Milano

I verbali desecretati e Alzano. La scelta politica (giusta). Scarica

di Fabio Massa

Al di là delle polemiche sulle zone rosse non istituite a Nembro e Alzano, i documenti dimostrano che Conte fece bene a chiudere l'Italia intera

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I verbali desecretati non chiudono la discussione sulla mancata zona rossa di Alzano e Nembro. Mancano infatti dalla documentazione resa disponibile da Palazzo Chigi le relazioni tecniche proprio dei giorni decisivi nei quali si doveva decidere sulla chiusura dei due comuni, con il rimpallo di responsabilità tra Regione Lombardia e Stato centrale. In effetti, una questione tutta politica poiché Giuseppe Conte, il premier, con una strategia decisamente efficace ha chiarito ai pm che stanno proseguendo nell'inchiesta che è stata una decisione prettamente politica, eliminando dunque qualunque tipo di ipotesi di reato ed asciugando l'inchiesta al punto che difficilmente potrà essere incriminato qualcuno per un scelta che può essere stata giusta o sbagliata ma che è e rimane al di fuori della giurisdizione giudiziaria. Eppure, malgrado le giustificazioni di Conte, dimostratosi assai lucido, le polemiche politiche, alimentate da media che insistono su presunti scoop e dossier, identificando il dolo laddove c'è stata semplicemente una scelta, continuano a far permanere lo scontro tutto mediatico sulla mancata zona rossa di Alzano e Nembro. Ora la pubblicazione di parte dei verbali fa riaccendere lo scontro. Ma solo per la mancanza di alcuni documenti. Perché peraltro la linea individuata era quella già spiegata da Conte: si era deciso di chiudere tutto, e dunque la mancata chiusura di Alzano e Nembro andava in quella direzione. Si capisce di questa impostazione di pensiero dalla lettura del verbale (QUI INTEGRALE) del 7 marzo. Il comitato tecnico precisa prima di tutto che le autorità locali potevano istituire zone rosse.

"Tenuto conto che quanto più le misure di contenimento sono stringenti tanto più ci si attende una maggiore efficacia nella prevenzione del contagio, sulla base delle informazioni in possesso del Comitato tecnico scientifico e ferma restando la facoltà prevista dalla legge 833 del 1978 di adottare ulteriori misure da parte delle autorità locali qualora le stesse siano in possesso di ulteriori e più aggiornate informazioni, il Comitato tecnico scientifico propone almeno l'adozione delle misure indicate in seguito. Il Comitato propone di rivedere la distinzione tra cosiddette zone rosse (gli undici comuni) e le zone gialle (EMILIA Romagna Lombardia e Veneto etc). (...) Il comitato inDividua pertanto le zone in cui applicare le misure di contenimento della diffusione del virus pi rigorose a quelle da applicarsi nell'intero territorio nazionale nelle seguenti: Regione Lombardia e Province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio Emilia e Modena; Pesaro e Urbino, Venezia, Padova e Treviso, Alessandria e Asti". Tradotto? La decisione era di chiudere l'intera Lombardia. Conte decise di chiudere l'Italia. E fece bene: una scelta politica che va ben al di sopra delle sterili polemiche giornalistiche su Alzano e Nembro.

fabio.massa@affaritaliani.it

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