Milano
Il 50% di ictus e infarti si può evitare: lo studio dell'Uni Insubria
I risultati dello studio sono stati pubblicati il 26 agosto sul New England Journal of Medicine e si basano sui dati di 1.5 milioni di persone provenienti da 34
Lo studio ha mostrato anche differenze nelle otto regioni globali per quanto riguarda la frequenza dei fattori di rischio
Lo studio ha mostrato anche differenze nelle otto regioni globali per quanto riguarda la frequenza dei fattori di rischio. Gli scienziati hanno riscontrato i tassi più alti di sovrappeso in America Latina e i valori più alti di ipertensione e colesterolo alto in Europa. Il fattore di rischio il fumo è particolarmente determinante in America Latina ed Europa dell’Est, il diabete mellito in Nord Africa e in Medio Oriente. Tutti e cinque i fattori di rischio combinati (sovrappeso, pressione alta, colesterolo alto, fumo e diabete mellito) ammontano al 57.2% del rischio cardiovascolare delle donne e al 52.6% degli uomini. Pertanto, una quota sostanziale del rischio cardiovascolare rimane inspiegata.
Marco Ferrario: "Diverse linee di ricerca del Centro Epimed cercano di spiegare questa quota rimasta"
"Diverse linee di ricerca del Centro Epimed cercano di spiegare questa quota rimasta – dice Marco Ferrario, professore senior di Medicina del Lavoro dell’Università dell’Insubria e co-autore dello studio –. Ad esempio, nostre ricerche precedenti condotte anche nell’ambito dello stesso consorzio internazionale hanno mostrato che fattori psicosociali, lavorativi e socio-economici non solo sono cause di malattie cardiovascolari, ma possono interagire con i 5 fattori in studio, amplificandone gli effetti negativi sul rischio cardiovascolare". Questo studio lascia in eredità anche un esteso dataset con dati armonizzati a livello individuale, che potrà essere utilizzato per ulteriori ricerche.
Giovanni Veronesi: "Il Centro Epimed contribuisce al Consorzio sia con i dati di diverse coorti di popolazione che con l’expertise dei suoi afferenti"
"Il Centro Epimed contribuisce al Consorzio sia con i dati di diverse coorti di popolazione che con l’expertise dei suoi afferenti – continua Giovanni Veronesi, professore associato di Statistica Medica e membro dello Statistical Working Group del Consorzio, oltre che co-autore del lavoro –. La recente aggiunta al Consorzio di uno studio di residenti anziani della Città di Varese, di cui stiamo completando il follow-up per gli eventi cardiovascolari in collaborazione con alcuni colleghi clinici del Dipartimento, potrà rafforzare la posizione internazionale del Centro, e contribuire ad approfondire ulteriori aspetti messi in luce da questo lavoro, quali ad esempio il ruolo dei fattori di rischio alle diverse età".