I Hate Milano
L’intervista birichina a D’Alfonso. La satira dissacrante di I Hate
L’altro ieri sul Corriere è uscita un’intervista birichina, così birichina che per riprenderci ci sono voluti due giorni. L’assessore Franco D’Alfonso, già “ideologo arancione”, ha di fatto annunciato urbi et orbi il suo sostegno alla candidatura di Giuseppe Sala. Fin qui nulla di strano, ci mancherebbe: ognuno è libero di sostenere chi crede. Ma a rendere birichina l’intervista è il tentativo di presentare Giuseppe Sala, già direttore generale della giunta Moratti che D’Alfonso contribuì a mandare a casa, come espressione del civismo, in totale continuità con l’esperienza di Giuliano Pisapia.
Insomma, quel Beppe Sala che fino a luglio 2010 era uno degli uomini di punta dell’amministrazione Moratti, dalla Moratti stessa nominato commissario a Expo, non sarebbe una candidatura voluta in prima persona da Matteo Renzi per vincere facile sotto la Madonnina grazie al successo mediatico dell’Esposizione Universale: no, sarebbe espressione della società civile.
E nell’incensare Sala, D’Alfy ne ha parecchie per chi Sala lo ha sfidato, ovvero Francesca Balzani. “Per un paio d’ore” dice D’Alfonso” è passata con la candidata di una jihad della sinistra, adesso si definisce con le persone che le stanno intorno”. Sul buon gusto di associare, per gusto di battuta, la parola “jihad” alla Balzani, in questo periodo storico, sorvoliamo: del resto parliamo di uno che, per gusto di battuta, parlando di Pisapia nominò il comandante Schettino.
Quello che ci interessa è il secondo passaggio, quel “le persone che gli stanno intorno”. E chi sarebbero queste persone? Forse proprio Giuliano Pisapia, che la Balzani l’ha portata a Roma da Matteo Renzi? No. D’Alfonso sta parlando di…(rullo di tamburi)…Stefano Boeri! Eh già, per la duecentoquaratasettesima volta dal maggio 2011, D’Alfonso si diletta in quello che ormai è il suo hobby preferito, ovvero sparare a pallettoni contro Boeri.
Uno dice: ancora? Lo hanno combattuto alle primarie dicendone peste e corna, lo hanno messo in Giunta a malavoglia viste le 13 mila preferenze raccolte, lo hanno cacciato nonostante le 13 mila preferenze raccolte: non sarebbe il caso, visto anche che siamo a Natale, di lasciar perdere? Giammai.
Sentitelo: “Sala è stato accusato di essere il direttore generale della Moratti mentre nessuno ha mai accusato Boeri di essere l’architetto della Moratti”. Se questa voleva essere una battuta, dobbiamo dire che si, questa fa ridere. Se invece non si tratta di una battuta, allora forse siamo davanti a una gigantesca, colossale amnesia.
Intanto non è che Sala sia stato “accusato” di qualcosa: Sala è stato, fino a 10 mesi dall’elezione di Pisapia, il Davide Corritore della giunta Moratti. Che poi sia stato fulminato lungo il Decumano di Expo, e abbia cambiato idea, è un altro discorso. Ma questa non è un’accusa, è un fatto. Ma a lasciare basiti è il passaggio su Boeri: ma come? Nel 2011 la candidatura di Pisapia, “inventata” anche da D’Alfonso, nasce esattamente perchè Boeri era considerato troppo vicino alla Moratti! La gente, al teatro Litta, gridava all’inciucio, all’ennesima strategia per perdere, al candidato da salotto vicino alla destra e a Comunione e Liberazione. Ma come è possibile dire, oggi, che “nessuno ha mai accusato Boeri” quando è stato proprio grazie all’accusa a Boeri che è nato il progetto arancione?
Insomma: 2010, il PD candida una persona che aveva lavorato per la giunta Moratti. Scoppia la polemica e si arriva ad una candidatura alternativa.
2015, il PD candida una persona che aveva un ruolo di primissimo piano nella Giunta Moratti. E’ una candidatura civica, a sbagliare è chi prova a proporsi come alternativa. Ci sta che in queste settimane vada in scena il risiko di posizionamenti e riposizionamenti vari. E’ il gioco della politica. Solo, per favore, sarebbe bello evitare di stravolgere la Storia, per rispetto sia di tutto quello che fu la Milano Arancione sia delle intelligenze degli elettori.