I motivi di Maroni: ultime trattative fino alle 11 di lunedì
di Fabio Massa
Altro che motivi "personali". Motivi politici, tanti. E anche qualche suggestione giudiziaria. Che cosa c'è dietro il possibile ritiro di Roberto Maroni dalla competizione in Lombardia? Prima di tutto il calcolo. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano, il centrodestra ha sondato con dovizia di particolari tutti i possibili candidati. L'unico largamente in vantaggio su Giorgio Gori si chiama Roberto Maroni. Tutti gli altri, rendono la partita altamente contendibile. Un altro candidato "buono" sarebbe Giancarlo Giorgetti, che però pare davvero restio a correre. Tanto che Salvini ha sparato sul tavolo, per stanare Maroni, subito il nome di Attilio Fontana, ex sindaco di Varese e fedelissimo. Un amministratore, un sindaco. Insomma, uno di quei leghisti che amministrano. E Maroni? Maroni sa di essere un asset forte per riconquistare la Lombardia. E ha fatto confermare la conferenza stampa di domani alle 12 per il post giunta. Perché? Perché la trattativa si fa adesso, pare. Su che cosa? Probabilmente, uno dei motivi del contendere è la Lista Maroni. Salvini aveva detto a Maroni che non l'avrebbe dovuta fare, costi quel che costi. Maroni, invece, insiste per volerla fare. Chi la spunterà? E a bordo di quella lista i centristi ci saranno? E se non ci dovesse essere Maroni, che fine farà quella pattuglia? Incognite. Poi c'è la vicenda giudiziaria. Da un punto di vista di tempistica, al Maroni candidato manca pochissimo per arrivare a traghettare l'obiettivo di avere la sentenza dopo le elezioni. Certo, non si è attirato le simpatie del collegio giudicante. Anzi, proprio no, con la tattica dilatoria. Ma l'assoluzione di Malangone, anche se in punta di diritto non deve influenzare il suo giudice, è ovvio che avrà un peso specifico enorme. Poi, in fondo a tutto, c'è la volontà personale. Ad oggi si confrontano tre teorie: la prima vede Maroni che si vuole ritirare da tutto perché stufo. La seconda vede Maroni che sta facendo il politico, ovvero tratta. La terza vede Maroni che vorrebbe andare a Roma a fare il candidato premier, anche in opposizione a Salvini. Infine, c'è la realtà dei fatti: domani Maroni informerà la giunta alle 11 della sua volontà, e alle 12 la stampa. Ancora poca attesa e poi Gori saprà se può stappare lo spumante oppure no.
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