Milano

Il digital non aiuta il Touring. Rumors: si affitta la sede

Tutto il mondo si riconverte sul digital. Ma non sempre le cose girano per il verso giusto, tanto da dover 'affittare' casa. E' quello che accadrà al Touring?

Il digital non aiuta il Touring. Rumors: si affitta la sede

di Debora Bionda

Tutto il mondo si riconverte sul digital. Ma non sempre le cose girano per il verso giusto. E addirittura si può essere costretti ad affittare "casa". Pare proprio che sia questo quello che sta succedendo al Touring Club Italiano, che ha sede nello storico Palazzo Bertarelli. Passando in Corso Italia è impossibile non accorgersi di quell’edificio storico e imponente. Progettato da Achille Binda (membro del Consiglio di Amministrazione del TCI) nel 1915, è la sede di un’istituzione, fondata dal giornalista Luigi Vittorio Bertarelli, il cui numero dei soci e le attività in quegli anni andavano crescendo rapidamente, al punto da trasformarsi da associazione che si rivolgeva ai soli appassionati delle due ruote (dal 1894 al 1900 il TCI si chiamava non a caso Touring Club Ciclistico Italiano) ad associazione con finalità di promozione turistica sull'intero territorio italiano.

Per tutto il Novecento la crescita dell’istituzione è stata veloce e segnata da una serie di successi, soprattutto editoriali con riviste e guide immancabili nelle case degli appassionati del turismo made in Italy.

Storie di successi del passato. Perché già nel 2012 sul Sole 24 Ore un articolo parlava della lunga crisi che stava colpendo il TCI. Una crisi di cui si è saputo poco, in realtà. Un problema in parte anagrafico: le adesioni diminuiscono a fronte di un progressivo e naturale invecchiamento dei soci. Ma anche rendere la struttura molto complessa e composta da società diverse non ha aiutato. Gerarchie e burocrazia rendono sempre difficile rinnovarsi e adattarsi ai cambiamenti imposti da una società in continua evoluzione.

Negli anni sono state fatte scelte che hanno cambiato gli assetti della associazione, come la cessione di immobili e strutture ricettive, la riorganizzazione del reparto viaggi, per non parlare poi alla cessione del controllo dell’attività editoriale a Giunti nel 2006, fatto non da poco visto che proprio l’editoria era uno dei fiori all’occhiello del TCI, con le mitiche guide gialle, verdi e rosse e le riviste di settore.

E poi? E poi è arrivato Franco Iseppi che ha lanciato delle nuove iniziative come i Club del territorio, sono stati coinvolti migliaia di volontari per far conoscere le bellezze italiane, la rivista dell’associazione ha cambiato nome da QuiTouring a Touring e ha iniziato a essere realizzata in collaborazione con la National Geographic Society di Washington.

E poi c'è stato lo sbarco sul digital, con la nascita nel 2016 di Touring Digital Srl. Che è stato un vero e proprio disastro. Controllata al 55% da Touring Servizi Srl e da Vittoria Assicurazioni SpA per il 45%, il bilancio economico dell’azienda si chiude con una perdita di oltre 650 mila euro nel 2017, a fronte di una perdita di poco più di 390 mila euro. Soldi pesanti, che vanno a complicare una situazione già non felicissima per il TCI. Tanto che, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, continuano a circolare voci che il TCI sarebbe in procinto di affittarsi la casa, la sede storica di Corso Italia. Che il futuro del Touring Club sia al di fuori delle mura dell’edificio che ne è stato il suo simbolo per un secolo? E che ne sarà del mitico Palazzo Bertarelli?

               

 







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