Milano
Il capitalismo può essere migliorato dall'interno?
Analisi, riflessioni e proposte a cura di Enrico Sassoon, direttore di “Harvard Business Review Italia”
Il capitalismo può essere migliorato dall'interno?
Dato che il comunismo è morto - con buona pace di Silvio Berlusconi - resta il cattolicesimo, nella figura di Papa Francesco, a vedere nel capitalismo le sembianze del Diavolo. Oltre alla Generazione Z che fa coincidere capitalismo e questione climatica, certo con elementi di verità ma senza fare troppi distinguo con i maggiori correponsabili - insieme al Nord America - della stessa, cioè Cina, Russia (e India), nazioni in cui il capitalismo si esprime nelle forme dell'economia di Stato; quindi un capitalismo anomalo.
Il capitalismo al di là dei pregiudizi ideologici
È perciò necessario riflettere al di là di pregiudizi ideologici su cosa sia oggi il capitalismo e se possa essere corretto, “migliorato”, restando all'interno dei suoi principi base. Questo è l'obiettivo del libro curato da Enrico Sassoon, direttore di “Harvard Business Review Italia”, Per un capitalismo inclusivo. La società più giusta che vogliamo, appena pubblicato da Mind Edizioni.
Il capitalismo, tra ricchezza e limiti
Negli ultimi 50 anni il capitalismo, che si può definire anche come economia di mercato, ha non solo determinato la scomparsa di regimi alternativi come quello comunista pianificato, ma ha anche dimostrato un incredibile dinamismo. Ha generato ricchezza e aumento del benessere per miliardi di persone in tutto il globo. Nello stesso tempo, però, ha messo in evidenza i propri limiti: non è riuscito a evitare un aumento, anche marcato, delle diseguaglianze di reddito; non è stato in grado di scongiurare crescenti e gravi criticità ambientali; non ha saputo trovare formule credibili per evitare il ripetersi ciclico di crisi economiche e finanziarie; non ha saputo consolidare adeguati sistemi di welfare e protezione dei più deboli e svantaggiati.
Il capitalismo, come creare valore per tutti gli stakeholder?
Le imprese sono al centro del sistema capitalistico e hanno dimostrato enorme vitalità. Sotto la spinta dell’innovazione, i progressi tecnologici sono letteralmente esplosi con benefici diffusi a tutti. Ma nello stesso tempo, il ritmo del cambiamento lascia fuori dal percorso evolutivo chi non è in grado di adeguarsi e accompagnare questi progressi. Negli ultimi anni è salito fortemente all’attenzione il tema delle finalità delle imprese e dei suoi leader. Sempre meno viene accettata l’impostazione della Scuola di Chigago (Milton Friedman) secondo cui unico, o assolutamente prevalente, responsabilità delle imprese è creare valore e generare profitti a beneficio degli azionisti. Compito delle imprese è, secondo una visione crescentemente accettata, creare valore per tutti gli stakeholder, ossia dipendenti, clienti, fornitori, comunità circostanti, salute e ambiente. Obiettivi connaturati sono inoltre il rispetto delle diversità, una marcata attenzione alla parità di genere e l’inclusione a tutti i livelli, oltre che una maggiore attenzione ai livelli retributivi e di reddito.
Capitalismo e crisi finanziaria, come cambiare per evitare crisi
Il libro curato da Enrico Sassoon traccia un percorso, legato anche alle vicende più attuali quali la crisi finanziaria, la crisi sanitaria e l’avvento e predominio delle grandi piattaforme tecnologiche, per inquadrare l’evoluzione necessaria del capitalismo contemporaneo verso forme più accettate e inclusive, sotto la spinta di chiare richieste di carattere etico ma anche di esigenze economiche di stabilità e di sostenibilità nel lungo periodo. Un’evoluzione che è ancora difficile immaginare in tutti i suoi possibili percorsi e che richiede coraggio e immaginazione per salvare il capitalismo da crisi future che potrebbero essere fatali. Filo rosso di questo libro è proprio l’esigenza e il coraggio di cambiare per scongiurare le crisi future rompendo equilibri consolidati e immaginando un futuro che ancora non c’è.
Il capitalismo inclusivo, la società più giusta che vogliamo
Per un capitalismo inclusivo. La società più giusta che vogliamo, a cura di Enrico Sassoon; con contributi di Julie Battilana, Tiziana Casciaro, Bill Gates, Melinda Gates, Rebecca Henderson, Adi Ignatius, Mary Johnstone-Louis, Hubert Joly, Mark R. Kramer, Ugo Loeser, Charmian Love, Marianna Mazzuccato, Roger L.Martin, Paul Polman, Michael E. Porter, Stefano Venier, Andrew Wilson e dello stesso Sassoon. Mind Edizioni, pagine 176, €16,50.