Milano

Il leghista Bastoni: "Candidato sindaco? Entro l'estate apriamo le danze"

di Fabio Massa

Il leghista Max Bastoni non è nuovo alle provocazioni. E in questa intervista prosegue sulla linea. Anche parlando delle prossime elezioni milanesi

Alto alto, durissimo nelle sue polemiche. E' stato attaccato per aver messo la foto di Sala come San Sebastiano, trafitto su piazza Duomo. Max Bastoni, consigliere comunale e regionale della Lega, non è nuovo alle provocazioni. In questa intervista ad Affaritaliani.it Milano prosegue sulla linea.

Che cosa pensa della scritta Fontana Assassino, Sala Zerbino?
È un modo di farsi pubblicità, patetico è ignobile, ma tipico di segmenti marginali di una sinistra radicale in cerca di facile visibilità. Basterebbe ignorare queste scritte e tornerebbero nel dimenticatoio.

Solidarietà al Sindaco di Milano?
Non mi appassiona la gara all’altrui solidarietà. Il carnevale passa, le maschere restano. L’ipocrisia dilaga e cela differenza abissali. Sono convinto che Sala non abbia nulla a che fare con gli autori della scritta Fontana Assassino. E di certo non lo vorrei mai come zerbino a casa mia.

Come candidato sindaco ritiene più temibile Sala, Maran o Majorino?
Sono le tre facce di una sinistra in crisi di identità. Sala parte avvantaggiato perché la sua è una sinistra creata in laboratorio da lobby e “soliti noti” della finanza milanese. Il problema è che la brillantissima operazione mediatica, impersonata dallo svelto giovanotto ricreato in vitro come sindaco, non affianca una altrettanto seria produzione di idee per il rinnovamento delle ricette politiche. E’ l’ennesima rivisitazione della ventennale paccottiglia con cui Blair e Clinton avevano abbindolato il proprio elettorato di ceto medio, conducendolo come un gregge al macello. Per questo è più pericoloso degli altri due, macchiette di una sinistra in cerca di un perché.

Parliamo della Lega, che cerca un candidato sindaco. Quale sarà l'identikit?
Dico la mia personale idea: non dobbiamo inseguire Sala e farci portare sul suo terreno di gioco. Quindi io penso che sarebbe sbagliato cercare il "Sala del centrodestra", rischierebbe di essere una partita già persa. La nostra deve essere una proposta esattamente opposta a quella del centrosinistra; la leggenda del candidato gradito ai salotti buoni non può essere la nostra ricetta. Tutt'altro, secondo me il candidato della Lega deve rappresentare tutti quei settori della città dimenticati da Sala: i quartieri popolari, i pensionati, i commercianti di quartiere, gli studenti e le scuole che cadono a pezzi. Ovviamente non sta a me fare nomi ma secondo me il candidato ideale dovrebbe essere una persona che vive nei quartieri, che ne conosce la gente e i problemi, battagliera e abbia un’idea di città, magari donna. Perché a Milano è facile riconoscere i segnali di una progressiva verticalizzazione sociale: da un lato cresce il segmento della manodopera ad alta qualificazione e aumenta la concentrazione della ricchezza; dall’altro si diffondono povertà e lavoro precario, mentre numerosi problemi nascono dall’integrazione degli immigrati. Questi sono i principali temi su cui si giocherà la campagna elettorale.

A che punto siamo con la ricerca?
Ci sono delle opzioni da verificare e condividere con il centrodestra. Si vince se c’è un progetto condiviso prima ancora delle persone da candidare. Secondo me sarebbe importante puntare a ringiovanire la squadra. Gente capace, che si è fatta le ossa nei Municipi e nei quartieri, svegli e in gamba.

Un piccolo o grande imprenditore è la scelta migliore?
È perché dovrebbe essere un buon imprenditore? Milano è capace di proiettare personalità che travalichino il solito ruolo dell’economia. È una città che sa reagire con spirito vero alle pigrizie del Belpaese. Non è esagerato affermare che da duecento anni e qualche decennio questa città è un laboratorio non soltanto di economia. Certo, la metropoli che oggi conosciamo non è scintillante e gravida di progetti come negli anni Sessanta del secolo scorso, ma resta un punto d’incontro per le opportunità del mondo contemporaneo.

Quando arriverà il nome?
Penso che entro l’estate apriremo le danze. Le elezioni, come ebbe a dire David Lloyd George, sono la vendetta del cittadino. La scheda di voto è un coltello. Lo dico qui perché se lo scrivo su Facebook mi bannano.

fabio.massa@affaritaliani.it








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