Milano
Il giudice di Daccò in aspettativa. Non pagava i conti nei ristoranti
Il giudice di Milano Piero Gamacchio ha chiesto l'aspettativa dopo la vicenda di un prestito e di numerosi conti non pagati in ristoranti
Il giudice di Milano Piero Gamacchio ha chiesto l'aspettativa dopo la vicenda di un prestito e di numerosi conti non pagati in ristoranti sollevata dal giornalista Gianluigi Nuzzi. A riferirlo è lo stesso Nuzzi, che sul suo profilo Facebook ha pubblicato la dichiarazione che gli è arrivata dallo stesso Gamacchio.
"Quanto letto sui social e taluni media in questi ultimi giorni corrisponde ahimè alla verità. Salvo che da parte mia pensavo sempre al successivo adempimento, come in parte ho fatto! Ci tengo però a sottolineare il fatto che mai, in alcun modo mai, questi fatti possano aver influito nelle mia attività di giudice; attività che ho sempre svolto con libertà ed indipendenza", assicura il giudice, tra i più anziani del Tribunale di Milano ancora in servizio. Gamacchio, che presto sarebbe andato in pensione, ha scritto sentenza importanti e si è occupato di personaggi e storie di primo piano. Da Bettino Craxi al caso Daccò, da Roberto Maroni a quello al finanziere Danilo Coppola.
"Il contenuto delle sentenze da me redatte è lì a dimostrarlo", aggiunge. "Proprio però considerando la necessaria serenità che deve presiedere all'esercizio della funzione giudiziaria, questi fatti mi impongono di chiedere da subito di essere messo in aspettativa. Si è trattato di comportamenti di grave leggerezza di cui mi pento profondamente e ai quali porrò al più presto rimedio", sottolinea il giudice.
L'appello sul caso Mps (che era fissato per maggio e dovrebbe slittare all'autunno) sarebbe stato l'ultimo importante processo per Gamacchio, 67 anni. Nel Palazzo di Giustizia milanese, dopo la pubblicazione dei post, molti colleghi sono rimasti stupiti quando e' diventato sempre piu' chiaro che la toga di cui si parlava era proprio Gamacchio. Un giovane magistrato, pero', fa notare che "se tutti i colleghi fossero competenti e indipendenti come lui, sarei piu' fiero di fare il magistrato".