I Hate Milano

Ve la prendete con i ragazzi che escono? Ecco perché dovete vergognarvi

La causa siamo noi, che non siamo stati in grado di insegnare loro ad essere diversi. Anche se fanno prudere le mani


"Accoronati", la  nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza

Fanno prudere le mani – urka, se fanno prudere le mani – le immagini dei ragazzini in piazza Gae Aulenti o di quelli appena più grandi a Roma, nel quartiere San Lorenzo, che con fare guappesco dicono che il virus, a loro, non fa paura.
C’e’ poco da prendersela con loro, tuttavia.
Una decina di giorni fa, quella testa coronata di Beppe Severgnini diceva sostanzialmente le stesse cose sul principale quotidiano d’Italia e poi addirittura sul New York Times, accusando chi si preoccupava di fare del fantomatico “populismo della salute”, frignando perché in Rai gli avevano negato l’accesso in quanto proveniente da Crema.
Per non dire della sorte toccata a una persona seria e preparata come il sociologo Luca Ricolfi, preso a pernacchie sul Fatto Quotidiano quando aveva lanciato l’allarme sui contagi che presto avrebbero sfondato muri numerici impensabili.
Come diceva Flaiano, in Italia la situazione è sempre grave, ma mai seria, e in questi giorni abbiamo avuto la più spettacolare delle conferme. E quindi adesso non vale prendersela con i più giovani, stigmatizzandone la superficialità, come fossero loro il capro espiatorio di un Paese affetto da sempre dal virus della cazzoneria.
Loro sono solo il prodotto, non la causa.
La causa siamo noi, che non siamo stati in grado di insegnare loro ad essere diversi. Se proprio dobbiamo prendercela con qualcuno, prendiamocela con i responsabili della più nefasta opera di disinformazione mai operata nella storia del giornalismo mondiale. Ma giù le mani dai ragazzi.