Milano

Hiv, l’associazione Milano Check Point compie cinque anni

Redazione

Con 60 volontari operatori alla pari e 20 medici volontari, dalla sua nascita il ‘safe place’ ha testato gratuitamente 10mila persone per Hiv e sifilide

Hiv, l’associazione Milano Check Point compie cinque anni

In occasione del quinto anniversario della sua nascita, l’associazione Milano Check Point Ets ha organizzato con il patrocinio del Comune di Milano e di ATS Milano, il supporto di Viatris e con ViiV Healthcare a fargli da sponsor, il convegno ‘5 anni di Milano Check Point’, svoltosi stamani a Palazzo Marino a Milano.

Rivolto ai volontari italiani del mondo del privato sociale, della community Lgbtq+ e delle persone che vivono con Hiv, ai giovani medici ed agli specialisti, il convegno ha celebrato i primi 5 anni di servizio dell’associazione, fornendo best practice e aggiornamenti riguardo la salute sessuale, il safer sex, la PrEP e le infezioni sessualmente trasmissibili.

Il coordinatore di Milano Check Point Ets Daniele Calzavara ha così commentato il traguardo raggiunto dall’associazione: “Era la fine del 2018 quando finalmente siamo riusciti a dar vita al checkpoint, che in pochi anni, nonostante la fatica e le difficoltà continue, è diventato un luogo riconosciuto da tutte le persone della comunità Lgbtq+ di Milano e non solo. Siamo molto fieri che il nostro lavoro di tutti i giorni aiuti le persone, le faccia sentire al sicuro e faccia sì che possano vivere la sessualità in modo libero e consapevole, determinandosi e non lasciando più le cose al caso. I dati epidemiologici ci dicono che stiamo facendo un ottimo lavoro - ha spiegato Calzavara - Milano, da sempre con il primato negativo del numero più alto di nuove diagnosi di Hiv l’anno, dal 2020 ha visto un’inversione di rotta marcata come in nessun altro posto in Italia. Credo che il nostro lavoro stia davvero producendo salute, salute sessuale e benessere per tutte le persone, abbattendo le barriere dello stigma legato all’Hiv, la sessuofobia e facendoci vivere meglio” ha concluso.

Le personalità intervenute al  convegno di Milano Check Point

Lamberto Bertolè, assessore al Welfare e alla Salute del Comune di Milano, è intervenuto all’apertura elogiando il lavoro svolto in questi anni dall’associazione.

Tra i numerosi esperti che hanno preso parte all’evento, oltre al dottor Davide Moschese, infettivologo dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, alla dottoressa Camilla Muccini, medico specialista in malattie infettive dell’ospedale San Raffaele di Milano e alla professoressa Antonella D’Arminio Monforte, infettivologa, membro del board di Milano Check Point e presidente di Fondazione Icona, anche il dottor Roberto Rossotti, del Grande Ospedale metropolitano Niguarda. Quest’ultimo ha commentato: “Celebriamo con emozione questi primi 5 anni di attività. Cinque anni importanti per quello che abbiamo vissuto anche a livello mondiale, tra una pandemia e l’epidemia di Monkeypox, riuscendo però a portare avanti un servizio per la salute sessuale importante per la community che ha contribuito al cambio dell’epidemiologia da Hiv a Milano”.

Durante il convegno si sono tenuti momenti di confronto per progettare il futuro dei centri community-based per una salute territoriale di prossimità e in ottica di sussidiarietà orizzontale.

"Con Milano Check Point la città si è messa alla pari di altre città europee"

Per l’occasione, D’Arminio Monforte ha dichiarato: “Grazie a Milano Check point, Milano finalmente si è messa alla pari di altre città europee, fornendo un servizio di primo livello gratuito per tutta la popolazione che lo richiede: screening non solo di Hiv ma anche di altre infezioni a trasmissione sessuale e prevenzione sia tramite informazione sia tramite la profilassi pre esposizione (PrEP) per le persone ad alto rischio di acquisizione di Hiv. Tutto questo è reso possibile grazie al personale qualificato e ai volontari delle 5 associazioni che hanno costituito il check-point. Il cammino è ancora lungo e, soprattutto, ci si pone come obiettivo raggiungere le persone più fragili (migranti, donne, persone transgender) con campagne di informazione e di screening. Per fare ciò - ha concluso la presidente di Fondazione Icona - la collaborazione con il Comune e la Regione è fondamentale, così come la strutturazione delle persone che dedicano il loro tempo e impegno a questo progetto virtuoso”.

Alla tavola rotonda ‘Quale futuro per il Milano Checkpoint?’, moderata dal coordinatore dell’associazione Daniele Calzavara, hanno preso parte Marco Papa, direttore dell’area Salute e Servizi di comunità del Comune di Milano, Danilo Cereda, direttore dell’unità operativa di Prevenzione di Regione Lombardia, la dottoressa Anna De Bona, della struttura complessa di Malattie infettive e tropicali dell’ospedale San Paolo di Milano e Massimo Cernuschi, presidente di Asa e di Milano Check point.

Il presidente Cernuschi ha espresso grande soddisfazione per il traguardo raggiunto: “Abbiamo costruito questo centro Community-based grazie al supporto fattivo di medici e di operatori volontari, che ci hanno dedicato una parte del loro tempo libero e le loro straordinarie competenze. Abbiamo avuto supporto economico da companies e enti pubblici e siamo diventati un punto di riferimento culturale e scientifico per il mondo dell'Hiv. Posso solamente ringraziare tutti per aver reso possibile questo successo”.

Presente al convegno anche la professoressa Antonella Castagna dell’Università Vita Salute San Raffaele e direttrice della struttura complessa di malattie infettive dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha così commentato il quinto anniversario dell’associazione: “Milano Check Point in questi 5 anni è riuscita ad affermarsi nel colmare un gap tra le popolazioni più fragili, che sono anche le più difficili da raggiungere, e la rete territoriale dei servizi. La collaborazione con la nostra struttura ha portato ad ottimi risultati, penso allo studio Mosaico, dove la sinergia tra le nostre strutture ha massimizzato i risultati. Penso poi anche alle tante persone che vengono agganciate dopo una prima reattività riscontrata al checkpoint. Credo fortemente che dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione tutti insieme”.

La storia di Milano Check point Ets

Fondata sul finire del 2018, l’associazione Milano Check point Ets è una rete di associazioni costituita da 5 enti attivi nel volontariato che da decenni operano senza finalità di lucro nel campo della lotta all’Hiv/Aids: Anlaids sez. Lombarda Ets (Associazione nazionale per la lotta all’Aids), Asa Milano Odv (Associazione Solidarietà? Aids), Cig - Arcigay Milano Odv (Centro iniziativa gay), Fondazione Lila Milano Onlus (Lega Italiana per la lotta contro l’Aids) e Nps Italia Aps (Network persone sieropositive).

Le cinque organizzazioni hanno scelto di unire le loro esperienze, competenze e risorse al fine di realizzare un progetto finalizzato al contrasto dell’infezione da Hiv e altre infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) nell’area milanese nella popolazione in generale, con particolare attenzione per gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, persone trans* e sex worker.

Attivo dal 2019, il check-point di via Pergolesi 15 a Milano è impegnato a contrastare l’infezione da HIV con counseling e test di screening, ad abbattere lo stigma e ad offrire un percorso di prevenzione quale la PrEP (Profilassi Pre Esposizione da Hiv). In poco tempo, il Milano Check point è diventato luogo di riferimento per le cittadine e i cittadini per prendersi cura della propria salute sessuale, un posto sicuro, extra-ospedaliero, gestito dalla comunità per la comunità, con un’offerta d’eccellenza.

Con 60 volontari operatori alla pari e 20 medici volontari, dalla sua nascita il checkpoint ha testato 10.000 persone per Hiv e sifilide, ha seguito 1100 persone per la PrEP ed ha erogato 8000 visite PrEP comprensive di screening.







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