazione” sui decreti, segnaliamo che – come dimostrato da un gruppo di matematici qui - quello studio è falso. Si tratta, quindi, di una fake news, costruita e rilasciata ad arte per influenzare l’opinione pubblica. Si richiede immediatamente l’intervento della task force anti fake news.
P.P.S. Riguardo a Padre Travaglio, nella sua quotidiana colata di bava in difesa di Contecasalino, ieri citava un sondaggio secondo cui l’85% degli italiani ha apprezzato la performance TV di domenica sera. Tale sondaggio è inesistente, come rilevato qui.
Quella di Travaglio è quindi una fake news, confezionata per orientare l’opinione pubblica: si richiede immediatamente l’intervento della task force.
P.P.P.S. Riguardo al Commissario Fantasma Arcuri, che negli ultimi giorni, forse per dare notizie di se alla famiglia, si è messo a dare di matto, prima incaponendosi contro i farmacisti che gli hanno detto che a 0.50 centesimi le mascherine non si possono vendere , poi dando del “bevitore di centrifugato sul divano” a tutti quelli che lo hanno criticato, la sua dichiarazione secondo cui “in Italia si fanno più tamponi che in tutto il resto del mondo” è falsa, come viene spiegato da Luca Ricolfi qui.
Quella di Arcuri è dunque una fake news: si richiede immediatamente l’intervento della task force.