Milano

I Brevetti fanno litigare il Governo. Speranza freddo con Boccia. Rumors

di Fabio Massa

L'emergenza coronavirus e il Tribunale del Brevetti creano tensioni e malumori tra esponenti politici, membri del Governo, partiti e regioni

I Brevetti fanno litigare il Governo. Speranza freddo con Boccia. Rumors

Litigano, dalle parti del Governo. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, anche sulla vicenda dei tamponi si è rinverdito lo scontro tra il Partito Democratico e quel che rimane di Leu, ovvero Roberto Speranza. Da una parte Nicola Zingaretti, intenzionato a usare con tutta la forza mediatica a disposizione il ritardo dei tamponi su Malpensa e Linate, a fronte invece dell'eccellenza su Fiumicino. Insomma, di giocare con forza la carta che la prima della classe non è poi così tanto prima. E di attaccare ancora Matteo Salvini passando per Attilio Fontana. Per questo si era scatenata una polemica molto forte, fatta di video, di interviste, di conferenze stampa. Certo che Zingaretti si sarebbe atteso una "copertura" anche del Ministro alla Salute, Roberto Speranza, che invece non è arrivata. Anzi. Da molti esponenti governativi Speranza è visto come "filo-lombardo", in contrapposizione a un falco come Francesco Boccia, che invece è entrato spesso a gamba tesa contro la Regione Lombardia.

A mediare sempre Giuseppe Conte, che dopo liti nei momenti più concitati dell'emergenza, a inizio marzo, adesso è diventato paciere. Sembra lontano lo scontro memorabile con il quasi sempre pacifico Attilio Fontana: il premier chiese di parlare da "avvocato" ad "avvocato" al collega Fontana che tuttavia sbottò: parliamo da premier a governatore. Adesso invece Conte ha tenuto una linea garantista soprattutto sulle inchieste che hanno investito la Lombardia, che hanno lambito il Governo e che dilagheranno a breve in tutta Italia. La linea Conte, ben più efficace di quella adottata in tutto il resto d'Italia, è stata di eliminare un discorso sul merito delle decisioni: sono state scelte politiche, e la magistratura non può giudicarle perché - appunto - sono state scelte politiche. Anche a domanda del direttore di Affari sull'affare camici (per il quale si prevede un riattivarsi delle attività dopo la pausa estiva, osservata sia dal governatore che dal pm Furno), Conte ha risposto dicendo di non conoscere la vicenda e dunque di non voler esprimere nessuna opinione: fair play istituzionale.

Mentre ancora non si è placata la polemica sull'emergenza Covid, si apre adesso un nuovo fronte: il Tribunale dei Brevetti. Mesi fa la Lega aveva lanciato l'allarme: la candidatura di Milano, che sarebbe dovuta essere un parziale "risarcimento" dopo il fallimento di Ema (anche per colpa dell'allora governo di centrosinistra che mandò un sottosegretario) sta subendo una battuta d'arresto perché il Movimento 5 Stelle vuole Torino. Ieri un post di Attilio Fontana ha riattizzato la polemica, trovando una conferma da Stefano Buffagni, viceministro allo Sviluppo Economico pentastellato ed esponente di spicco del partito al Nord. Buffagni ha scritto nero su bianco che l'opzione migliore per lui sarebbe Milano. Dunque, un derby con Torino esiste. Ed esiste soprattutto perché Chiara Appendino ha annunciato che si vuole ricandidare. E dopo aver perso tutta una serie di treni, ha bisogno di qualcosa per tornare in carreggiata. Magari andando a scipparlo proprio a Milano, che in precedenza aveva conquistato prima la Fiera del Libro (poi tornata a casa), e poi la Fiera dell'Automobile (questa davvero una perdita incredibile)

fabio.massa@affaritaliani.it








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