I vip non bucano la “seconda”. Sala espone il programma in Consiglio
Contrariamente alle aspettative della vigilia, Matteo Salvini, in polo verde scuro, siede al suo banco a Palazzo Marino
di Fabio Massa
Non mancano neppure alla seconda seduta i “vip”. Contrariamente alle aspettative della vigilia, Matteo Salvini, in polo verde scuro, siede al suo banco a Palazzo Marino. Insieme a lui, l’assise praticamente al completo, con Franco D’Alfonso rientrato dalle vacanze in Francia e la giunta al gran completo. L’ordine del giorno vede l’enunciazione delle linee programmatiche del sindaco Beppe Sala, che dovrebbe aver incontrato - secondo rumors - poco prima del consiglio Gherardo Colombo.
Beppe Sala inizia ringraziando Giuliano Pisapia. Poi attacca: “I cittadini hanno scelto un consiglio comunale e un sindaco. Vogliamo una città che sia ancora laboratorio. Speriamo che l’opposizione vada a reale vantaggio del bene comune di oggi e della nostra Milano. Noi confidiamo nel fatto che con lo stesso rispetto che abbiamo mantenuto durante la campagna elettorale si possa dare ai cittadini migliorie per la città”, spiega.
“Dobbiamo rispettare i tempi della città, bisogna avere decisioni rapide. Dobbiamo agevolare la crescita dei settori più consolidati: Milano deve continuare ad essere il luogo ideale per chi genera opportunità. Non può esistere una città a due velocità. Dobbiamo garantire a tutti l’accesso a educazione e servizi di qualità, la possibilità di ricevere il sostegno in caso di bisogno. In sintesi ribadisco ancora: la nostra disponibilità a collaborare c’è, ed è solida. Collaborare è un dovere ma poter lavorare insieme è una conquista - spiega Sala - Spero che tra di noi, in Consiglio, si possa parlare direttamente e non tramite comunicati stampa”.
IL DISCORSO INTEGRALE DI BEPPE SALA
Inauguriamo oggi i lavori di un Consiglio Comunale che si colloca in un momento storico particolare della millenaria vicenda di Milano. Un momento di problemi da gestire, ma anche di grandi opportunità.
Innanzitutto i miei ringraziamenti al mio predecessore, Giuliano Pisapia, che ha guidato la città con grande capacità in un periodo altrettanto complesso.
I doverosi auguri di buon lavoro si accompagnano quindi alla coscienza che tutti ci accomuna di lavorare per l'interesse di una Milano che deve continuare ad essere il laboratorio delle traiettorie di sviluppo del Paese.
I cittadini milanesi hanno scelto un Consiglio Comunale e un Sindaco. Queste sono le due espressioni della volontà popolare che si fanno istituzioni, questi sono dunque i soggetti chiamati a lavorare insieme per il bene della città.
Intendo esercitare il ruolo a me assegnato come pieno esercizio delle mie responsabilità. Ma la complessità delle questioni che avremo di fronte richiede una forte collaborazione con il Consiglio e dentro il Consiglio, a maggior ragione in epoca di ampia astensione dal voto, come è capitato anche poche settimane fa.
Nella dialettica democratica questo naturalmente non significa annullare le distinzioni o, peggio, cercare l’accordo a ogni costo. Ciò non porterebbe nessun vantaggio a Milano e non sarebbe neanche degno dei Milanesi che pur hanno scelto ben avendo in mente le differenze tra gli schieramenti.
Quello che invece proponiamo è una sintesi superiore, nella quale il confronto e l’opposizione, anche decisa, non siano mai fini a se stessi ma cerchino costantemente e in modo cosciente una modalità che vada a reale vantaggio del bene comune di oggi e del futuro della nostra Milano.
Noi siamo disposti a tutto ciò e confidiamo nel fatto che, con lo stesso rispetto che si è cercato di mantenere durante la campagna elettorale, si possa dare ai Milanesi il senso di una politica contemporanea capace di innovare, di accogliere e di realizzare importanti passi in avanti per la città.
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Questa nostra disponibilità parte dal ripensamento di alcuni aspetti del Regolamento d’Aula (e su ciò durante la campagna elettorale abbiamo registrato un condiviso interesse, io stesso ho sottolineato la questione più volte.) ma è chiaro che sarà messa continuamente a confronto con le risposte che ci arriveranno dalla vita del Consiglio.
Dobbiamo rispettare i tempi della città, che vuole decisioni rapide e che “tengano”. Ovviamente senza minare le prerogative del confronto politico.
Dobbiamo continuare ad agevolare la crescita dei settori più consolidati, creando spazi per i soggetti che investono nell’economia del futuro. Milano deve continuare ad essere il luogo ideale per chi genera opportunità e per chi è disposto a rischiare, preparandoci ad accogliere gli innovatori dei prossimi 20 anni. Non può esistere però una città a due velocità. Dobbiamo essere in grado di offrire opportunità di crescita e riscatto sociale per tutti i cittadini, continuando a garantire a tutti l’accesso a educazione e servizi di qualità, la possibilità di ricevere un sostegno in caso di bisogno e l’opportunità di ripartire, grazie ad un welfare di nuova generazione.
Ma, in sintesi, ribadisco ancora che la nostra disponibilità alla collaborazione c’è ed è solida. Avendo chiaro in testa che collaborare è un dovere, ma che la possibilità di lavorare insieme è una conquista, che va meritata. Da parte di tutti, di chi governa e di chi fa opposizione.
Ora, da dove partiamo, dove vogliamo arrivare
In questo clima, noi proponiamo alla città un’azione di governo ispirata ai valori ambrosiani della cooperazione, dell’innovazione e della solidarietà. Crediamo in una politica che persegue continuamente la giustizia sociale e l’interesse pubblico anche e soprattutto di fronte all’iniziativa dei settori più dinamici della nostra comunità.
Si parla tanto di una tendenza all'antipolitica in Italia e ciò deriva in parte dall'incapacità di chi governa di rispettare l’equilibrio tra l’iniziativa privata e l’intervento delle Istituzioni. Noi sappiamo che Milano è una città dalle formidabili spinte innovative: Milano è una città che certo non ambisce ad attendere una politica che si perda nei meandri dei suoi riti. Noi intendiamo
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proporre a Milano un antidoto all’antipolitica: un governo della città che sappia bilanciare il bene pubblico con il rispetto e il sostegno a quell’iniziativa essenziale per continuare a fare di Milano una delle grandi capitali della nuova Europa.
Se Milano è diventata più bella e vivibile negli ultimi anni, suscitando ammirazione tra tanti osservatori internazionali, non è solo per le buone scelte amministrative. Altrettanto importanti sono stati l’esempio di sobrietà, onestà e rispetto delle procedure di legge fornito da chi viene chiamato ad assumere responsabilità pubbliche, il rispetto dei diritti civili di tutti i cittadini, minoranze comprese, e la capacità di valorizzare l’impegno civico dei protagonisti dell’economia e della società milanese.
Chi ha l’onore di guidare la città lo deve fare mettendo al centro della sua azione gli interessi, i bisogni e la voglia di fare dei milanesi. Ascolto della città e processi di partecipazione saranno tra le nostre priorità. Quello che dobbiamo stimolare è però il protagonismo degli attori economici e sociali di questa città. Sono energie che vanno riconosciute, indirizzate e coordinate. Istituzioni pubbliche, imprese private, fondazioni, associazioni, terzo settore e nuove forme di cittadinanza attiva devono essere messe nelle condizioni di cooperare insieme per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Per continuare a crescere e generare opportunità di sviluppo sostenibile per i milanesi dobbiamo fare leva sul successo di Expo e garantire a Milano una sempre maggiore proiezione internazionale, connettendoci con i luoghi in cui si generano valori e conoscenza. Dobbiamo essere capaci di condividere le nostre bellezze e la nostra competenza con tutto il mondo. Così come dobbiamo essere più capaci di accogliere il mondo a casa nostra, continuando a sviluppare un modello originale di integrazione. Per farlo, dobbiamo riscoprire la nostra identità locale, rafforzare la nostra comunità e rendere sempre più vivibili i nostri quartieri. Milano è e sarà sempre più una città policentrica.
La corretta costruzione della Città Metropolitana è essenziale per fare in modo che il nostro territorio possa competere alla pari con le altre capitali globali. Milano deve vedere riconosciuta la specificità del suo ruolo,
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rivendicare una maggiore autonomia finanziaria, attivare il confronto con Regione Lombardia riguardo alle funzioni delegate ed attuare le previsioni del Piano strategico. Questo sforzo di costruzione istituzionale deve ricomprendere anche lo sviluppo dei Municipi, che vanno messi nelle condizioni di rispondere ai bisogni dei cittadini. Ad entrambi i livelli, promuoveremo l’utilizzo di strumenti e percorsi di partecipazione, per affrontare insieme i temi più rilevanti relativi allo sviluppo della città.
In questo quadro, generare lavoro, soprattutto per i più giovani, deve essere il grande obiettivo di Milano. Promuoveremo quindi, d’intesa con le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria, Camera di Commercio, l’elaborazione di un piano organico per la generazione di occupazione e opportunità di lavoro. In campagna elettorale i momenti per me più toccanti (e i più difficili) sono stati quelli in cui mi sono trovati di fronte a madri che chiedevano di aiutare i loro figli a trovare lavoro. Ecco, noi faremo tutto il possibile per generare lavoro. Accanto al sostegno ai settori trainanti dell’economia milanese, nei prossimi anni Milano deve saper investire nella promozione di nuovi cluster strategici e nella generazione di imprenditoria innovativa, favorendo la sinergia con il sistema delle università, i centri di ricerca, il mondo della cultura ed il terzo settore.
Legalità, trasparenza, diritti e partecipazione sono le solide basi da cui ci impegniamo a ripartire lungo tre grandi direttrici principali: internazionalizzazione, sostenibilità e periferie. Per fare di Milano una delle città globali con la più elevata qualità della vita.
Passiamo ad un altro capitolo. Milano può legittimamente essere una capitale d’Europa
La vicenda Brexit ha dimostrato come le opportunità per una città come Milano non si generano nei tempi e nei modi in cui siamo abituati a concepire l'evoluzione dei sistemi e delle città.
O Milano, con l'aiuto del Governo, è in grado adesso di proporre all'Europa un livello di attrattività capace di convincere istituzioni e grandi aziende a trasferirsi qui, oppure altri vinceranno questa battaglia.
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Mercoledì scorso sono stato a Londra. Ho incontrato innanzitutto il Sindaco Sadiq Khan. Abbiamo discusso di questioni relative allo sviluppo delle nostre città, dal punto di vista urbanistico, dei sistemi di mobilità, ambientale. Poi ho incontrato rappresentanti della comunità finanziaria e industriale. E, infine, i vertici di due importanti agenzie europee con sede a Londra. Ritengo che Milano abbia una vera opportunità, ma bisogna essere rapidi e coesi tra istituzioni locali e Governo.
A cosa dobbiamo mirare:
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- Due agenzie
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- Istituzioni finanziarie e industriali
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- 300.000 italiani vivono a Londra
E dobbiamo essere coscienti di quello che Milano è diventata:
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- Una bella città e localizzata molto bene
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- Una decina di università e scuole internazionali
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- Nuove residenze e uffici
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- Nel 2021 13 minuti da Linate a San Babila
Il Governo deve muoversi su Bruxelles e deve pensare di poter creare condizioni particolari per confrontarsi con la nuova situazione che si è venuta a creare. Ma noi dobbiamo fare la nostra parte. E da subito creare una struttura in grado di risolvere velocemente i problemi che verranno posti da chi sta ipotizzando di venire a vivere e a lavorare a Milano. Brexit o non Brexit questo s’ha da fare.
E’ evidente come il primo e fondamentale passo nella direzione della nostra attrattività dipenda anche dall’esito che sapremo dare al Post Expo. Ma per assicurare a Milano una crescita sostenibile ed omogenea dobbiamo generare a Milano una sempre maggiore proiezione internazionale, cogliendo le opportunità che emergono dal riequilibrio dei rapporti all’interno dell’Unione Europea ma anche puntando a quelle aree di maggior sviluppo economico, in particolare asiatiche e africane. Dobbiamo dotarci dei migliori e sistematici strumenti per far conoscere al 5
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mondo il nostro patrimonio culturale, i principali eventi che la città ospita e la qualità dell’offerta educativa delle università milanesi.
Ho detto chiaramente che questa è una delle priorità del nostro mandato e intendo dare pieno compimento a questa missione che resta uno dei principali strumenti di presenza di Milano nella grande scommessa di un'Europa della grandi Città. E sono certo che la grande esperienza, la chiarezza di intendimenti e la rete di rapporti di Emma Bonino ci darà una grande e insostituibile contributo.
Affrontiamo ora il tema della crescita sostenibile della città
La sostenibilità, intesa come bilanciamento positivo tra le ragioni dello sviluppo e la qualitàdella vita cittadina, non è più un’opzione, ma rappresenta ormai uno dei più profondi elementi dell’azione stessa di governo. Le qualità ambientali, in particolare, costituiscono uno degli elementi principali di valutazione e di misurazione di questo aspetto, con riferimento alla particolare sensibilità maturata su questi temi all'interno dell'opinione pubblica, nazionale e internazionale. La concorrenza internazionale tra le grandi città metropolitane si gioca anche e soprattutto sulla qualità ambientale. Servono scelte coraggiose, piani di lungo periodo e la capacità di interpretare le sfide che abbiamo di fronte: inquinamento atmosferico, gestione dei rischi ambientali e sociali, sviluppo della green economy e dell’economia circolare. Su questi terreni dobbiamo guadagnare una leadership internazionale.
Per questo è fondamentale che ogni scelta dell’amministrazione abbia a cuore l’aspetto della sostenibilità in una coscienza molto precisa del fatto che dai nostri indirizzi dipenderà la qualità di vita dei nostri figli e dei nostri nipoti.
In questa prospettiva, la rigenerazione sostenibile parte degli Scali ferroviari, formidabile occasione per ricucire parti di città, favorire la mobilità sostenibile, ricostruire infrastrutture verdi, generare un mix di funzioni e creare relazioni forti con l’area metropolitana milanese. Con questi interventi Milano si propone come un modello di riferimento europeo per la rigenerazione urbana di tipo diffuso, in cui lo spazio
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pubblico e le aree verdi diventano fattore di promozione della qualità urbanistica e ambientale, identificazione collettiva e appropriazione sociale.
Per quanto riguarda la mobilità, l’approvazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile sarà il punto di partenza per dare vita ad ulteriori investimenti in trasporto pubblico locale, con l’obiettivo di estendere gli interventi ad una scala metropolitana. Prolungamento delle linee metropolitane, biglietto unico integrato, governo della circolazione dei mezzi ingombranti o inquinanti, estensione dei servizi di bike sharing e car sharing, promozione della ciclabilità: sono queste le azioni che ci consentiranno di continuare a migliorare l’efficacia dei trasporti cittadini migliorandone le performance ambientali.
Ma la sostenibilità riguarda soprattutto le Politiche sociali. Un welfare adatto alle esigenze di tutti, superando la logica dell’emergenza e costruendo soluzioni eque e solidali, a prova di futuro. Difenderemo le risorse da investire in questa direzione, con una attenzione particolare alle misure di sostegno al reddito, al supporto agli anziani in difficoltà, all’investimento in servizi per l’infanzia e all’introduzione di un reddito di maternità, per favorire le famiglie e le giovani donne, anche rispetto al problema demografico che interessa l’Italia e, più in generale, tutto l’occidente.
Veniamo al tema cruciale delle periferie
La dimensione internazionale non può farci perdere di vista neanche per un attimo la qualità della vita in città e il recupero di una uniformità generale del tessuto urbano.
Non a caso il tema delle periferie (o meglio dei quartieri) è stato al centro delle campagne elettorali da parte di tutti i contendenti e noi pensiamo che, proprio per questo, la ricucitura della città, soprattutto in ottica metropolitana, sia interesse e priorità del Consiglio nel suo complesso.
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Noi abbiamo un chiaro obiettivo: zero case popolari vuote nel giro dei primi due anni e il lancio di un ambizioso programma di risanamento del patrimonio comunale, dialogando con il Governo, Regione ed Investitori Istituzionali per reperire adeguate risorse e far sì che analoghe iniziative siano prese sul patrimonio Aler. Promuoveremo l’offerta di abitazioni a basso costo, incentivando la trasformazione di spazi sfitti o invenduti in alloggi sociali e favorendo investimenti in progetti di social housing e affordable housing.
Noi crediamo che ciò che ci deve unire non sia tanto o solo la sintesi di alcuni punti, ma la consapevolezza del fatto che la qualità di vita che intendiamo offrire a Milano e ai suoi quartieri non ha scorciatoie o ricette magiche, ma che sia il risultato paziente e continuo di un lavoro che sappia distribuire nella città gli elementi irrinunciabili della vita contemporanea: sicurezza, decoro, servizi per la famiglia, trasporti.
A proposito della sicurezza della nostra comunità
Anche sulla sicurezza occorre essere molto chiari, dopo le tante polemiche in campagna elettorale. Nessuno sottovaluta ne ha mai sottovalutato il problema, tanto meno il nostro schieramento. Noi intendiamo dedicare alla sicurezza della città e dei suoi quartieri più uomini, più tecnologia e più capacità di coinvolgere le associazioni che operano sul territorio. Attiveremo tutte le risorse necessarie, in modo coordinato e senza confusione dei ruoli, per intervenire efficacemente sulle criticità. Lo faremo con determinazione e buon senso, senza mai alimentare paure ingiustificate. Promuoveremo un maggior coordinamento tra le forze di polizia (grazie alla centrale di Via Drago) e una maggiore presenza sul territorio, attraverso un progetto di polizia di comunità, incentivando la creazione di nuclei specialistici e investendo in formazione per favorire una maggiore capacità di relazione con i cittadini. La centrale di via Drago dovrà funzionare in modo simile al semestre di Expo.
Maggiori investimenti in forze di sicurezza e in tecnologie sono necessari. Ma non bastano. Per rendere più sicuro ogni quartiere ci vogliono socialità, sport, cultura e spazi pubblici di qualità. Il Comune sarà al fianco di tutti
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coloro che vorranno contribuire a farsi carico della cura dei luoghi in cui viviamo, illuminandoli di energie.
La nostra idea di Milano poggia su due pilastri, entrambi fondamentali. Una città pronta ad aprirsi alle novità e capace di farsi accogliente, ma al tempo stesso una comunità che pretende il rispetto delle regole, che sono il più grande strumento di tutela dei più deboli.
Dobbiamo affrontare il tema dei profughi, anzi dobbiamo sapere che dovremo conviverci per molti anni ancora. Non più come un’emergenza ma come un elemento strutturale del nuovo mondo di cui facciamo parte. I fenomeni delle migrazioni riguardano una sfera politica che sfugge alla pertinenza della nostra città. Ci vorrà molto tempo. Il mondo non torna indietro. Per questo non esiste una “colpa” di qualcuno se centinaia di persone, uomini, donne, anziani e bambini arrivano tutti i giorni alla Stazione Centrale. Ma non esiste una sola ragione al mondo che possa spingerci a rifiutare loro un’accoglienza degna della nostra tradizione e della nostra civiltà europea.
E diciamo la verità ai cittadini, una volta per tutte. E la verità è la seguente. Per decisione della Conferenza Stato-Regioni ( e quindi di tutte le forze politiche) il 14% dei migranti che arrivano in Italia sono destinati alla Regione Lombardia. Il Prefetto deve gestire partendo da questo assunto. Se non si individuano spazi per l’accoglienza (cosa che ancora il Prefetto sta cercando di fare) questi rimangono in strada o nelle aiuole. Quindi si deve lavorare insieme. A meno che ci verranno opposti solo dei “no”. In quel caso io sarò sempre e comunque a fianco del Prefetto. E ultima verità... Sento illustri rappresentanti anche a livello nazionale del centro destra continuare a gettare fumo negli occhi ai cittadini confondendo volutamente una campo attrezzato distante un paio di chilometri dall’area Expo. Tutto ciò è sintomo di malafede e, soprattutto, è sintomo di una politica che continua a voler sopravvivere a furia di comunicati stampa senza nemmeno aver capito di cosa si parla!
E a proposito della libertà di culto... Così come avviene nelle grandi metropoli europee e come recita la carta costituzionale, garantiremo la libertà di culto nelle sue differenti espressioni, la sicurezza e il decoro dei
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luoghi di preghiera.Come Comune di Milano non siamo però nella condizione di non poter tener conto della nuova legge regionale che richiede per tutti i nuovi luoghi di culto l’assunzione di un Piano Urbanistico ad hoc. Ciò avrà ripercussioni automatiche sul percorso attualmente in corso. Stiamo esaminando il dossier per poter arrivare a una decisione rapida.
Un punto fondamentale. La legalità viene prima di tutto
Noi riceviamo dalla giunta Pisapia un testimone impegnativo, rispetto al quale intendiamo agire con assoluta chiarezza e determinazione nei confronti di qualsiasi atto politico e amministrativo.
Il contrasto alle mafie, la lotta alla corruzione e la promozione di una economia sana saranno al centro della nostra azione amministrativa. Un contrasto che deve essere sempre più energico perché ha a che fare, come dimostrano i fatti recentissimi, con organizzazioni pervasive. Combatteremo rendite di posizione ed ogni forma di affarismo, sperimentando soluzioni capaci di tenere insieme correttezza, trasparenza, equità, lotta alla burocrazia ed efficienza amministrativa. Ci sono bisogni impellenti a cui non possiamo più non dare una risposta. Dobbiamo agire in fretta, ampliando i margini di autonomia e responsabilità individuale e permettendo ai cittadini di valutare l’operato di chi amministra la città e l’efficacia degli interventi che mette in campo.
In questo sono certo che il contributo di Gherardo Colombo e della commissione da lui diretta ci darà una forza straordinaria, a tutto vantaggio di chi vuole vivere e operare in una città pulita, equa e rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti.
Un ultimo punto. L’organizzazione comunale
Non c’è dubbio che l'insieme degli obiettivi e dei programmi da sviluppare nel nostro mandato deve rispecchiarsi in un’adeguata modalità operativa dell'organizzazione comunale. Non amo tanto l’espressione “macchina” comunale, in quanto questa espressione spersonalizza una delle organizzazioni più importanti della Pubblica Amministrazione Italiana.
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Conosco personalmente tante donne e tanti uomini che la compongono. E so che in tantissimi casi non hanno niente da invidiare alle migliori espressioni professionali del nostro Paese. Anzi. Eppure anche l’organizzazione del Comune è chiamata a una profonda revisione della propria fisionomia e della propria operatività.
Se vogliamo cogliere gli obiettivi che ci stiamo ponendo, dobbiamo mettere mano alle cose e fare in modo che le risposte della nostra organizzazione possano essere più chiare, veloci e abilitanti. Molto può fare la tecnologia, ma molto di più può fare la semplificazione normativa, l’applicazione di più chiare responsabilità operative, la definizione di processi più fluidi.
Nel fare questo cercheremo però di premiare meglio il merito di quelli che, e sono tantissimi, reggono un’organizzazione che deve ancor di più diventare uno specchio positivo della voglia di fare della nostra città.
Rientra in questa prospettiva anche l’obiettivo di un fisco più equo e di una corretta gestione delle partecipate. Grazie ad un piano di riduzione della spesa e ad un maggiore investimento nel campo della lotta all’evasione fiscale, avvieremo una riduzione selettiva del carico fiscale locale, a vantaggio dei redditi medio bassi e delle attività produttive virtuose o in crisi, preservando gli equilibri di bilancio. Per quanto riguarda le Partecipate, rafforzeremo la capacità di indirizzo del Comune di Milano e punteremo alla massima valorizzazione di queste aziende, che erogano servizi essenziali per lo sviluppo della città e per il benessere dei cittadini.
Sono alle conclusioni
Governare una città richiede un impegno costante e la capacità di gestire una sempre crescente complessità. Noi non possiamo conoscere con esattezza tutte le sfide che avremo di fronte. Abbiamo stabilito però con chiarezza quali sono i principi e i valori che ci guideranno in questi anni, come vi abbiamo detto quest’oggi.
Ringrazio i candidati alla carica a Sindaco di Milano che sono presenti in Aula, per il loro impegno e in quanto portatori di interessi della comunità. 11
Ringrazio in particolare il mio contendente al ballottaggio Stefano Parisi per il contributo di idee e proposte che ha portato a Milano durante la campagna elettorale. Sono certo che il valore di tutti loro si manifesterà nei prossimi mesi e anni, per il bene della nostra città.
Insieme a me agirà una giunta comunale che è consapevole fusione di solide esperienze sul fronte pubblico e su quello privato, come Milano ci insegna a fare da sempre. Chiedo sin d'ora a tutti gli assessori di tenere in massima considerazione le indicazioni che giungono dal Consiglio Comunale, così come chiedo a tutti voi di rispettare il lavoro della giunta con le sue prerogative e la sua autonomia decisionale.
In democrazia il rispetto dei ruoli non è forma, ma sostanza. Quando tutti cercano di fare tutto si combina poco e si fa solo confusione.
Quel che è certo è che avremo passione per il lavoro ben svolto, giorno dopo giorno, con l’unica preoccupazione di portarlo al suo positivo compimento.
Il lavoro, la solidarietà, lo spirito di collaborazione rappresentano valori sui quali Milano ha costruito la sua storia.
E’ questo lo “stile Milano”.
Uno stile che noi facciamo nostro sull’esempio dei nostri Padri per il futuro di Milano.
Grazie.
Milano, 11 luglio 2016
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