Il "contratto di governo" fa scuola. M5S si "apre" al civismo e...
Come fare a mettere insieme in "blocchi di cambiamento" forze anche molto distanti, come erano all'inizio Lega e Movimento 5 Stelle?
di Fabio Massa
Il contratto di governo fa scuola. Come fare a mettere insieme in "blocchi di cambiamento" forze anche molto distanti, come erano all'inizio Lega e Movimento 5 Stelle? Con contratti di governo. Tecnica impensabile, fino a qualche mese fa, con i 5 stelle chiusi nell'isolazionismo di "nessuna alleanza" con i vecchi partiti. Anche e soprattutto al livello locale, dove la "base" è assai più dura sui principi fondanti. Ora però, qualcosa potrebbe cambiare, complice il cambiamento al vertice. Ormai le alleanze per le prossime amministrative del 10 giugno sono formalizzate e "solidificate", quindi nulla può intervenire a mutare il quadro. Salvo che - ed è il timore più grande del Partito Democratico - il Movimento 5 Stelle non appoggi ai ballottaggi i candidati sindaci della Lega che fossero arrivati al secondo turno. E poi, in prospettiva, ci sono le amministrative del prossimo anno, che già adesso vedono i primi ragionamenti. In provincia di Milano i comuni al voto saranno moltissimi, e alcuni particolarmente significativi. E allora, il contratto di governo potrebbe intervenire pesantemente a mutare il quadro fin dai prossimi mesi. C'è chi addirittura ne teorizza l'uso anche con forze non limitate a quelle con cui c'è l'accordo nazionale. Quindi, con liste civiche di estrazione di sinistra, o in accordi "di cambiamento" addirittura con il Pd laddove si debba rovesciare un sindaco particolarmente longevo (quindi, lo status quo).
fabio.massa@affaritaliani.it