Milano
Il minestrone indigesto delle consultazioni, di Guido Camera
Il feeling tra Lega e 5 Stelle è piuttosto percepibile, a cominciare dai primi passi che stanno facendo insieme in Parlamento
La sensazione è che un accordo per la formazione del Governo sia più vicino di quello che le battutacce e i veti circolati ancora ieri sera dopo il secondo giro di consultazioni possano fare credere.
Il feeling tra Lega e 5 Stelle è piuttosto percepibile, a cominciare dai primi passi che stanno facendo insieme in Parlamento (non penso solo alle nomine istituzionali, ma anche alla sonora bocciatura della riforma dell’ordinamento penitenziario voluta dal Governo Gentiloni): di qui l’irritazione clamorosa di Berlusconi e la conseguente presa di distanza della Lega dalle sue dichiarazioni all’uscita dall’incontro con il Presidente Mattarella.
Non so se sarà necessario un terzo giro di consultazioni, oppure se il Presidente della Repubblica darà un incarico esplorativo: quello però di cui sono convinto è che non andremo a rivotare – almeno nel breve periodo – e che nascerà un Governo con azionisti di maggioranza la Lega e 5 Stelle, che alla fine troverà in qualche modo un coinvolgimento anche di Forza Italia. Mi sembra molto difficile che forze politiche in apparenza così distanti da loro – stando a molte delle cose che abbiamo sentito negli anni scorsi, e che tutt’ora ascoltiamo – possano dare vita a un Esecutivo stabile e coerente nella sua azione di Governo sui tanti, e difficili, problemi di politica estera e interna che dovranno affrontare. Tuttavia, se così sarà, spero che la legislatura appena iniziata non partorisca un Governo che stia in piedi solo per le ambizioni e il desiderio di potere dei suoi protagonisti, ma possa – con coraggiosa lungimiranza e sincero senso di responsabilità - scrivere delle regole che ci garantiscano un futuro di chiarezza e stabilità sulle alleanze, elettorali e istituzionali, delle forze politiche che si candidano a governarci. La mia idea è che non si debba abbandonare uno schema di democrazia dell’alternanza tra due schieramenti: perchè credo che gli italiani non amino gli accordi post elettorali, ma preferiscano decidere prima di entrare nell’urna chi vogliono mandare a governare.
Non saranno forse più schieramenti fondati sui tradizionali valori di destra e di sinistra, ma necessariamente lo devono essere sulla diversa visione della società, e del ruolo che deve avere lo Stato in tutti i settori della nostra vita, che propongono gli elettori.
Oggi è tutto troppo confuso, e la comunicazione sembra sistematicamente prevalere sulla sostanza dei contenuti. Prova ne è che ci troviamo in questo scenario surreale, dove chi si è preso a male parole per lungo periodo demonizzando l’avversario, finisce poi per volerci andare insieme al Governo promettendo agli italiani un Esecutivo di lunga durata e un’azione politica forte.
Guido Camera