Milano
Il Milanese Appuntito/ Calenda, da aspirante premier a spalla della Meloni
Ma perché mai la leader di FdI dovrebbe sostenere Draghi, visto che finora non lo ha fatto?
Il Milanese Appuntito/ Calenda, da aspirante premier a spalla della Meloni
Le democrazie sono un sistema in cui chi si candida a governare presenta agli elettori una propria proposta di governo. Se vince, governa. Chi perde, fa opposizione. Quando nessuno vince, come accaduto nel 2018, sta alle forze politiche in Parlamento e soprattutto al Presidente della Repubblica promuovere soluzioni responsabili di compromesso. Solo nel nostro folle sistema politico, invece, si poteva partorire la formula bislacca del “Polo per il Pareggio”: lista Calenda che partecipa non per vincere ma per pareggiare e lasciare Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Ma perché mai la leader di FdI dovrebbe sostenere Draghi, visto che finora non lo ha fatto?
Oggi il segretario di Azione è riuscito persino a dire che il suo obiettivo è un governo di unità “aperto anche alla Meloni”. Ma perché mai la leader di FdI dovrebbe sostenere Draghi, visto che finora non lo ha fatto?La verità è che, con le sue parole, Carlo Calenda ha reso palese l’obiettivo della sua avventura elettorale: fare del suo terzo o quarto polo la stampella moderata della destra al governo, provare a insinuarsi nelle frizioni tra Fratelli d’Italia e Lega e offrire a Giorgia Meloni una sponda su cui contare.Forse Calenda già si immagina nuovamente ministro dello Sviluppo Economico, o magari ministro degli Esteri. Consapevole che i suoi sforzi produrranno solo pochi eletti e che nei collegi uninominali i suoi candidati saranno ininfluenti, Carlo ormai sta ridimensionando i suoi obiettivi: a inizio campagna elettorale si era reso disponibile come premier in sostituzione di Draghi, ora si “accontenterà” di subentrare a Di Maio alla Farnesina, ma nel governo Meloni.