Milano

Il caso fuffa della bidella di Napoli nasconde una scomoda verità. Commento

di Fabio Massa

Bidella pendolare da Napoli a Milano per i costi insostenibili degli affitti nel capoluogo lombardo, storia che nessuno ha verificato. Il vero tema è un altro

Il caso fuffa della bidella di Napoli nasconde una scomoda verità

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Ieri è diventato virale, ma guarda un po', l'ennesimo pezzo fuffa verificato da nessuno. Una bidella di Napoli ogni giorno prende il frecciarossa alle 5 di mattina, arriva a Milano, e poi torna a casa la sera per crollare sul divano esausta. E questo tutti i giorni, per evitare gli affitti carissimi del capoluogo lombardo. Lasciamo stare la verifica della notizia, poiché pare che la storia non sia proprio in questi termini. E prendiamola, per un attimo, per vera in toto.

Di matti è pieni il mondo, e se uno vuole prendere l'aereo dalla Germania ogni mattina per arrivare a Milano e lavorare, sono anche affari suoi. Ma se è per una questione di caro-affitti, a un'ora di strada da Milano, ovvero in tutto l'hinterland milanese, ci sono migliaia di case disponibili e a prezzo contenuto. Ci abita più o meno il 50 per cento della forza lavoro che ogni giorno entra dentro la metropoli a guadagnarsi il pane. Perché questa signora debba rimanere a Napoli, è un mistero. O comunque, non è legato al problema del caro affitti. Forse, e sarebbe più plausibile, è perché vuole rimanere vicino alla sua famiglia.

Bidella pendolare: il vero tema è ricongiungersi (legittimamente) ai familiari

E qui c'è il vero problema. Perché concorso dopo concorso, selezione dopo selezione, nel sistema della scuola vengono immesse decine di migliaia di persone che vogliono - anche giustamente - riunirsi con la loro famiglia d'origine, spesso a centinaia di chilometri da casa rispetto a dove hanno vinto il concorso. Non è una questione di Nord e Sud, ma una questione semplice semplice di posto di lavoro. Si lavora in un luogo, la famiglia è nell'altro. Le leggi aiutano i lavoratori, dunque dopo un numero limitato di anni, spesso di mesi, giustamente i lavoratori vengono "ricongiunti" con la loro famiglia.

Tutto è bene quel che finisce bene? Mica tanto. Perché intanto la scuola dove era stata spedita la malcapitata rimane scoperta, e - guarda un po' - dovrà assumere un'altra persona che verrà selezionata magari a centinaia di chilometri dal posto di lavoro, e il circo ricomincia, con esubero di dipendenti da una parte, e penuria dall'altra.







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