Milano

Il gioco di Catella tra Intesa e Sesto. E lo stadio è al palo... Inside

di Fabio Massa

Che cosa sta succedendo sulla Città della Salute? Non c'è pace

Il gioco di Catella tra Intesa e Sesto. E lo stadio è al palo... Inside

Che cosa sta succedendo sulla Città della Salute? Non c'è pace, su un progetto talmente grande da essere quasi titanico. Ci sono molti perdenti - ad oggi - e un solo vero vincitore. Ma facciamo un passo indietro.

La Città della Salute è il mastodontico masterplan delle aree ex Falck di Sesto San Giovanni

La Città della Salute è il mastodontico masterplan delle aree ex Falck di Sesto San Giovanni. Una sorta di grande chimera per il recupero dell'area industriale più grande d'Europa. Una follia, vista retrospetticamente, fatta di bonifiche con tempi che si sono ampliati a dismisura, e costi relativi. Dopo il lungo stallo successivo all'era di Luigi Zunino e della sua Risanamento, nel 2010 il milione e mezzo di metri quadrati viene rilevato da Davide Bizzi.

Chi è? Un immobiliarista che predilige gli Usa, dove costruisce grattacieli grazie a fondi mediorientali e finanziamenti cinesi

Chi è? Un immobiliarista che predilige gli Usa, dove costruisce grattacieli grazie a fondi mediorientali e finanziamenti cinesi, cresciuto alla scuola di Ernesto Preatoni ma poi sbocciato in tutta la sua forza da entrambe le parti dell'Oceano Atlantico. Bizzi crede nel progetto delle ex Falck, basato su un mix tra residenze, aree verdi, Città della Salute e mall commerciale. Avvia le bonifiche. E alla fine esce da vincitore (l'unico vincitore) dalla partita: circa 50 milioni gli vengono versati e lui esce dalla scena. Chi invece ci rimane, e sempre più invischiata, è la banca. Intesa già aveva finanziato il progetto con 400 milioni di euro.

I rapporti tra Hines e Intesa si deteriorano velocemente

Il suo coinvolgimento aumenta ulteriormente con Hines, entrata nella partita. Tuttavia i rapporti tra Hines e Intesa si deteriorano velocemente. La Banca è costretta a svalutare il suo investimento, e in più il progetto richiede ulteriori fondi. Insomma, un incubo. Di fronte a tutto questo si inizia a ventilare di una vendita da parte di Hines, comandata da Mario Abbadessa, al suo ex mentore capo di Coima Manfredi Catella, che gli fa pure pervenire un'offerta formale - rispedita sdegnosamente al mittente. Ma è solo il primo passo: nel giro di poche settimane (e a questo punto siamo all'inizio dello scorso aprile) si arriva a una lettera d'intenti non vincolante.

Si vocifera di un ulteriore investimento da parte di Intesa pari a 100 milioni

Hines dovrebbe uscire dal progetto salvo la costruzione di alcuni uffici che Intesa si è già impegnata ad affittare a partire dal 2027. Si vocifera di un ulteriore investimento da parte di Intesa pari a 100 milioni. E Coima? Su questo le indiscrezioni si sprecano. Non si capisce esattamente quale sia il gioco di Catella. I bene informati raccontano di un suo interesse non tanto sul progetto di Milanosesto, che a tutti risulta troppo mastodontico. Ma quanto di un suo interesse a un rapporto privilegiato con Banca Intesa, che da una parte vorrebbe l'impegno di Coima per lo sviluppo dell'area, e dall'altra in cambio darebbe linee di credito importanti per il progetto che davvero sta a cuore a Catella, ovvero lo Scalo Farini.

E a stallo su San Siro si unisce nuovo stallo su Sesto

Un intreccio complicato da spiegare, e ancor più complicato da dirimere. Sullo sfondo, la questione dello Stadio. Tutti i tecnici sono concordi a dire che l'area migliore, in termini di infrastrutture possibili, spazi, collegamenti con il centro cittadino, è quella di Sesto. Tuttavia l'intricata questione finanziaria ne fa una terra poco potabile, ad oggi. E a stallo su San Siro si unisce nuovo stallo su Sesto. Uno scenario assai complicato.

 








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