Milano

Homeless: partito il Piano freddo

Senza dimora: partito il Piano freddo di Milano Medici Volontari Italiani in prima linea Sempre più homeless: sono 700mila in Europa

E’ partito l’11 novembre il “Piano freddo” 2020-21, messo in atto dal Comune di Milano per assistere le persone senza dimora nella stagione climaticamente più dura. E come avviene ormai da molti anni Medici Volontari Italiani è stata incaricata di effettuare lo screening di verifica medico sanitaria dell’idoneità all’accesso dei bisognosi alle strutture di accoglienza comunitaria. 

MVI dedicherà particolare attenzione all’individuazione di eventuali patologie  - in primo luogo la  tubercolosi e in subordine la scabbia -  che possono rappresentare un rischio non solo per  la persona,  ma anche per coloro che le sono vicino. Chi chiede al Centro Aiuto Stazione Centrale di essere inserito in una struttura di accoglienza viene quindi sottoposto a una verifica medica dell’idoneità alla vita in comunità, in base a un protocollo concordato con Villa Marelli, e verifica del test di Mantoux per la tubercolosi. Le visite vengono fatte dai medici di MVI lunedì, mercoledì e venerdì mattina nell’unità medica mobile, parcheggiata di fronte al Centro Aiuto di via Sammartini; il martedì e giovedì pomeriggio nei locali del Poliambulatorio di MVI in via Padova 104. 

Nell’ultima campagna antifreddo, relativa all’inverno 2019-20, MVI ha effettuato circa 900 visite. 

Il Piano freddo avviene però quest’anno in condizioni molto diverse dal passato e richiede un accresciuto impegno a causa delle pandemia, che ha reso necessario introdurre verifiche dell’eventuale positività al Covid, delle quali si occuperà la ATS (Azienda Tutela Salute) di Milano. 

Inoltre è sempre più grave la  situazione dei senza dimora, come ricordano la  European Federation of National Organisations working with Homeless (FEANTSA) e la Fondazione Abbé Pierre nel loro Quinto rapporto sull’esclusione abitativa in Europa (2020).

I senza dimora stanno da tempo sensibilmente crescendo ovunque. Nell’Unione Europea nel 2019 almeno 700mila persone (+ 70% dal 2009) dormivano per strada o in rifugi di emergenza e il 4% della popolazione viveva in case inadeguate. Più in generale, i poveri (reddito inferiore al 60% della media del paese) sono passati dal 16,5% al 17,1% della popolazione tra il 2010 e il 2018. E ciò senza tener conto degli effetti della pandemia, successiva al rapporto di FEANTSA e Abbé Pierre.

E’ difficile quantificare il fenomeno dei senza dimora. I dati provengono da diverse fonti e vengono raccolti con criteri diversi in tempi diversi. Ma si tratta di un evidente fallimento nella lotta della UE contro la povertà. 

 Alcuni casi: in Spagna nel 2016 oltre 16mila persone (+20,5% in due anni) dormivano ogni giorno in sistemazioni di emergenza; in Francia si è visto un aumento degli homeless del 50% tra il 2001 e il 2012, a quota 143mila; in Gran Bretagna registrati nel 2019 in una notte oltre 87mila senza dimora, pari a un +72% dal 2011; in Olanda si stimavano nel 2018 quasi 40mila senza dimora (+121% dal 2009);  in Germania sono stati rilevati nel 2018 337mila homeless. In Italia si è avuto un aumento del 6% (a 50.724 persone) dei senza dimora tra il 2011 e il 2014; la percentuale degli homeless da oltre due anni è passata dal 27.4% al 41.1%; quella degli homeless da oltre quattro anni dal 16% al 21.4% tra il 2011 e il 2020.  In aumento quasi ovunque le donne. 

                       

 







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