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Milano
"Iconography": Pep Marchegiani alla Fondazione Luciana Matalon di Milano
Pep Marchegiani in mostra a Milano

La Fondazione Luciana Matalon di Milano (Foro Bonaparte 67) ospiterà, dal 14 al 30 settembre, la mostra personale di Pep Marchegiani intitolata “ICONOGRAPHY”.

Artista e performer tra i più stimati e al tempo stesso discussi del panorama contemporaneo, è noto per la sua capacità di stupire e disorientare: è infatti in grado di vendere la Reggia di Caserta, di chiudere il Ponte di Calatrava a Venezia o di bonificare l'Aria di Taranto con gli Ilva Magique.

Le sue opere, spesso fortemente legate alla quotidianità, creano doppi sensi e molteplici reazioni, mettendo lo spettatore davanti al fatto compiuto. A proposito di “ICONOGRAPHY” Pep Marchegiani anticipa: «La Mostra è imperniata sul tema dell'Iconografia religiosa, commerciale e politica. Un esperimento culturale sull'influenza delle iconografie passate e future sullo spettatore. Non si tratta di provocazione ma di denuncia sulla posizione cinica e passiva della popolazione. Se cerchi un colpevole guardati allo specchio.» Il vernissage si terrà giovedì 14 settembre, alle ore 18.30. Con l'occasione l'artista sarà protagonista di una performance a sorpresa. In questa intervista l'artista ci introduce alla mostra


Ha definito la sua nuova mostra Iconography (che si terrà alla Fondazione Matalon di MIlano) un esperimento culturale. Ci può spiegare meglio?

Esperimento culturale per il semplice fatto che una grossa fetta delle persone riconosce a prima vista il pendente della barba di Vacchi o il pacco di Siffredi ma fatica o non riconosce affatto la Madonna di Pasadina di Raffaello. Da qui la mia curiosità nel capire quanto la profezia Maya si sia avverata, ma sono ottimista e attendo che gli utenti, di fronte ad una mia opera, mi chiedano cosa sia quel brand che indossa il ritratto di San Gabriele o il nome del personaggio che guarda il corpicino di Alan (Aylan) Kurdi.

Le opere che vedremo nella mostra risalgono allo stesso periodo?

Le opere sono una ricerca iniziata molti anni fa ma nel 2015 ho messo su "tela" i lavori che esporrò alla Fondazione Matalon.

Si dice che Milano sia una città particolarmente ricettiva sul fronte artistico. Cosa ne pensa?

Penso che Milano sia una città cosmopolita che offre diverse opportunità in ogni settore, ma tuttavia ritengo che l'Arte non abbia confini e di conseguenza vive e prospera in ogni dove. Vivo e lavoro a Pescara ed espongo in tutta Italia, Milano è l'ingresso di uno splendido museo che va da Lampedusa a Bressanone.

Sempre parlando della mostra ha detto: "Se cerchi un colpevole guardati allo specchio". Di cosa siamo colpevoli?

Dell'assoluta mancanza di responsabilità. Il vero colpevole dell'omicidio Cucchi sono io con la mia indifferrenza davanti ad un tossicodipendente che giace sul marciapiede. Io ho avvelenato Taranto con il desiderio di profitto e sempre io ho vandalizzato la fontana dei Tritoni a Roma. Ma fondamentalmente quell'io siamo tutti noi che assistiamo passivi a tutto questo, come se la cosa non ci riguardasse, seduti comodamente a casa. Quindi se cerchi un colpevole guardati allo specchio o magari fatti un selfie.

Quanto ama provocare e quanto far riflettere?

Io non amo provocare, ambisco a far riflettere. In questa personale ho usato delle immagini di dominio pubblico, le ho semplicemente contaminate con una sorta di innesco che aspira a provocare una emozione detonante nello spettatore.

Con che occhi guarda la realtà che ci circonda?

Il guardare la vita è inutile se non la si vede. La vedo con il cuore. Il cuore, se ben usato ti fornisce una supervista come quella di Superman, ne esalta i dettagli e va oltre quelli che sono le semplici forme. Vedere le cose con il cuore significa sdrammatizzare una realtà troppo dura, ma che purtroppo esiste e il più delle volte la trascuriamo.

Secondo lei qual è, oggi, la funzione dell'arte?
 
L'Arte ha molteplici funzioni, nel mio caso la adopero per descrivere, per protesta, per bellezza, per amore, per vivere, per respirare, per sfanculare, per odio, per sognare, per derubare, per pregare, potrei continuare ma temo che il mio tempo sia finito.

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