Il mancato accordo Acsm-Agam/Gelsia finisce con un esposto in Procura
di Fabio Massa
Alla fine la mancata fusione tra il colosso dell’energia Acsm-Agam (quotato in Borsa) e Aeb-Gelsia, la società che gestisce sempre l’energia per tutta una serie di Comune tra i quali Seregno è capofila, finisce con un esposto in Procura. Poi, se sarà aperta un’inchiesta, si vedrà.
Il tema, ad oggi, è nel campo della tecnicalità politica, ma l’opposizione spera che da cosa nasca cosa, ovviamente. La storia, che Affaritaliani.it aveva raccontato anticipando peraltro che la fusione sarebbe fallita, vedeva la volontà di aggregazione tra Acsm-Agam, società di proprietà dei comuni di Como e Monza, e quella appunto dei comuni brianzoli Aeb-Gelsia. Una volontà strenuamente sostenuta dall’ex sindaco di Seregno Giacinto Mariani, che ha visto lo stop solo dopo il diniego dei “colleghi” di Monza e Como. Intanto, però, era stata staccata - secondo quanto sostiene l’opposizione capeggiata da Tiziano Mariani - una consulenza di 180mila euro per Banca Profilo. Una consulenza sulla quale Mariani (Tiziano) vuole vederci chiaro, e per la quale ha chiesto l’accesso agli atti. Una richiesta sostenuta anche da Edoardo Mazza, successore di Giacinto Mariani sulla poltrona di primo cittadino. Ma rigettata in tutte le sedi dalla Aeb-Gelsia, che ha anche minacciato querele per tutelare la propria immagine. Il finale (anzi, si può presumere sia l’inizio di una lunga polemica) è che Tiziano Mariani e altri consiglieri comunali hanno fatto ricorso alle vie legali: “I sottoscritti consiglieri comunali, nel sottolineare il gravissimo atteggiamento di Aeb Spa nei confronti del Consiglio comunale e del sindaco, chiedono al Procuratore della Repubblica di verificare e valutare l’eventuale sussistenza dei reati di abuso e di omissione d’atti di ufficio, e di ogni altro reato di natura amministrativa, civile e penale in capo ai soggetti che si riterranno responsabili”. Firmato: Tiziano Mariani (Noi x Seregno), William Viganò (Partito Democratico), Pietro Amati (Ripartiamo), Valentina Massari (W Seregno), Mario Nava (Movimento 5 Stelle), al Procuratore della Repubblica. La società, ad oggi, tiene la linea: gli accordi di riservatezza firmati da Acsm-Agam Spa prevedevano “l’obbligo di distruzione della documentazione contenente informazioni riservate”. E quindi, nisba. La società ha ribadito la correttezza della propria posizione. Chissà che cosa succederà adesso e se la questione arriverà nelle aule di Tribunale.
@FabioAMassa