Milano
Iennaco (FdI): "No all'abbattimento di San Siro"
A tu per tu con l’architetto Maurizio Iennaco, candidato al consiglio comunale di Milano per FdI: "Sala? Mi ha molto deluso perchè..."
Iennaco (FdI): "No all'abbattimento di San Siro"
A tu per tu con l’architetto Maurizio Iennaco, candidato al consiglio comunale della città e Responsabile del Dipartimento Urbanistica e Territorio di Fratelli d’Italia per la città di Milano
Che giudizio si è fatto su questa amministrazione?
Devo dire che l’amministrazione del Sindaco Beppe Sala mi ha deluso molto. Ora si erge a paladino della sinistra, anche più estrema, quando in realtà sappiamo bene da dove viene e gli incarichi prestigiosi che ha avuto, tutti conferiti da amministrazioni di centro-destra. Penso ad A2A come consigliere di amministrazione, al Comune di Milano come DG, all’EXPO come AD… È sempre stato il punto di riferimento di Letizia Moratti, che di sinistra certo non è. Si è quindi dimostrato un buon opportunista. Lo sviluppo urbano nelle ultime due amministrazioni di sinistra Pisapia-Sala è stato, purtroppo, un periodo buio. Le uniche iniziative positive – inaugurate dal Sindaco – sono in realtà state concepite da Gabriele Albertini prima e da Letizia Moratti poi, grazie anche alla professionalità di un uomo valido come l’ing. Gianni Verga sul quale i due sindaci facevano affidamento. Sala ha invece solo lanciato slogan e creato contenitori vuoti.
Per esempio?
Penso agli scali ferroviari che avrebbero dovuto rilanciare Milano. Dieci anni persi in inutili e costosi concorsi, ma nessun cantiere avviato. Speriamo almeno nello scalo di Porta Romana in chiave Olimpiadi. Tra l’altro, pure l’intuizione degli scali è nata dalla testa di Gianni Verga, in un incontro con l’allora AD di Ferrovie Cimoli. Anche le periferie – la situazione è sotto gli occhi di tutti – sono state purtroppo un fallimento totale. Questa amministrazione non è riuscita nemmeno ad applicare la tariffa unitaria metropolitana. Penso poi a Santa Giulia, ferma da dieci anni, a Porta Vittoria, a San Vittore. È possibile avere in pieno centro di Milano una struttura di pena indegna e obsoleta? Il carcere deve essere delocalizzato e l’area fatta rivivere. La viabilità e pedonalità sono le altre cose che hanno fatto infuriare tantissimi cittadini e commercianti: la pazza idea delle ciclabili – pericolose - in Buenos Aires e Viale Monza sono solo la ciliegina sulla torta.
Come giudica la svolta green del Sindaco Sala?
Mi sembra un finto ambientalismo. Prendiamo ad esempio il Parco Sud e in particolare il Borgo Macconago. Nel programma elettorale del Sindaco del 2016 si legge testualmente a pag. 28 “..un governo orientato alla sostenibilità (per tutti la cancellazione di ogni forma di edificabilità nel Parco Sud e contenimento indici nelle parti sensibili della città)”. Ebbene il Piano di intervento su Macconago – Borgo in pieno Parco Sud con chiesa del ‘400 e Castello all’interno dello stesso – prevede circa 40mila metri cubi complessivi di costruito di cui circa le metà mai esistiti, su una superficie complessiva di circa 20mila metri quadri. Con la Sovraintendenza che non partecipa nemmeno alla VAS. Direi che se questa è coerenza siamo apposto.
Quale il programma di FdI al riguardo?
Innanzitutto va assolutamente ripreso con vigore e in tempi rapidi il piano parcheggi di Gabriele Albertini. Va poi abolita l’area B, abbinandola ad un piano serio pubblico/privato di efficientamento energetico di tutti gli edifici, sedi del Comune di Milano. Una percentuale importante dello smog a Milano è data ancora dagli impianti vetusti e dalle caldaie a gasolio più che dalle auto. Poi andrebbe incentivata la microgenerazione urbana. Impostare due criteri fondamentali per il nuovo regolamento edilizio: il primo è quello di dimostrare l’ottenimento del risultato, il secondo è la dimostrazione dei benefici connessi al raggiungimento degli obiettivi. La parola chiave dei prossimi anni per una giusta politica per la città è “prossimità”. Le nostre proposte su scuole e poliambulatori di quartiere vanno esattamente in questa direzione. Bisogna dare massimo risalto al valore relazionale, alla famiglia, alla costruzione di una identità culturale. E un no secco all’abbattimento dello stadio di San Siro! È necessario – tra l’altro – conservare la memoria storica di questo luogo e poi, con la demolizione dello stadio, il Comune di Milano perderebbe immediatamente circa 96 milioni di euro di valorizzazione del patrimonio attuale a fronte di 112 milioni di patrimonio che tornerebbe al Comune, ma tra 90 anni, cioè al termine della convenzione con i privati.
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