Milano

Il generale Cosimato: "Modernizzare lo Stato e formare una classe dirigente"

di Carlo Traggia di Baio

Intervista al generale Francesco Cosimato sul futuro dell'Italia superata l'emergenza Coronavirus: "Modernizzare il Paese, serve una nuova classe dirigente"

Il generale Cosimato: "Modernizzare lo Stato e formare una classe dirigente"

Intervistiamo il generale Francesco Cosimato, militare di lungo corso, ora in congedo, paracadutista, una solida carriera con diverse missioni all'estero e importanti incarichi nella NATO, esperto di intelligence e comunicazione, appassionato di moto e ballo, presidente del Centro Studi “Sinergie”, che sta monitorando l’offerta di servizi ai cittadini italiani durante l’emergenza COVID 19 in vari settori dell’amministrazione dello stato. Sinergie intende fornire un’analisi indipendente rifuggendo da ideologismi e manipolazioni, oggi così diffuse. "Cerchiamo di suscitare una nuova cultura, attenta ai cambiamenti della nostra epoca, rispettosa degli attori sociali. Abbiamo l’ambizione di stimolare la creazione di una nuova classe dirigente" ci tiene a precisare Cosimato, ufficiale vecchio stampo, molto cordiale ma assolutamente determinato.

Come giudica la situazione italiana ai tempi del COVID 19?

Non abbiamo posizioni preconcette, ma stiamo analizzando gli elementi sociali, economici, culturali e politici alla luce dell’effetto che producono sugli italiani. Cerchiamo di capire, in particolare, i servizi che il nostro sistema-paese rende ai cittadini. Notiamo che il livello di polemica è inutilmente elevato. I media si concentrano su diatribe politico/scientifiche e dimenticano gli elementi fondamentali del funzionamento del settore pubblico. L’amministrazione pubblica, storicamente burocratica, è più dedita agli annunci che all’azione. La chiusura dei cittadini in casa non è un provvedimento che può durare più di pochissime settimane. Quando si ha a che fare con un ambiente contaminato, non sono solo i medici a dover operare, ognuno di noi deve proteggersi e continuare a produrre ricchezza, quali che siano le difficoltà oggettive. L’alternativa al morire per il virus non può essere solo il morire di fame. Noi preferiamo analizzare cos’è successo per stabilire cosa si potrà fare in futuro, lo Stato non può farsi sorprendere da alcuna emergenza.

Quali sono le responsabilità che vi risultano?

Non siamo interessati, per ora, a stabilire di chi sia la colpa. Stiamo cercando di capire se i cittadini hanno ricevuto dispositivi di protezione, oppure se il sistema sanitario era in grado di riconfigurarsi per l’emergenza. Sta emergendo che i dispositivi di protezione non erano e non sono in numero sufficiente e di tipo rispondente alle specifiche tecniche. Avevamo smesso di produrli perché ritenevamo più comodo farli fare in Cina. Quando ci sono serviti, non li abbiamo avuti. Per quanto riguarda il sistema sanitario, si è visto che è riuscito a creare moltissimi nuovi posti letto dal basso, ma non vi erano risorse centralizzate per fronteggiare l’emergenza, non si può affrontare un virus così pericoloso con due soli centri nazionali, uno a Roma ed uno a Milano. La colpa di tutto questo, a nostro avviso, è sempre di chi comanda, ognuno al suo livello, ma le responsabilità, per noi solo a fini di studio, devono essere accertate e non attribuite a priori sulla base dell’ideologie...

Come giudica la risposta dello Stato nel suo complesso?

Non è facile fare una valutazione complessiva se non si analizzano in dettaglio le azioni poste in essere dai vari organismi dello Stato. Ad un primo esame sembra che, a livello sanitario, gli ospedali abbiano compiuto un buon lavoro, anche se molti medici ammettono di essere stati colti di sorpresa. Il sistema di cura è stato velocemente modificato, ma dal basso e per iniziativa locale, come dicevamo prima. La risposta del Ministero della Salute, spesso esautorato dal Governo, è apparsa tardiva ed insufficiente. Non abbiamo ancora dati sufficienti per valutazioni oggettive sul grado di sicurezza offerto ai cittadini, ma pare che l’esecuzione delle norme emergenziali sia stata affidata più ai cittadini che ad una reale capacità di controllo delle forze dell’ordine. Lo spaccio di droga va avanti indisturbato, i problemi che lo Stato non affronta verranno “risolti” dalla criminalità organizzata. E’ grave che i tribunali siano stati chiusi, si crea una situazione di sospensione del diritto che espone i cittadini ai soprusi dello Stato. I giuristi discutono da anni di processo telematico, ma non appaiono capaci di introdurlo, soprattutto in campo penale. L’istruzione ha ricevuto un colpo mortale, abbiamo un numero importante di addetti del settore, ma non si è creduto nell’impiego della tecnologia. In questi giorni gli insegnanti sono spesso costretti a far lezione solo con uno smartphone. Ci vorrà molto tempo per analizzare tutti i comparti dello Stato.

Che ruolo stanno giocando gli scienziati?

Gli scienziati in generale, ed i virologi in particolare, sembrano prigionieri dei media mainstream e del loro protagonismo. Molte delle loro affermazioni sono state smentite dai fatti. Abbiamo scoperto che il virus non era una semplice influenza, da una parte. Ma non era nemmeno un mostro invincibile, se affrontato con nuovi tipi di cure velocemente approntate. Le diversità di opinioni su argomenti scientifici disorientano la pubblica opinione. Sarebbe bene che gli scienziati si mettessero d’accordo almeno su elementi basilari come il ruolo delle protezioni o sui tipi di esami da svolgere, abbiamo sentito troppe voci discordi. Alcune espressioni inutilmente polemiche tra virologi erano equiparabili alle scazzottate in parlamento.

Gli interventi sull' economia sortiranno gli effetti indicati?

La scelta del ricorso al debito non è stata ben accolta dalle imprese, molti settori non hanno ricevuto alcun aiuto e, a meno d’improbabili miracoli, molte aziende non sopravviveranno. Se confrontiamo la performance dell’INPS rispetto ad analoghi organismi europei notiamo un livello decisamente insufficiente. Mi risulta che in Germania, fino a dicembre, i sussidi e le casse integrazioni siano garantiti e i conti correnti dei percettori abbiano già registrato gli accrediti. Purtroppo la politica non sembra in grado di capire che non si esce da questa situazione, così eccezionale, se non stampando moneta. Eppure gli economisti che parlano di “Helicopter money”, il denaro piovuto dal cielo, vengono ignorati La cosiddetta “Recovery Initiative” dell’Unione Europea non sembra che possa essere tempestiva ed adeguata, in ogni caso pare che arrivi all’inizio dell’anno prossimo, se tutto va bene. Anche se la politica dice che proteggerà le eccellenze, bisogna avere i soldi, oppure si devono stampare, come dicevo prima.

Si lamentano fondamentali violazioni dei diritti dei cittadini, voi cosa ne pensate?

Per rispondere a questa domanda bisognerebbe analizzare tanti elementi di carattere legislativo, mi limito ad osservare che anche molti giuristi rilevano che non esiste la possibilità di sospendere le garanzie costituzionali nemmeno in tempo di guerra. Quello che ci sembra evidente è che non si sia voluto pensare a far funzionare il paese anche se l’ambiente è ormai contaminato, ma si sia preferito operare prevalentemente sul piano delle proibizioni ai cittadini, l’unico servizio che vediamo erogare è quello delle multe ai cittadini, che peraltro presentano molti profili di illiceità. E’ facile prevedere una stagione di ricorsi che intaserà i tribunali, quando riapriranno. La campagna pubblicitaria contro le cosiddette “fake news” che ci dice che dobbiamo credere solo ai grandi media è francamente inaccettabile, ormai da tempo il sistema dell’informazione ha perso credibilità. La libertà d’informazione, conseguentemente, è un vago ricordo.

Cosa ritiene che possano fare le commissioni di esperti nominate dal governo?

Le commissioni sono talmente tante e numerose che mi pare di poter dire che, alla luce della scienza dell’organizzazione, sia ben difficile che il complesso, peraltro poderoso, di ministeri,  autorità, commissioni consultive ed organismi regionali e locali possa funzionare. Se la decisione spetta ai commissari ed ai consulenti, viene da chiedersi a cosa servano i ministeri. Ogni qualvolta si nominano degli esperti, in genere si esautorano i funzionari che abbiamo messo nella macchina dello Stato per operare. I consulenti devono essere molto pochi, con elevatissime professionalità e per la soluzione di problemi realmente nuovi, diversamente si tratta solo di persone contigue alla politica. Purtroppo, ancora una volta, devo constatare che non ci può essere gestione della crisi laddove, da sempre, c’è crisi della gestione.

Sinergie (centro europeo di studi analisi, formazione e consulenza), al quale aderiscono diversi professionisti e docenti universitari, è ente serio e indipendente, ma in molti sono pronti a scommettere su una futura discesa in politica del generale Cosimato con il centrodestra, anche se l'interessato nega, ma, sornione, sorride sotto i baffi.







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