Milano
Il Covid, cinque anni dopo
Con la pandemia iniziava anche il più grande pestaggio mediatico della storia recente. Contro la sanità lombarda ed i suoi rappresentanti. Cinque anni dopo, nulla è rimasto di tutte quelle pretestuose accuse. Commento
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Il Covid, cinque anni dopo
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Non se ne vuole ricordare nessuno, che cinque anni fa c'è stato il Covid. E' un po' come la guerra, o quelle tragedie che per essere elaborate devono essere prima dimenticate. A nessuno fa piacere ricordare i morti, le bare sui camion, la contrazione inaudita delle nostre libertà personali, e poi tutto il resto. Io però non dimentico. Perché cinque anni fa è cominciato anche il più grande pestaggio mediatico della storia recente. A reti unificate, tutti i giornali salvo uno sparutissimo gruppo, hanno spiegato al mondo che la sanità lombarda faceva schifo, che la Lombardia faceva schifo, che tutto era corrotto e marcio.
Covid, cinque anni dopo: nessun condannato
Dopo cinque anni possiamo dire che non era così. Nessuno è stato condannato, non è stata trovata traccia di corruzione, e l'unico risultato di tutte quelle inchieste è stata qualche promozione per chi le ha condotte e poco di più. Attilio Fontana, la vittima sacrificale predestinata, ha invece stravinto le elezioni tenutesi due anni fa, e pure questo vuol dire qualcosa. Per la precisione, due cose. La prima è che la gente di quel che pensano i giornalisti, i media di ogni ordine e grado, gli influencer e pure i social se ne frega altamente. Pensa con la propria testa, ed è giusto così.
Tutte le viro-star finite nel dimenticatoio. Assieme alle loro responsabilità...
La seconda è che la gente se ne frega ormai pure delle inchieste, e che quello che fa eccitare enormemente e fremere i giornali e i giornalisti, ovvero le carte processuali, al massimo nelle persone produce uno sbadiglio e un vago sentore di indignazione che svanisce come il profumo del giorno prima sui colletti delle camicie di chi deve correre e lavorare ogni giorno per far progredire questa città e questa Lombardia. E che, oggi, ha già dimenticato tutte quelle viro-star che grazie al Covid hanno avuto qualche mese di celebrità e che adesso possiamo ritenere responsabili, almeno per la stragrande maggioranza, per il loro dire continuamente cose in contraddizione tra loro, della più grande opera di disinformazione della storia recente.