Il colpo di Gori? L’autonomismo. L’addio di Maroni e le uscite dalla Lega - Affaritaliani.it

Milano

Il colpo di Gori? L’autonomismo. L’addio di Maroni e le uscite dalla Lega

Elezioni regionali, “Il Carroccio non sta ne a sinistra ne a destra, ma con il Nord”


di Fabio Massa e Paola Bacchiddu

Ma come è possibile stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, che Giorgio Gori sapesse delle intenzioni di non ricandidarsi di Roberto Maroni con più sicurezza e certezze rispetto alla stessa giunta del “Bobo”’? E perché la stessa squadra di Maroni era stata chiamata tra Natale e Capodanno a esprimersi sul programma del presidente? Risposte a domande difficili. Tuttavia secondo rumors raccolti da Affaritaliani.it Milano una spiegazione ci sarebbe. A fare da ponte informativo tra il centrosinistra e il centrodestra sarebbe stato quel Grande Nord creato da Marco Reguzzoni e da altri bossiani della prima ora. Il partito dei fuoriusciti dalla Lega si è sempre costituito per essere il più acerrimo nemico della svolta nazionalista e sovranista impressa da Matteo Salvini. Grande Nord, così come la minoranza interna che al congresso aveva sostenuto tesi opposte a quelle del “Capitano”, avrebbe votato convintamente Maroni e lo avrebbe sostenuto sui territori perché Maroni aveva varato e vinto il referendum per l’autonomia e vi aveva posto a capo Gianni Fava, suo assessore e dichiarato sfidante di Matteo Salvini al congresso. Insomma, di fatto, Maroni si è posto come tutela politica per la minoranza leghista: una cosa che Salvini non ha gradito affatto. E adesso senza Maroni? Ovviamente le carte si rimescolano ma è probabile, secondo rumors raccolti da Affaritaliani.it Milano, che si verifichino due cose. La prima è che l’intera minoranza potrebbe lasciare. La seconda è che gli autonomisti potrebbero raggiungere un accordo con Giorgio Gori, in ossequio al vecchio concetto della prima Lega che affermava: “Il Carroccio non sta ne a sinistra ne a destra, ma con il Nord”. Del resto Giorgio Gori ha costruito l’idea di autonomismo lombardo fin da subito, prima ponendosi favorevolmente nei confronti del referendum per l’Autonomia e poi progettando con il consigliere regionale Tomasi una lista dedicata a questi temi. Ultima questione da affrontare con l’addio di Maroni è la collocazione dei centristi. Con Bobo l’accordo era di collocare tutte le esperienze di origine formigoniana all’interno della lista Maroni. Un progetto osteggiato da Matteo Salvini che tuttavia potrebbe trovare ancora cittadinanza visto che a livello nazionale l’accordo con la quarta gamba è stato trovato. Ovviamente non si chiamerà lista Maroni. Ma questo era scontato.

fabiom@affaritaliani.it








A2A