Milano

Il cellulare squilla, il pianista se ne va. Una lezione contro la bestialità

C'è chi si sbatte dalla mattina alla sera e chi con un clic su Facebook rovina le reputazioni

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di Fabio Massa

C'era una volta la dignità e la coglionaggine. Negli stessi tre-quattro secondi. Da una parte, la professionalità di anni di studio, di mesi di preparazione per una singola performance. Il piano - e chi vi dice l'ha sperimentato, seppur a livelli infimi - è un dittatore feroce: richiede impegno, costanza, soprattutto pazienza. Da una parte, dunque, l'impegno e l'abnegazione di un pianista sul palco. Dall'altra parte la coglionaggine di uno spettatore. Che ci ha messo trenta secondi a comprare un biglietto, o anche meno se ha fatto clic sul web, e non si è premurato di spegnere il cellulare in sala. Il cellulare squilla, il pianista si alza e se ne va. Pare la metafora della vita. E pure della politica. C'è chi si sbatte dalla mattina alla sera e chi con un clic su Facebook rovina le reputazioni, scrive bestialità, ripropone cattiverie. Ecco, l'unica soluzione sarebbe proprio quella: alzarsi ed andarsene.








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